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Molte delle idee originali per le mie storie vengono da libri per i quali provo il più profondo disprezzo. È come per i suonatori di campane… si eseguono delle variazioni, si mettono insieme tutte le possibili combinazioni e risposte possibili e questo rende la storia originale, anche se affronta tematiche vecchie e sfruttate. In "Firewatch" [1982; "Servizio antincendio"], ad esempio, gran parte della vicenda non è altro che una risposta personale agli errori commessi, a mio giudizio, dai protagonisti delle storie sui viaggi nel tempo. E questo aspetto è presente, in parte, anche in Doomsday Book. Mi è capitato spesso di sentir affermare: «Ecco, questa è la pronuncia del Middle English». Ma come fa

Il viaggio nel tempo è per me il tema per eccellenza, anzi potrei passare il resto della vita a scrivere solo storie sui viaggi nel tempo (ma non lo farò, state tranquilli!) perché è un campo così ricco, così fertile. Però, chiamo Dio a testimone, non scriverei mai racconti di storia alternativa. Non mi piace. La storia è così complicata, piena di coincidenze, casi fortuiti ed altri mancati di un soffio, eventi strani che nessuno sarebbe riuscito a prevedere, che non credo esisterà mai un modello assoluto della storia. Il problema con la storia alternativa è proprio questo, che non è storia. Più leggo la storia, è più sono portata a credere che esista una sorta di forza guida, perché è piena di eventi mancati per un pelo.

Il mio romanzo parla di un salvataggio, di persone che arrivano e di altre che alla fine non arrivano, di promesse che non possono essere mantenute e di altre promesse mantenute invece a tutti i costi. Spiega come si comporta la gente quando è disperata e come riesca miracolosamente a superare questa situazione d'impotenza e capire la condizione umana. E al tempo stesso, su un altro piano, per me rappresenta davvero la fine del mondo. Mia madre morì quando avevo dodici a





Doomsday Book è un gigantesco albatross che mi è rimasto appollaiato su una spalla per cinque a

Nel mio prossimo libro, invece, farò l'esatto contrario. Non sarà un seguito, anche se avrà la stessa premessa, il viaggio nel tempo. La commedia per me non è solo qualcosa che fa ridere, che è spiritosa; commedia per me è il lato positivo di tutte le cose. È riconciliazione, unione, comunicazione, il non prendersi troppo sul serio. Proprio questo è il grande problema degli a

I tempi sono maturi per dare spazio alla commedia, ed è al tempo stesso il momento migliore e il momento peggiore per farlo. C'è in giro un sacco di ottimo materiale, ma nessuno riesce più a scherzare su nulla. Siamo tornati ad essere come i vittoriani, ed è così scoraggiante. Tutti sono così virtuosi e moralisti. In questo nuovo libro potrò sparare a zero su tutte le persone e su tutte le cose che a mio parere ha

Ma anche se penso già a un nuovo romanzo, non ho smesso di considerarmi una scrittrice di racconti. Mai, anche se questo dovesse significare la fine della mia carriera, abbandonerò i racconti e i romanzi brevi, perché quella è la dimensione più vicina al mio cuore. Secondo me il futuro è molto più attraente se intravisto appena dal buco della serratura. Si punta un riflettore su un minuscolo aspetto del futuro, del passato, degli alieni, di quello che volete, e si colgono dei brevi acce

Nel campo della narrativa breve, mi piacciono un sacco John Crowley e Howard Waldrop: adoro tutto ciò che scrivono. Di Crowley apprezzo molto anche i romanzi. Anche se insisto molto sui personaggi e sulla trama, ho sempre preferito le storie di fantascienza con delle idee davvero interessanti. Ed è ancora così. Ma non so perché non scrivo quel genere di fantascienza. Mi piace quasi tutto quello che scrive Pat Cadigan e adoro le commedie di Eileen Gu

Adesso sto scrivendo una storia che è la mia risposta a Balla coi lupi, un film contro il quale ho strepitato per settimane, rischiando di farmi cacciare da Greeley, Colorado, dove invece tutti lo adoravano. Cercherò di offrire la mia immagine del West, anche se in realtà la storia si svolgerà nello spazio e affronterà il tema di ciò che veramente accade quando una tecnologia avanzata ne incontra una più arretrata, e quali sono le vere responsabilità. Non credo che si possa ridurre tutto a uno scenario di vincitori e vinti e secondo me è folle dare una lettura di questo tipo. Cinque o sei a