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— Vivere in casa di qualcuno che ho assassinato non è precisamente la mia idea di libertà.

— Ender, ciò che è fatto è fatto. Adesso i loro mondi sono vuoti, e il nostro è affollato. E possiamo portare lassù cose che non ci sono mai state: gente che vive una sua vita personale, individuale, che si ama o che si odia per ragioni soltanto sue. In tutti i pianeti degli Scorpioni c’è sempre stata soltanto una persona, una vita, una storia; quando li abiteremo noi sara

Ender non disse nulla.

— So cosa stai pensando, Ender. Pensi che io desidero soltanto controllarti, non troppo diversamente da Peter o da Graff o altri.

— Chi ti dice che non mi stai già controllando?

— Benvenuto nella razza umana, allora — sorrise lei. — Nessuno ha il pieno controllo della sua vita. Il meglio che puoi fare è di lasciare un po’ di questo controllo a qualcuno che sia in gamba, o che ti vuol bene. Io non sono venuta qui perché sogno la vita del colono. Sono qui perché fin’ora ho vissuto con un fratello che odio. Ora voglio una possibilità di conoscere il fratello che amo, prima che sia troppo tardi, prima che la nostra infanzia sia svanita.

— È già troppo tardi per questo.

— Sbagli, Ender. Ti senti cresciuto e logoro e stanco di tutto, ma nel tuo cuore sei un ragazzino, e io sono ancor più giovane di te. Lo terremo gelosamente segreto. E quando tu governerai la colonia e io scriverò di filosofia e politica, nessuno saprà che la sera giochiamo a dama imbrogliando dispettosamente e poi facciamo le battaglie coi cuscini.

Ender rise, ma aveva notato un paio di cosette gettate lì troppo casualmente per essere casuali. — Governare?

— Io sono Demostene, Ender. Ho lasciato la terra su ali di fiamma: un pubblico a

— Qualcuno avrebbe potuto prendersi il disturbo di chiedermelo.

— Te lo sto chiedendo io.

— Dopo che tutto è già stato a

— A dire il vero queste registrazioni sara

— Rivelerai a tutti che Demostene sei tu? Una ragazza di quattordici a

— Si dirà soltanto che Demostene parte con i coloni. Lasciamo pure che i curiosi trascorrano i prossimi cinquant’a





Ender rise e scosse il capo. — Sembra proprio che tutto questo ti diverta molto, Val.

— Non vedo perché non dovrebbe.

— Va bene — disse Ender. — Verrò. Forse proverò anche a fare il governatore, se tu e Mazer sarete lì a darmi una mano. Al momento la mia sola genuina dote di politicante è un’ignoranza assoluta di quello che dovrò fare.

Lei mandò un gridolino e lo abbracciò, con tutte le manifestazioni d’entusiasmo tipiche di una fanciulla a cui il suo fratellino minore ha appena fatto il regalo più bello.

— Val — disse lui, — voglio solo che una cosa sia chiara: non vengo perché me lo hai chiesto tu, né per essere governatore, né perché qui mi a

Il viaggio fu lungo. Prima che giungesse al termine, Val aveva finito il primo volume della sua storia delle guerre contro gli Scorpioni e il testo fu trasmesso alla Terra con la firma di Demostene. Ender si era guadagnato qualcosa di più che l’adulazione dei passeggeri; la gente che aveva imparato a conoscerlo gli voleva bene e lo rispettava.

Sul nuovo pianeta s’impegnò nell’organizzazione della colonia e lavorò con la stessa energia degli altri per mettere in piedi un’economia autosufficiente. Ma il compito alla lunga più importante, come tutti furono d’accordo, consisteva nell’esplorare ciò che gli Scorpioni avevano costruito: strutture e macchinari, fattorie, depositi e miniere, cercando di apprendere cose nuove e a

Tuttavia ogni oggetto racconta la sua storia. Dalla robustezza dei tetti delle fattorie, dalle spesse mura delle stalle e dalle dimensioni delle dispense e dei depositi di foraggio, Ender seppe che lì gli inverni erano duri, con pesanti nevicate. Dai recinti armati con punte aguzze rivolte all’infuori, seppe che vi erano predatori molto insidiosi per gli animali domestici. Dai mulini seppe che il destino dei frutti oblunghi dei malridotti frutteti era di venir macinati e trasformati in tonde forme di pane verdastro. E dagli slittini che gli adulti usavano per tirarsi dietro la prole anche nei campi apprese che, sebbene gli Scorpioni non avessero una vera mente individuale, curavano teneramente i loro piccoli.

La vita si stabilizzò, e gli a

— Sono diventati gente di campagna — disse Valentine un giorno. — A nessuno interessa sapere che Demostene oggi spedisce il settimo volume della sua Storia. Nessuno lo leggerà, qui.

Ender sfiorò un pulsante e il suo banco passò a mostrargli la pagina successiva. — Vai molto a fondo nei particolari, Valentine. Quanti volumi ancora pensi di scrivere?

— Uno soltanto. La storia di Ender Wiggin.

— E cosa pensi di fare? Aspetterai che io sia invecchiato e morto?

— No. Comincerò dalla tua infanzia e arrivata al momento presente concluderò.