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— Alt! — disse una delle guardie.

— Eh? — fece Hari. La gente di Shantih aveva adottato molto presto la lingua parlata a Victoria, perché era gente di molte lingue diverse e aveva bisogno di un linguaggio comune da usare nell’insediamento e anche nei contatti con la città; ma alcuni dei più anziani non avevano mai imparato certe usanze cittadine. Hari non aveva mai udito la parola «alt».

— Fermi — disse la guardia.

— Va bene — replicò Hari. — Dobbiamo aspettare qui — spiegò agli altri.

Dalla porta chiusa della sala del Consiglio filtravano voci, discorsi. Gl’invitati di Shantih si sparpagliarono lungo l’atrio per guardare gli affreschi durante l’attesa: le guardie ordinarono di attendere in gruppo, e loro tornarono accanto alla porta. Finalmente i battenti si aprirono, e la delegazione di Shantih ve

Un uomo dai capelli ricciuti, seduto a un tavolino sotto il podio, si alzò e a

— Permesso accordato — disse uno degli uomini sul podio.

— Venite avanti. No, non là: dall’altra parte. — L’uomo ricciuto bisbigliò e si agitò fino a quando la delegazione si fu sistemata dove voleva lui, vicino al podio. — Chi è il portavoce?

— Lei — disse Hari, indicando Vera.

— Dica il suo nome com’è indicato nel registro nazionale. Deve rivolgersi ai membri del Congresso chiamandoli «signori» e ai consiglieri chiamandoli «eccellenze» — bisbigliò il cancelliere, aggrottando la fronte. Hari lo guardò con benevolo divertimento, come se fosse stato un pipistrello marsupiale. — Avanti, avanti! — mormorò il cancelliere, sudando.

Vera avanzò di un passo, staccandosi dal gruppo.

— Sono Vera Adelson. Siamo venuti a discutere con voi i nostri piani per inviare un gruppo a nord, a fondare un nuovo insediamento. L’altro giorno non avevamo avuto il tempo di parlarne in modo approfondito, perciò c’è stato qualche equivoco. Ora è tutto risolto. Jan ha la carta geografica chiesta dal consigliere Falco: siamo lieti di consegnare questa copia per gli archivi. Gli esploratori ci ha

Vera, nella tuta bianca di seta arborea, era immobile come una statua nella luce grigia. La sua voce era calma.

— Centodieci a

Sui banchi ci fu un moto di sorpresa.

— Dodicimila individui, nella regione della baia di Songe, è il massimo che la zona possa sfamare, secondo noi, senza un’agricoltura superintensiva e un continuo rischio di carestie. Quindi riteniamo che sia ora che alcuni di noi si trasferiscano e creino un nuovo insediamento. Dopotutto, lo spazio non manca.

Falco, dal suo seggio di consigliere, sorrise lievemente.



— Poiché il paese e la città non si sono fusi e formano tuttora due gruppi separati, riteniamo che un tentativo congiunto di creare un nuovo insediamento sarebbe poco opportuno. I pionieri dovra

Seguì un breve silenzio.

Un uomo nei banchi si alzò a parlare, ma tornò in fretta a sedersi quando vide che stava per intervenire il consigliere Falco.

— Grazie, senhora Adelson — disse Falco. — Verrete informati della decisione del Consiglio riguardo alla questione. Senhor Brown, qual’è il successivo punto all’ordine del giorno?

Il cancelliere riccioluto gesticolò freneticamente in direzione dei delegati di Shantih, agitando una mano, mentre con l’altra frugava tra le sue carte. Le due guardie si fecero avanti a passo deciso e si misero ai fianchi dei cinque inviati del paese. — Venite! — ordinò una.

— Scusatemi — disse Vera, gentilmente. — Consigliere Falco, temo che non ci siamo capiti. Noi abbiamo preso una decisione, in via provvisoria. Ora desideriamo, in collaborazione con voi, prenderne una definitiva. Né voi né noi possiamo decidere da soli su un problema che ci riguarda tutti.

— Ha frainteso — replicò Falco, guardando l’aria sopra la testa di Vera. — Voi avete fatto una proposta: la decisione spetta al governo di Victoria.

Vera sorrise. — So che non siete abituati a sentire le do

— Vedete — disse quello, come se continuasse il discorso di Vera, — prima dobbiamo chiarire cosa vogliamo e come possiamo farlo: poi, quando saremo d’accordo, lo faremo.

— La discussione è chiusa — dichiarò il calvo consigliere Helder, seduto alla sinistra di Falco. — Se continuerete a ostacolare l’attività dell’assemblea, verrete allontanati con la forza.

— Non ostacoliamo nessuna attività: stiamo solo cercando di facilitarla — ribatté Jan. Non sapeva dove mettere le grosse mani, che teneva abbandonate lungo i fianchi, semichiuse, come se sentisse la mancanza della sua zappa. — Dobbiamo discutere a fondo la cosa.

Senza alzare la voce, Falco disse: — Guardie.

Mentre le guardie avanzavano, Jan fissò sconcertato Vera, e Hari interve

— Eccellenza! Faccia condurre fuori costoro! — gridò un uomo dai banchi. Altri cominciarono a urlare, come se tenessero a farsi sentire dai consiglieri. I delegati di Shantih rimasero in silenzio, anche se Jan Serov e il giovane King guardavano sbalorditi le facce rabbiose rivolte verso di loro. Falco confabulò un momento con Helder: poi fece un ce