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Un fulmine illuminò la sala alle loro spalle, seguito ben presto da un rombo di tuono che rimescolava le viscere. Le luci tremolarono.

Si fermarono.

«Un solo squittio di pipistrello», bisbigliò Monk. «Anche un pipistrello minuscolo…»

Le luci brillarono più forte, poi si stabilizzarono. I quattro proseguirono. Il breve corridoio terminava con una porta a vetri sbarrata, oltre la quale c’era una sala più grande.

«La Obergruppenführersaal.» Ulmstrom tirò fuori un pesante mazzo di chiavi e aprì la porta. «Il sancta sanctorum del castello. I normali visitatori non vi possono accedere, ma penso che voi possiate apprezzarla.»

Te

«Himmler costruì questa sala circolare per riprodurre quella di re Artù a Camelot. Fece persino piazzare un massiccio tavolo rotondo di quercia al centro. Era qui che radunava i dodici ufficiali principali del suo Ordine Nero, per assemblee e rituali.»

«Che cos’è quest’Ordine Nero?» chiese Monk.

«Era un altro nome delle SS. Per essere più precisi, der Schwarze Auftrag, l’Ordine Nero, era il nome dato alla cerchia ristretta dei seguaci di Himmler, un comitato segreto che aveva le proprie radici nella società occulta di Thule.»

Di nuovo la società di Thule. Himmler era membro di quel gruppo, come il bisno

Il direttore proseguì: «Himmler credeva che questa sala e la torre fossero il centro spirituale e geografico del nuovo mondo ariano».

«Perché qui?» chiese Gray.

Ulmstrom scrollò le spalle e si portò al centro della stanza. «In questa regione i teutoni sconfissero i romani in una battaglia cruciale per la storia germanica.»

Gray aveva sentito un racconto analogo dal padre di Ryan.

«Ma i motivi possono essere molti, da queste parti le leggende abbondano. Qui vicino c’è un gruppo di monoliti preistorici simili a Stonehenge, si chiama Externsteine. Alcuni sostengono che sorga sulle radici dell’albero del mondo norreno, lo Yggdrasil. E poi, naturalmente, c’erano le streghe.»

«Quelle che furono uccise proprio in questo castello», aggiunse Gray.

«Himmler credeva, forse a ragione, che quelle do

«È proprio vero quello che dicono gli agenti immobiliari, allora», borbottò Monk. «Tutto dipende dalla posizione.»

«Qualunque sia il motivo, questo è lo scopo ultimo di Wewelsburg», disse Ulmstrom, indicando il pavimento.

Nella semioscurità, c’era un disegno realizzato con mattonelle verde scuro su sfondo bianco. Somigliava a un sole con dodici raggi a forma di saetta.

«Die schwarze So

«Il ritorno al Padre di tutte le cose», commentò Gray, ripensando alla Menschrune.

«Quello era l’obiettivo ultimo dei nazisti, o almeno di Himmler e del suo Ordine Nero: far ritornare il popolo tedesco al proprio status divino. Perciò Himmler scelse questo simbolo per rappresentare l’ordine.»

Gray cominciava a intuire il tipo di ricerca in cui Hugo poteva essere stato coinvolto. Un biologo originario di Wewelsburg. Forse era implicato in una forma distorta del progetto Lebensborn, una specie di programma eugenetico? Ma perché qualcuno avrebbe continuato a uccidere per un programma del genere? Qual era la scoperta di Hugo che secondo lui doveva rimanere segreta, nascosta in codice nei libri di famiglia?





Gray ripensò il passaggio della lettera scritta da Hugo alla figlia, poco prima di morire. Acce

Un altro lampo filtrò attraverso le finestre. Il simbolo del Sole Nero brillò. Le luci elettriche tremolarono, mentre il riverbero del tuono scuoteva il castello abbarbicato sulla collina. Non era il posto migliore in cui stare durante un temporale.

Come a volerlo confermare, l’illuminazione dive

Ma la luce fievole che penetrava dalle finestre consentiva ancora di vedere qualcosa. Si sentirono alcune grida in lontananza. Più vicino, ci fu un forte clangore. Tutti gli sguardi si diressero verso l’origine di quel suono.

La porta della sala si era chiusa, sbattendo. Gray poggiò la mano sull’impugnatura della pistola, nella fondina sotto il maglione.

«Un blocco di sicurezza», li rassicurò Ulmstrom. «Nulla da temere. I generatori di riserva dovrebbero…»

Le lampade tremolarono, poi si riaccesero.

«Ah, ecco qua. Es tut mir leid», si scusò il direttore. «Da questa parte.» Li condusse di nuovo alla porta di sicurezza, ma, anziché dirigersi verso la sala principale, puntò verso una scalinata laterale. Evidentemente il tour non era finito. «Penso che potreste trovare particolarmente interessante anche un’altra sala, dato che vi è rappresentata la Menschrune che avete visto nella Bibbia.»

Sentirono un rumore di passi che si avvicinavano rapidamente.

Gray si voltò, rendendosi conto di avere ancora la mano sulla pistola. Ma non c’era motivo di sfoderarla. Ryan camminava di gran lena verso di loro, tenendo stretta una busta marrone imbottita. Lanciò una serie di occhiate rapide attorno a sé, evidentemente allarmato dal breve blackout. «Ich glaube…» Si schiarì la voce. «Ho tutte le carte, compresa la lettera indirizzata alla mia prozia, Tola.»

Monk prese la busta. «Ora possiamo levarci dalle scatole.»

Forse era il caso. Gray diede un’occhiata al dottor Ulmstrom, fermo in cima a una rampa di scale che scendeva a un livello inferiore.

Il curatore fece un passo verso di loro. «Se andate di fretta…»

«Non si preoccupi. Che cosa stava dicendo della Menschrune?» Sarebbe stato sciocco andarsene senza esplorare appieno la questione.

Ulmstrom indicò le scale. «Giù c’è l’unica stanza dell’intero castello in cui si trova la Menschrune. Naturalmente la presenza di questa runa ha senso soltanto considerando…»

«Considerando cosa?»

Ulmstrom sospirò, guardando l’orologio. «Venite. Dovrò fare alla svelta, in ogni caso.» Si voltò e cominciò a scendere le scale.

Gray fece ce

Monk strizzò gli occhi quando passò davanti a Gray. «È ora di andare…»

Gray capiva l’impazienza dell’amico. Prima il falso allarme con la Mercedes, poi il blackout. Ma non era successo nulla e lui non voleva sprecare l’opportunità di scoprire qualcosa di più sulla runa della Bibbia e sui collegamenti alla storia di quel luogo.

La voce di Ulmstrom lo raggiunse mentre scendeva le scale. Gli altri erano arrivati al pianerottolo inferiore. «Questa sala è direttamente sotto la Obergruppenführersaal.»

Gray si unì agli altri nel momento in cui il curatore apriva una porta identica a quella del piano superiore, anch’essa sbarrata e sigillata da una spessa lastra di vetro. Ulmstrom te