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La No

— Ook — disse il bibliotecario.

— Lo so! — esclamò la No

— Che cosa?

— Non è finito!

— Che cosa?

— Lei non può usare la verga, è naturale — dichiarò la vecchia, alzandosi in piedi.

— Ma dicevi che lei ci spazzava i pavimenti e che quella la protegge e… — cominciò Tagliangolo.

— Nonono. Significa che la verga usa se stessa o che usa lei, ma lei, Esk, non è mai stata capace di usarla, capisci?

Il grande mago guardò i due corpi immobili. — Lei dovrebbe essere in grado di usarla — protestò. — È una vera e propria verga da mago!

— Oh! Così lei è un vero e proprio mago, no?

Tagliangolo esitò.

— Be’, no, naturalmente. Non puoi chiederci di dichiarare che lei è un mago. Dov’è il precedente?

— Il che? — domandò seccamente la vecchia.

— Non è mai accaduto prima.

— Un sacco di cose non sono mai accadute prima. Noi nasciamo solo una volta.

Tagliangolo le lanciò un’occhiata di muto appello. — Ma è contro le t…

Voleva dire "tradizioni", ma la parola gli rimase in gola.

— Dove è detto? — chiese trionfante la No

Nella mente di Tagliangolo i pensieri si accavallavano:

…Non è detto da nessuna parte, è detto ovunque.

…Ma il giovane Simon ha affermato, pare, che ogni luogo è talmente simile a nessun luogo che è praticamente impossibile definire la differenza.

…Voglio forse essere ricordato come il primo Arcicancelliere che ha permesso l’ingresso delle do

…Lei è davvero una do

…Quella verga ha idee tutte sue.

…La cosa ha un certo senso.

…Mi riderebbero dietro.

…Potrebbe non funzionare.

…Potrebbe funzionare.

Non si poteva fidare di loro. Ma non aveva scelta.

Esk fissava le facce terribili che la guardavano e i corpi sparuti, per fortuna nascosti dai mantelli.

Strinse le mani a pugno.

Nel mondo delle ombre,!e idee sono reali. Fu come se questo pensiero le salisse su per le braccia.

Era un pensiero rassicurante, un pensiero pieno di forza. Rise e aprì le dita. E la verga brillò nelle sue mani come elettricità solida.

Le Creature cominciarono a pigolare nervosamente e una o due di quelle che stavano più indietro si allontanarono. I suoi sequestratori lasciarono andare Simon, che cadde in avanti e atterrò carponi sulla sabbia.

— Usala! — le gridò. — È così! Sono spaventati!

Esk gli sorrise e continuò a esaminare la verga. Per la prima volta riusciva a vedere bene che cos’erano le sue incisioni.

Simon raccolse svelto la piramide del mondo e corse verso di lei.

— Vieni! — la esortò. — Loro la odiano!

— Prego?

— Usa la verga — la incitò lui e tese la mano per prenderla. — Ehi! Mi ha morso!

— Mi dispiace — disse Esk. — Di che stavamo parlando? — Alzò gli occhi a guardare le lugubri Creature come se le vedesse per la prima volta. — Oh, quelle. Esistono soltanto nella nostra testa. Se non ci credessimo, non esisterebbero affatto.





Simon le guardò a sua volta.

— Francamente non posso affermare di crederti — protestò.

— Credo che ora dovremmo tornare a casa — disse lei. — La gente sarà preoccupata.

Avvicinò le mani e la verga svanì, sebbene per un attimo le mani rilucessero come se le stringesse a coppa intorno a una candela. Le Creature ulularono. Alcune di loro si disintegrarono.

— Ciò che importa nella magia è come non usarla — dichiarò Esk e prese Simon per un braccio.

Lui guardò le figure che gli crollavano intorno e fece un sorrisetto idiota.

— Tu non la usi? — le domandò.

— Oh, sì. Prova tu stesso — gli rispose lei mentre avanzavano verso le Creature.

Tese le mani, fece riapparire la verga e gliela offrì. Lui fece per prenderla, ma ritirò la mano.

— Oh, no. Non credo di piacerle molto.

— Io penso che va tutto bene, se sono io che te la do. Lei non può opporsi — ribatté la bambina.

— Ma dove va?

— Suppongo che diventi semplicemente un’idea di se stessa. Simon allungò di nuovo una mano e richiuse le dita sul legno lucente.

— Bene. - La sollevò nella classica posa vendicativa del mago. — Gliela farò vedere a quelli!

— No, sbagliato.

— Cosa intendi per sbagliato? Adesso ho il potere!

— Loro sono una specie di… riflesso di noi stessi. È impossibile vincere il proprio riflesso, che possiede la nostra stessa forza. Ecco perché, quando cominci a usare la magia, loro si fa

Davanti a loro, le Creature, nella loro fretta d’indietreggiare cadevano le une sulle altre.

Simon guardò la verga, poi Esk. poi le Creature, quindi di nuovo la verga.

— Le tue parole richiedono un bel po’ di riflessione — disse alla fine incerto. — Vorrei capire fino in fondo.

— Ci riuscirai benissimo.

— Perché tu affermi che il vero potere consiste nel penetrare nella magia e uscirne dall’altra parte.

— Però funziona, no?

Adesso erano soli sulla fredda distesa. Le Creature erano lontane, pupazzetti disegnati dai bambini.

— Mi domando se è questo che loro intendono per sortilegio? — disse Simon.

— Non lo so. Può essere.

— Mi piacerebbe veramente trovare la spiegazione — ripeté il ragazzo, rigirando la verga nelle mani. — Sai, potremmo fare degli esperimenti sul fatto di non usare deliberatamente la magia. Potremmo non disegnare un ottogramma sul pavimento. E potremmo volontariamente non evocare ogni sorta di cose e… sudo soltanto a pensarci!

— A me piacerebbe pensare come fare per tornare a casa — disse Esk, con lo sguardo fisso alla piramide.

— Be’, questa dovrebbe essere la mia idea del mondo. Dunque dovrei essere capace di trovare il modo. Come fai questo trucco con le mani?

Avvicinò le sue. E la verga gli scivolò tra le dita, brillando per un attimo, prima di scomparire. Simon fece un sorrisetto soddisfatto.

— Bene. Adesso non dobbiamo fare altro che cercare l’Università.

Tagliangolo accese la sua terza cicca dal mozzicone della seconda. Questa ultima sigaretta doveva molto al potere creativo dell’energia nervosa: assomigliava a un cammello con le gambe tagliate.

Aveva visto la verga sollevarsi piano da Esk e atterrare su Simon.

Adesso galleggiava di nuovo nell’aria.

Nella stanza si affollavano altri maghi. Il bibliotecario sedeva sotto il tavolo.

— Se soltanto avessimo una qualche idea di ciò che sta succedendo — esclamò Tagliangolo. — E la suspense che non sopporto.

— Pensa in modo positivo, uomo — scattò la No

Tutti i maghi si volsero, come un solo uomo, a guardare l’Arcicancelliere, in attesa della sua reazione.

Lui si tolse di bocca la cicca informe e la spense sotto il piede, con una occhiata minacciosa che fece abbassare lo sguardo agli altri.

— Probabilmente è tempo che io smetta comunque — disse. — E questo vale anche per tutti voi. Qualche volta questo posto è peggio di un cenerario.