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Levi Lewis sorrise, scoprendo una chiostra di denti neri e spezzati.
«Non c’è male. Gli orti vengono su bene e i conigli ha
«Tu non sarai immischiato nei disordini provocati dalle case, vero?» domandò Webster.
«No, signore,» dichiarò Levi. «Nessuno di noi Abusivi è immischiato nei disordini. Noi siamo gente timorata di Dio e rispettosa della legge, siamo. Il solo motivo per cui siamo qui è che non possiamo trovare il pane da nessun’altra parte. E se viviamo nei posti che gli altri ha
«Sono contento di sentirtelo dire,» fece Webster. «Il capo vuole bruciare le case.»
«Se ci prova,» dichiarò Levi, «Sbatterà contro qualcosa che non si immagina nemmeno. Ci ha
Sputò sui gradini della grande scalinata. «Non avrebbe per caso qualche spicciolo che le cresce?» domandò. «Ho finito le munizioni e con quei conigli che crescono…»
Webster si frugò nel taschino del panciotto, e tirò fuori mezzo dollaro.
Levi sorrise.
«Lei è davvero molto gentile, signor Webster. Le porterò un battaglione di conigli, quest’autu
L’Abusivo salutò Webster toccandosi la falda del cappello con due dita, e poi ridiscese la scalinata. La ca
Quando Webster entrò nella sala, vide che la riunione del consiglio comunale era già in pieno svolgimento.
Jim Maxwell, il capo della polizia, era in piedi accanto al tavolo, e il sindaco Paul Carter stava parlando.
«Non ti sembra di agire un po’ affrettatamente, Jim, nel chiedere una simile linea d’azione nei confronti delle case?»
«Niente affatto,» dichiarò il capo. «A eccezione di una ventina circa, nessuna di quelle case è occupata dai legittimi proprietari, o meglio, dai proprietari d’origine. Ciascuna di esse, ora, appartiene alla città, per il mancato pagamento delle tasse. E sono soltanto una preoccupazione e una minaccia. Non ha
«E, nel frattempo, sta
«Le case non valgono la spesa di una demolizione. Eppure sono, se non una minaccia, almeno un grosso inconveniente, un fastidio. Dovremmo sbarazzarci di loro e il fuoco è il sistema più rapido e più economico. Naturalmente useremo tutte le precauzioni del caso.»
«E come la metteremo dal punto di vista legale?» domandò il sindaco.
«Ho fatto delle ricerche, naturalmente. Se un cittadino ha il diritto di distruggere la propria proprietà con qualsiasi mezzo, a meno che così facendo non metta in pericolo la proprietà altrui, non vedo per quale motivo la stessa legge non dovrebbe applicarsi a un comune.»
L’assessore Thomas Griffin balzò in piedi.
«In questo modo ti alieneresti la simpatia di un mucchio di gente,» dichiarò. «Bruceresti un’infinità di case per le quali la gente prova ancora un forte attaccamento sentimentale…»
«Se fosse vero,» esclamò seccamente il capo, «Se fossero così affezionati alle loro case, perché non ha
«Tu parli di quella farsa che è stata la Settimana della Vecchia Casa,» disse Griffin. «È stato un fiasco. Naturalmente che lo è stato! Webster ha buttato un’esca così grossa, che i pesci, invece di abboccare, sono morti soffocati. Lavorando con una mentalità propria della Camera di Commercio, si ottengono sempre questi risultati.»
L’assessore Forrest King prese la parola, rabbiosamente.
«Che cos’hai da dire contro la Camera di Commercio, Griffin? Se tu hai fatto fiasco negli affari, non è un buon motivo per…»
Griffin lo ignorò ostentatamente.
«Il giorno della pressione sulle masse è tramontato, signori. È tramontato per sempre. La Giornata del Consumo è morta e sepolta.
«Il giorno in cui si potevano proclamare giornate del granoturco o del dollaro o escogitare qualche celebrazione artificiosa e chiassosa è tramontato da tempo. Le sfilate di ragazze in costume e il rullo dei tamburi e i fuochi d’artificio, che attiravano folle d’ingenui pronti a spendere dollari per consumare il prodotto che ci passava in testa di lanciare in quel periodo, appartengono al passato, ed è un passato vecchio di molti, molti a
«Il successo di queste esibizioni da circo era dovuto allo sfruttamento della psicologia della massa e della lealtà civica, lo spirito civico che faceva sentire un cittadino parte della città, che gli faceva credere di dovere qualcosa alla collettività. Ma non può esistere lo spirito civico, mentre la città agonizza, muore. E non ci si può appellare alla psicologia della massa, quando la massa non c’è… la folla è scomparsa… quando ogni uomo, o quasi, possiede la solitudine di quaranta acri di campagna.»
«Signori,» supplicò il sindaco, «Signori, questo è chiaramente fuori luogo. Stiamo dimenticando l’argomento di cui ci occupiamo.»
King si animò improvvisamente, si avvicinò al tavolo a grandi passi.
«No, vediamo di parlarci chiaro e di arrivare fino in fondo. Webster è arrivato. Forse ci potrà dire cosa ne pensa.» Webster si mosse, sentendosi enormemente a disagio.
«Credo proprio di non avere nulla da dire,» mormorò.
«Lasciamo perdere,» disse Griffin, seccamente, e tornò a sedersi.
Ma King rimase in piedi, con il viso paonazzo, e le labbra tremanti per l’ira.
«Webster!» gridò.
Webster scosse il capo.
«Tu sei venuto qui con una delle tue grandi idee,» gridò King, ancora più forte. «Volevi sottoporla al consiglio. Avanti, amico, alzati e parla.»
Webster si alzò lentamente, stringendo le labbra, ostile.
«Forse tu hai la testa troppo dura.» disse a King, «Per capire per quale motivo il tuo comportamento mi ha offeso.»
King spalancò la bocca, spalancò gli occhi, e poi, dopo un attimo di silenzio attonito, esplose.
«La testa troppo dura! Hai il coraggio di dire questo a me, a me! Abbiamo lavorato insieme e io ti ho sempre aiutato. Non ti sei mai permesso di parlarmi così, prima d’ora… hai sem…»
«Non ti ho mai parlato così prima d’ora.» disse Webster, in tono calmo, «È naturale. Non volevo perdere il posto.»
«Be’ il posto l’hai perso,» ruggì King. «Da questo preciso momento, il posto l’hai perso.»
«Piantala.» disse Webster.
King lo fissò, attonito, come se qualcuno lo avesse improvvisamente preso a schiaffi in faccia.
«E siediti,» aggiunse Webster. La sua voce attraversò il silenzio della sala come la lama di un coltello.
Le ginocchia di King si piegarono, e l’uomo sedette, pesantemente. Il silenzio era assoluto, gelido come la neve.