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«Che tono rassicurante per un paziente», ribatté lui, alzandosi e stiracchiandosi.

L’aereo vacillò e si oscurò. Lisa lo te

«Promettimi che dormirai ancora un po’, prima dell’atterraggio», disse lei, stringendogli il gomito in una morsa.

«Se c’è tempo…»

Lisa aveva una presa d’acciaio.

«Okay, lo prometto.»

Lei allentò la presa e indicò A

«Vorrei sapere qualcosa di più di come funziona questo aggeggio», disse Lisa. «Le teorie fondamentali su cui è basata. Se la malattia da

Painter a

Come a confermare la sua descrizione, l’uomo si mise a russare sonoramente.

«Tutte le conoscenze rimanenti riguardo alla Campana sono nella testa di A

Lo avrebbero perso tutti quanti.

«Dobbiamo ottenere quelle informazioni prima che ciò avvenga», conve

Lisa lo guardò negli occhi. Non nascose i suoi pensieri, le si leggevano in viso. Painter ripensò a quando era salita sull’aereo, a Katmandu. Esausta, coi nervi a pezzi, non aveva esitato ad andare con loro. Aveva capito. Come in quel momento.

Non erano a rischio soltanto la mente e la memoria di A

Lisa aveva capito.

Non c’era stato bisogno di dire nulla, a Katmandu. Era semplicemente salita a bordo.

Fece scivolare la mano su quella di Painter. Gli strizzò le dita e indicò A

«Per capire come funziona la Campana, dovete i

Lisa osservò la do

«Non penso che abbiamo tempo per un corso universitario», replicò Painter.

«Certo. L’importante è capire tre principi.» A





«E queste particelle subatomiche si comportano in tutti e due i modi?» chiese Lisa.

«Ha

Lisa ne aveva già sentito parlare e aveva approfondito l’argomento nel laboratorio di A

«L’esempio migliore del principio di Heisenberg è il gatto di Schrödinger», rispose A

«Suona più filosofico che scientifico», ribatté Lisa.

«Forse finché si parla di un gatto. Ma è stato dimostrato che è vero, a livello subatomico.»

«Dimostrato? Come?» chiese Painter. Era rimasto seduto in silenzio fino a quel momento, lasciando che fosse Lisa a fare le domande. Lui sapeva già molte di quelle cose, ma voleva consentirle di procurarsi tutte le informazioni che le servivano.

«Col classico test della doppia fessura», rispose A

«Ciò che sto per dirvi sembrerà privo di senso… Immaginiamo che questo pezzo di carta sia una parete di cemento e le fessure siano due finestre. Se prendiamo un fucile e cominciamo a sparare alle fessure, sulla seconda parete otterremo un determinato schema. Come questo.»

Prese il secondo pezzo di carta e lo punzonò.

«Chiamiamo schema di diffrazione A il modo in cui i proiettili o le particelle passerebbero attraverso queste fessure.»

Lisa a

«Poi, invece dei proiettili, puntiamo un grande riflettore sulla parete, facendo passare la luce attraverso le fessure. Poiché la luce viaggia sotto forma di onde, sulla seconda parete otterremo uno schema diverso.» Disegnò uno schema di fasci chiari e scuri su un altro pezzo di carta.

«Questo schema, che chiameremo B, deriva dal fatto che le onde di luce che attraversano la finestra di destra e quella di sinistra interferiscono l’una con l’altra.»

«Capito», disse Lisa, anche se non era sicura di dove stessero andando a parare.

A

«Siccome spariamo elettroni come se fossero pallottole, direi lo schema di diffrazione A», rispose Lisa, indicando il primo disegno.

«In realtà, negli esperimenti di laboratorio si ottiene il secondo: lo schema di interferenza B.»

«Lo schema delle onde… Perciò gli elettroni escono dalla pistola non come pallottole, ma come la luce di una torcia, viaggiando sotto forma di onde e creando lo schema B?»

«Esatto.»

«Quindi gli elettroni si muovono come onde.»

«Sì, ma soltanto quando nessuno assiste effettivamente al passaggio degli elettroni attraverso le fessure.»

«Non capisco.»

«In un altro esperimento, gli scienziati ha

«Be’, non dovrebbe cambiare, giusto?»

«Non nel mondo subatomico: non appena veniva acceso l’apparecchio, si otteneva subito lo schema di diffrazione A.»