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«Ho qualcosa da dire,» a
«L’assessore Griffin ha detto che la città stava agonizzando, e la sua affermazione è vera. In essa riesco a trovare un solo errore, e si tratta di un errore per difetto, non per eccesso. La città… questa città, tutte le città… è già morta.
«La città è un anacronismo. È sopravissuta alla sua utilità, alla sua funzione storica e sociale. Le colture idroponiche e gli elicotteri ha
«Ma oggi queste condizioni non esistono più. Grazie all’aereo di famiglia, oggi cento miglia sono una distanza molto più breve che cinque miglia nel 1930. Gli uomini possono volare per diverse centinaia di chilometri, per raggiungere il proprio posto di lavoro e tornare a casa con lo stesso mezzo alla fine della giornata. La gente non ha più bisogno di vivere ammassata in una città.
«L’automobile ha dato inizio a questo processo e l’aeroplano di famiglia l’ha portato alla logica conclusione. Già nella prima metà del secolo questo processo era visibile… una tendenza ad allontanarsi dalla città, con le sue tasse e le sue condizioni di vita malsane, una tendenza al decentramento, una sempre maggiore espansione dalla periferia, un primo attacco alla campagna. La mancanza di mezzi di trasporto adeguati, e soprattutto di mezzi finanziari adeguati, te
Si interruppe, e nessuno ruppe il silenzio. Il sindaco aveva un’espressione sconvolta. King muoveva le labbra, ma non ne usciva alcun suono. Griffin stava sorridendo.»
«Così che cosa ci è rimasto?» domandò Webster. «Ve lo dico io quello che ci è rimasto. Strada dopo strada, isolato dopo isolato, di case deserte, abbandonate, case dalle quali gli abitanti sono usciti per non ritornare. E perché avrebbero dovuto restare? Che cosa poteva offrire loro la città? Nessuna delle cose che essa offriva alla generazione precedente, perché il progresso ha spazzato via il bisogno dei benefici offerti dalla città. Gli abitanti ha
«E a noi che è rimasto? Qualche isolato di uffici e di imprese commerciali. Qualche acro occupato da stabilimenti industriali. Un’amministrazione municipale organizzata per occuparsi di un milione di persone, ma senza quel milione di persone. Un bilancio le cui esigenze ha
«Se credete che la risposta ve la possano dare le Camere di Commercio, le campagne pubblicitarie, o chissà quale progetto pazzesco… ebbene, siete pazzi. C’è una sola risposta, ed è semplicissima. La città, come istituzione umana, è morta. Potrà forse sopravvivere per qualche a
«Signor Webster…» disse il sindaco.
Ma Webster non gli prestò alcuna attenzione.
«Se non fosse per quello che è accaduto oggi,» disse, «Avrei continuato a recitare questa stupida commedia… avrei continuato a recitare con voi la commedia del bambino che gioca con la casa delle bambole. Avrei continuato a fingere che la città fosse un’entità viva, reale ed esistente. Avrei continuato a inga
Il silenzio gelido si frantumò in un fruscio di fogli, in qualche soffocato colpo di tosse di ascoltatori imbarazzati.
Ma Webster non aveva finito.
«La città ha fallito,» disse, «Ed è stato un bene che sia venuta meno ai motivi della sua esistenza. La città ha fallito, perché non c’è più alcun motivo per cui essa esista. E invece che restare seduti qui in gramaglie, a piangere sul suo povero cadavere, fareste meglio ad alzarvi in piedi e a gridare di gioia. Dovreste essere grati al progresso e al destino, che ha
«Perché se questa città non avesse esaurito la sua funzione, il suo scopo, il motivo stesso della sua esistenza… se questa città, come tutte le altre città del mondo, non fosse stata abbandonata, signori, questa città sarebbe stata distrutta… tutte le città del mondo sarebbero state distrutte. Ci sarebbe stata una guerra, signori, vedete? Una guerra atomica. Avete forse dimenticato gli a
«Ma le città sono state abbandonate e le industrie si sono disperse per tutto il paese, e così non ci sono più stati bersagli e non c’è più stata la guerra.
«Alcuni tra voi, signori,» disse, «Molti tra voi, signori, sono vivi, oggi, perché la popolazione ha lasciato la vostra città.
«E adesso, per l’amor di Dio, lasciatela riposare in pace. Siate felici che sia morta. È la cosa più bella che sia mai capitata in tutta la storia umana.»
John J. Webster voltò le spalle al consiglio comunale, e lasciò la sala.
Fuori, sui grandi gradini di pietra, si fermò a guardare in alto il cielo azzurro e terso, vide i piccioni che descrivevano ampi circoli sopra le guglie e le torrette del municipio.
Si scosse mentalmente, come un cane appena uscito da un laghctto.
Era stato uno stupido, naturalmente. Adesso avrebbe dovuto cercare un lavoro, e ci sarebbe forse voluto del tempo prima di trovarne uno. Ed era già un po’ anziano per ricominciare tutto da capo, per cercare un nuovo lavoro.