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Antonio cavalcava e non incontrava mai città. Era in un bosco folto, senza strade, che pareva non avesse mai fine e doveva farsi largo[46] tagliando i rami con la spada, quando a un tratto[47] s’aperse davanti una radura, e in fondo alla radura era un palazzo tutto di marmo, con le vetrate risplendenti. Antonio bussò, e chi aperse la porta? Una scimmia.
Era una scimmia in livrea da maggiordomo; gli fece un inchino e lo invitò a entrare con un gesto della mano. Due altre scimmie lo aiutarono a scendere da cavallo, presero il cavallo per la briglia e lo condussero alle scuderie. Lui entrò e salì una scala di marmo coperta di tappeti, e sulla balaustra c’erano appollaiate tante scimmie, silenziose, che lo riverivano.
Antonio entrò in una sala dove c’era un tavolo apparecchiato per il gioco delle carte. Una scimmia lo invitò a sedere, altre scimmie si sedettero ai lati, e Antonio cominciò a giocare con le scimmie. Tra un’ora gli fecero ce
Antonio, sebbene allarmato e stupefatto, era tanto stanco che s’addormentò. Ma una voce lo svegliò, nel buio, chiamando: «Antonio!». «Chi mi chiama?», disse lui, ra
L’indomani Antonio scrisse al padre una lettera. La diede a una scimmia, che saltando da un albero all’altro arrivò alla Città Reale. Il Re, sebbene sorpreso dell’insolito messaggero, fu molto contento delle buone notizie e alloggiò la scimmia a Palazzo.
La notte dopo, Antonio fu di nuovo[51] svegliato da una voce nel buio: «Antonio! Sei sempre del medesimo sentimento?». E lui: «Sì!». E la voce: «Bene! Domani manda un’altra lettera a tuo padre». E l’indomani di nuovo Antonio scrisse al padre che stava bene e mandò la lettera con una scimmia. Il Re te
Così ogni notte la voce domandava ad Antonio se non aveva cambiato parere, e gli diceva di scrivere a suo padre, e ogni giorno partiva una scimmia con una lettera per il Re. Questa storia durò per un mese e la Città Reale, ormai, era piena di scimmie: scimmie sugli alberi, scimmie sui tetti, scimmie sui monumenti. Il Re non sapeva più come fare.
Passato un mese, la voce nel buio finalmente disse: «Domani andremo assieme dal Re e ci sposeremo». La mattina, Antonio scese e alla porta c’era una bellissima carrozza con una scimmia cocchiere montata in serpa e due scimmie lacchè aggrappate dietro. E dentro la carrozza, tutta ingioiellata, con una grand’acconciatura di piume di struzzo, chi è che c’era? Una scimmia. Antonio si sedette e la carrozza partì.
All’arrivo alla città del Re, la gente fece ala[52] a quella carrozza e tutti stavano sbigottiti dalla meraviglia a vedere il Principe Antonio che aveva preso in sposa una scimmia. E tutti guardavano il Re che stava ad aspettare il figlio sulle scale del Palazzo. Il Re non battè ciglio, come se lo sposare una scimmia fosse la cosa più naturale del mondo. Disse soltanto: «La deve sposare. Parola di Re è parola di Re», e prese dalle mani della scimmia uno scatolino sigillato come quello della cognata. La scimmia fu accompagnata nella sua stanza e volle essere lasciata sola.
L’indomani Antonio andò a prendere la sposa. Entrò e la scimmia era allo specchio che si provava l’abito da sposa. Disse: «Guarda se ti piaccio», e così dicendo si voltò. Antonio restò senza parola: da scimmia che era voltandosi s’era trasformata in una ragazza bella, bionda, alta e benportante che era un piacere a vederla. Si fregò gli occhi, perché non riusciva a crederci, ma lei disse: «Sì, sono proprio io la vostra sposa». E si buttarono l’uno nelle braccia dell’altro.
Fuori del palazzo c’era tutta la folla venuta per vedere il Principe Antonio che sposava la scimmia, e quando invece lo videro uscire al braccio d’una così bella creatura, restarono a bocca aperta. Più in là[53] lungo la strada facevano ala tutte le scimmie, sui rami, sui tetti e sui davanzali. Quando passò la coppia reale ogni scimmia fece un giro su se stessa[54] e in quel giro tutte si trasformarono: chi in dama col manto e lo strascico, chi in cavaliere col cappello piumato e lo spadino, chi in frate, chi in contadino, chi in paggio. E tutti fecero corteo alla coppia che andava a unirsi in matrimonio.
Il Re aprì gli scatolini dei regali. Aprì quello della sposa di Giova
Già il Re stava per proclamare suo erede Antonio, e Giova
Упражнения
1. Выберите правильный вариант
1. Antonio trovò un palazzo dei topi.
2. Antonio trovò un palazzo dei gatti.
3. Anonio trovò un palazzo dei cavalli.
4. Antoio trovò un palazzo delle scimmie.
2. Подберите антонимы:
fuori – spaventato – scuro – buono —
allarmato – pallido —
fortuna – lungo —
3. Вставьте пропущенное слово:
1. Era una scimmia in ________ da maggiordomo; gli fece un inchino e lo invitò a entrare con un gesto della mano.
2. La diede a una scimmia, che saltando da un ________ all’altro arrivò alla Città Reale.
3. Fuori del palazzo c’era tutta la folla venuta per vedere il Principe Antonio che sposava la scimmia, e quando invece lo videro uscire al braccio d’una così bella __________, restarono a bocca aperta.
4. Conobbe la __________ d’un Marchese e le disse della questione del regalo.
4. Выберите нужный глагол:
Il Re _________ la scatolina senza aprirla, aspettando il regalo della sposa di Antonio.
1. prese
2. te
3. aprì
4. trovò
5. Поставьте глаголы в нужную форму: 1. Il Re (aprire) gli scatolini dei regali. 2. L’indomani Antonio (scrivere) al padre una lettera. 3. (Entrare) e la scimmia (essere) allo specchio che
(provarsi) l’abito da sposa. 4. Antonio (cavalcare) e non (incontrare) mai città.
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farsi largo – раздвигать/протискиваться
47
a un tratto – вдруг, внезапно
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camera da letto – спальня
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Cercavo una sposa che facesse al Re un regalo più bello di quella di Giova
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con un fil di voce – еле слышно
51
di nuovo – снова
52
fare ala – раздвинуться
53
Più in là – дальше
54
fare un giro su se stessa – обернуться вокруг себя
55
per bene –хорошо
56
di pace e d’accordo –в мире и согласии