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Sulla Terra essa rimase una religione fra le tante. Ma per quelli che avevano attraversato lo spazio per abitare nei tu
Nessuno seppe, e nessuno in realtà volle sapere, chi fosse stato il primo degli Araldi. Ender preferì non dirlo.
All’età di venticinque a
Fu allora che l’anziano Egemone della Terra, Peter Wiggin, ormai settantasette
— Io so chi l’ha scritto — le disse il fratello. — Ebbene, se lui può dar voce alle parole degli Scorpioni, sicuramente potrà farlo anche per me.
Ender parlò così con lui a mezzo ansible, e Peter gli raccontò la storia della sua vita senza omettere nessuno dei suoi crimini né le azioni che avevano portato vantaggi a qualcun altro. E quando Peter morì, Ender scrisse un secondo volume ancora a firma dell’Araldo dei Defunti. I due libri, insieme, ve
— Coraggio, Val — disse un giorno a sua sorella. — Voliamo via, e andiamo a vivere per sempre.
— Non ci è concesso — rispose Valentine. — Ci sono miracoli che neppure la velocità relativistica può fare, Ender.
— Dobbiamo andarcene. Sento che qui potrei perfino trovare la felicità.
— Allora rimani.
— Ho vissuto troppo a lungo col mio dolore. Non voglio sapere che persona sarei senza di esso.
Così si imbarcarono su un’astronave e viaggiarono di pianeta in pianeta. Dovunque si fermarono lui fu soltanto Andrew Wiggin, Araldo itinerante dei defunti, e lei fu soltanto una storica di nome Valentine, che metteva per iscritto le opere dei vivi mentre lui dava voce alle storie dei defunti. E in ognuno di quei luoghi Ender portò sempre con sé il prezioso bozzolo di seta bianca, in cerca del mondo in cui la regina dell’alveare avrebbe potuto risvegliarsi e crescere, e vivere in pace.
La sua fu una lunga ricerca.