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Mentre il gruppo di turisti si allontanava, la voce della guida si confuse alle chiacchiere dei pochi altri visitatori, tutti in cerca di un riparo dal temporale.

Monk era accanto a Fiona. Ryan era andato a chiamare il direttore. Monk si chinò per esaminare uno degli abominevoli Totenkopf Ring in mostra, gli anelli d’argento conferiti agli ufficiali delle SS. Vi erano incisi un teschio con le ossa incrociate e rune.

Nella piccola sala erano esposti anche altri oggetti: modellini, fotografie con scene di vita quotidiana, accessori delle SS, oltre a una piccola e strana teiera appartenuta a Himmler, decorata con una runa a forma di sole.

«Ecco il direttore.» Monk indicò con un ce

L’uomo dimostrava quasi sessant’a

Ancora una volta, sembrava più seccato che affascinato.

«Non la tratterremo a lungo», disse Gray. «Ci chiedevamo se ci potesse aiutare a identificare una particolare runa e il suo significato.»

«Certamente. Se c’è una cosa che il direttore del museo di Wewelsburg deve conoscere a menadito è la scienza delle rune.»

Gray fece ce

«Posso esaminare il libro?»

Dopo una breve esitazione, Gray acconsentì.

Il direttore sfogliò rapidamente le pagine, soffermandosi su alcuni degli scarabocchi. «Una Bibbia… che strano…»

«Il simbolo in fondo», lo incalzò Gray.

«Naturalmente. È la Menschrune.»

«Mensch», disse Gray. «Come ‘umanità’ in tedesco.»

«Ja. Noti la forma: una figura stilizzata senza testa.» Il direttore sfogliò le pagine all’indietro. «Il bisno

«Che cosa intende?»

Ulmstrom indicò uno degli scarabocchi sulle pagine interne della Bibbia.

«Questa è la runa corrispondente alla K, detta anche cen in lingua anglosassone. È una runa antica che rappresentava l’uomo in modo rudimentale, con due sole braccia alzate. E qua c’è l’immagine speculare della stessa runa.» Sfogliò alcune pagine e indicò un altro simbolo.

«I due simboli sono come due facce della stessa medaglia. Yin e yang, maschio e femmina, luce e oscurità.»

Gray ricordava le sue conversazioni con Ang Gelu, il monaco buddista, il quale sottolineava che tutte le società sembravano ossessionate da quel dualismo. Quei pensieri stuzzicarono la sua preoccupazione per Painter Crowe. Non c’erano ancora notizie dal Nepal.

Monk rimise in carreggiata la conversazione. «Cosa c’entrano queste rune con quel tìzio, il Padre delle cose?»

«Sono tutti e tre collegati, simbolicamente. Molti ritengono che la grande runa, la Menschrune, rappresenti il dio Thor, portatore di vita e di uno stato più elevato dell’essere, ciò che tutti noi aspiriamo a divenire.»

«E queste due rune precedenti, le rune K, formano le due metà della Menschrune», osservò Gray.

«Eh?» grugnì Monk.

«Così», disse Fiona, che aveva capito. Con un dito tracciò un disegno nella polvere, sul ripiano di una vetrina. «Metti assieme le rune con due braccia per formare la Menschrune, come in un puzzle.»

«Sehr gut», disse il direttore, indicando con un dito le prime due rune. «Queste rappresentano l’uomo comune, incompleto, che si unisce per formare il Padre di tutte le cose, un essere supremo.» Ulmstrom restituì la Bibbia a Gray e scosse la testa. «Sembra proprio che queste rune fossero diventate un’ossessione per il bisno

Gray fissava il simbolo sulla terza di copertina. «Ryan, il tuo bisno





Il ragazzo sembrava nervoso e spaventato da tutto ciò. «Sì, come zia Tola.»

Gray sapeva che i nazisti erano sempre stati affascinati dal mito del superuomo, il Padre di tutte le cose dal quale presumevano che discendesse la razza ariana. Tutti quegli scarabocchi erano forse soltanto la dichiarazione della fede di Hugo in quel dogma nazista? Gray credeva di no. Ricordava come Ryan aveva descritto gli appunti del bisno

Da un biologo a un’altra biologa.

Gray intuiva che tutto era collegato: le rune, il Padre di tutte le cose, una ricerca abbandonata da tempo… Qualunque fosse il segreto, sembrava che qualcuno fosse disposto a uccidere per proteggerlo.

Ulmstrom continuò: «La Menschrune rivestiva particolare interesse anche per i nazisti, che la ribattezzarono Lebensrune».

«La runa della vita?» chiese Gray, tornando a concentrarsi sul presente.

«Esatto. La usarono persino per rappresentare il programma Lebensborn.»

«E che cos’è?» chiese Monk.

Fu Gray a rispondergli. «Un programma nazista per la riproduzione: vivai per generare bambini biondi e con gli occhi azzurri.»

Il direttore a

Monk guardò perplesso Gray, che tradusse: «La runa della morte».

Himalaya,

ore 13.31

La morte si avvicinava, secondo dopo secondo.

0:55

Painter si alzò con in mano il timer da polso dell’assassina. «Non c’è tempo per andarsene a piedi. Non usciremmo mai dall’area dell’esplosione.»

«E quindi?» chiese A

«L’elicottero», disse Painter, indicando la finestra. L’A-Star che avevano usato per arrivare lì era ancora fermo fuori dal castello, col motore acceso.

«Devo avvertire gli altri», affermò A

«Keine Zeit», abbaiò Gunther, fermandola. L’uomo prese il suo fucile d’assalto, un Bullpup A-91 russo. Con l’altra mano tirò fuori una cartuccia a granata dalla cintura e la caricò nel lanciarazzi da 40mm del fucile. «Hier!» Si diresse a grandi passi alla massiccia scrivania di A

Col braccio disteso, puntò il fucile verso la finestra sprangata della stanza.

Painter prese Lisa per mano e corse a ripararsi. A

Si gettarono tutti dietro la scrivania.

Gunther prese sua sorella per la vita e la fece rotolare sotto di sé. La granata scoppiò con una detonazione assordante. L’onda d’urto spostò la scrivania di almeno trenta centimetri, mentre la parte anteriore fu tempestata di frammenti di pietra e vetro. I quattro furono sommersi dalla polvere e dal fumo.