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Fu una figlia, e la chiamarono Haldre. Quando la lanugine sulla sua testolina bruna dive

Semley non rivelò mai al marito la sua insoddisfazione. Nonostante la sua gentilezza con lei, Durhal, nel suo severo orgoglio di grande signore, nutriva soltanto disprezzo per i sentimenti di invidia e per i desideri vani, e lei non voleva incorrere in quel disprezzo. Ma ne parlò con Durossa, sorella di Durhal.

— Un tempo la mia famiglia possedeva un grande tesoro — le disse. — Era una collana d'oro massiccio, con una grande gemma azzurra incastonata al centro… uno zaffiro?

Durossa scosse il capo, sorridendo: anche lei era incerta sull'esattezza del nome. Si era quasi alla fine dell'a

Semley e la cognata sedevano insieme in un riquadro di sole, su una panca di pietra accanto a una finestra della Grande Torre, dove si trovavano le stanze di Durossa.

Rimasta vedova ancora giovane, e senza figli, la sorella di Durhal era poi andata in sposa al Signore di Hallan, che era anche suo zio paterno. Poiché era un matrimonio tra consanguinei, e poiché per entrambi si trattava di seconde nozze, lei non aveva preso il titolo di Signora di Hallan che in futuro sarebbe spettato a Semley; sedeva però a fianco del vecchio Signore sull'Alto Seggio, e lo aiutava a governare i suoi domìni. Era più anziana del fratello, voleva molto bene alla giovane cognata e soprattutto adorava la piccola, bionda Haldre.

— Fu comprata — continuò Semley — con tutto il bottino conquistato dal mio antenato Leynen, allorché s'impadronì dei Feudi del Sud… pensa: tutto il denaro di un intero regno, per una singola gemma! Oh, offuscherebbe qualsiasi gioiello che si sia visto qui a Hallan, certo. Perfino quei cristalli grossi come uova di koob che porta tua cugina Issar. Era talmente bella che le ve

— E tu, non l'hai mai vista? — domandò pigramente la do

— Andò perduta prima che nascessi.

— L'ha

— No. Mio padre diceva che fu rubata, prima ancora che i Signori delle Stelle giungessero nel nostro regno. Non ha mai voluto parlarne, ma c'era una vecchia do

— Ah, i Fiia, come mi piacerebbe vederli! — disse Durossa. — Ne parlano tutte le ballate e le fiabe; perché non vendono mai nelle Terre Occidentali?

— Perché sono troppo alte e troppo fredde d'inverno, credo. I Fiia amano il sole delle valli meridionali.

— Assomigliano al Popolo d'Argilla?

— Non saprei; non ho mai visto Uomini d'Argilla: vivono lontano da noi, al sud. Si dice che siano bianchi come i plebei, e goffi e tozzi. I Fiia sono biondi e aggraziati, sembrano bambini, ma più sottili, e molto saggi. Oh, se mi dicessero dove si trova la collana, chi l'ha rubata e dove l'ha nascosta! Pensa, Durossa: se potessi entrare nella Sala dei Banchetti di Hallan e sedermi accanto a mio marito, con al collo le ricchezze di un intero regno, e far sfigurare tutte le altre do





Durossa si chinò sulla piccola Haldre, che sedeva su un tappeto di pelliccia, tra la madre e la zia, e che era profondamente impegnata a studiarsi le dita dei bruni piedini. — Semley è sciocca — mormorò alla bimba. — Semley che splende come una stella cadente, Semley il cui marito ama un unico oro: quello dei suoi capelli…

E Semley, che aveva distolto gli occhi dalle verdi pendici dell'estate per perdersi con lo sguardo nel lontano mare, non disse più nulla.

Ma quando fu trascorso un altro a

— Tieni tu Haldre per qualche giorno, Durossa — le disse, senza preamboli, con voce tranquilla. — Io vado nel Sud, a Kirien.

— A visitare tuo padre?

— A cercare la mia eredità. I tuoi cugini del Feudo di Harget continuano a deridere Durhal. Perfino quel mezzosangue di Parna può divertirsi a tormentarlo, perché sua moglie ha sul letto una coperta di raso, ha un orecchino con brillante, e ha tre abiti di gala, quella sciattona dalla faccia color farina, dai capelli neri! Mentre la moglie di Durhal va in giro con la veste rammendata…

— Di che cosa deve andare fiero Durhal? — interve

Ma Semley non era disposta a cedere. — I Signori di Hallan sta

— Semley! Hai avvertito Durhal della tua partenza?

— Il mio ritorno sarà trionfale… fagli sapere solo questo — disse la giovane Semley, scoppiando per un attimo in una delle sue allegre risate; poi si chinò a baciare la figlia, si voltò, e prima che Durossa riuscisse a dire una sola parola, sparì come un soffio di vento sull'assolato pavimento di pietra.

Le do

La mattina del terzo giorno giunse a Kirien e si ritrovò ancora una volta nelle sue corti diroccate. Suo padre aveva bevuto tutta la notte, e, proprio come ai vecchi tempi, la luce del mattino che filtrava attraverso il tetto sfondato gli dava fastidio; il fastidio aumentò ulteriormente quando si accorse della presenza della figlia. — Perché sei tornata? — brontolò, fissandola per un attimo con occhi asso

— Sono la moglie di Durhal. Vengo a prendere la mia dote, Padre.

L'ubriaco brontolò, disgustato; ma lei rise così dolcemente che lo costrinse a guardarla di nuovo, con un brivido.