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Gray s’incamminò nella direzione opposta. Dovevano essere al sicuro per un paio d’ore. Guardò l’orologio. C’era tutto il tempo di arrivare all’aeroporto e Monk sarebbe atterrato di lì a poco.

Fiona zoppicava accanto a lui, dando un’occhiata indietro ogni tanto.

Alle loro spalle, l’anatroccolo starnazzava nella notte.

«Mi mancherà», disse la ragazza.

«Anche a me.»

Himalaya,

ore 04.35

Painter era in piedi accanto al camino. Si era alzato dopo l’a

La corpulenta guardia aveva fatto tre passi avanti, ma A

Painter aspettò che la guardia, Klaus, ritornasse al suo posto, accanto alla porta. «Non c’è cura?»

«È la verità.»

«Allora perché Painter non manifesta la stessa follia dei monaci?» chiese Lisa.

A

«Che cosa intende?» chiese Lisa.

A

Painter porse una mano a Lisa, mentre A

Non ci poteva essere esca migliore.

Lisa si chinò verso di lui mentre si alzava. «Che succede?»

«Non ne sono certo.» Painter guardò A

Forse troveremo un modo per aiutarci a vicenda.

Painter si era proposto di dire la stessa cosa ad A

Era preoccupato.

«Deve avere a che fare con quell’esplosione che abbiamo sentito», ipotizzò Lisa.

Painter a

A

«Se non vi spiace, seguitemi», disse A

Klaus scortò Lisa e Painter, con gli altri due uomini armati al seguito.





Andarono in una direzione diversa rispetto alla loro confortevole cella. Dopo qualche svolta, nel cuore della montagna si estendeva un tu

Painter notò l’odore di fumo nell’aria, sempre più intenso via via che procedevano. Rivolse nuovamente la sua attenzione ad A

«È stato l’incidente, come ho detto prima.»

«Un incidente che ha riguardato che cosa, esattamente?» incalzò lui.

«La risposta non è facile, risale a un momento storico molto lontano.»

«Al tempo in cui eravate nazisti?»

A

«Davvero? Ma allora quanto è lunga questa storia? Ricordi che mi restano soltanto tre giorni.»

Lei gli sorrise e scosse la testa. «In tal caso, passerò immediatamente al momento in cui mio padre arrivò al Granitschloß, alla fine della guerra. Conosce quel periodo storico tumultuoso? Intendo il caos in Europa, dopo il crollo della Germania.»

«Una gara a chi si accaparrava di più.»

«E non soltanto la terra e le risorse della Germania, ma anche le nostre ricerche. Le forze alleate mandarono scienziati e soldati a razziare le campagne tedesche, in cerca di tecnologie segrete. Fu una… mischia.» A

Entrambi a

«La sola Gran Bretagna mandò cinquemila persone, tra soldati e civili, col nome in codice di T-Force, Technology Force. Il loro obiettivo dichiarato era individuare le tecnologie tedesche e preservarle dal saccheggio e dalle razzie, ma in realtà il saccheggio e le razzie erano il loro vero obiettivo, in competizione con le controparti americane, francesi e russe. Sapete chi era il fondatore della T-Force brita

Painter scosse la testa. Non poté fare a meno di confrontare la Sigma a quelle organizzazioni della seconda guerra mondiale. Saccheggiatori di tecnologie. Gli sarebbe piaciuto parlarne col fondatore della Sigma, Sean McKnight. Sempre che sopravvivesse così a lungo.

«Chi era il capo?» chiese Lisa.

«Un signore che rispondeva al nome di comandante Ian Fleming.»

Lisa emise uno sbuffo incredulo. «Lo scrittore che ha creato James Bond?»

«Proprio lui. Si dice che si sia ispirato ad alcuni membri della sua squadra per creare il suo personaggio. Ciò vi dà un’idea della brutalità e della noncurante esuberanza di quei ladri.»

«Il bottino di guerra va ai vincitori», commentò Painter, con un’alzata di spalle.

«Forse. Ma mio no

La partita non era ancora finita e lui raccolse la sfida. «Il Sicherheitsdienst era il commando delle SS impegnato nell’evacuazione dei tesori della Germania: oro, opere d’arte, antichità e tecnologie.»

La do

«E che ordini aveva?»

«Rimuovere, proteggere e distruggere tutte le prove di un progetto dal nome in codice Chronos. Il cuore del progetto era un dispositivo che si chiamava semplicemente die Glocke, la Campana. Il laboratorio di ricerca era nascosto sottoterra, in una miniera abbandonata nei Sudeti. Lui non aveva idea di quale fosse lo scopo del progetto, ma lo avrebbe scoperto in seguito. All’epoca rischiò di distruggere la Campana, ma aveva degli ordini da eseguire.»

«Perciò fuggì con la Campana. Come?»

«Furono messi in atto due piani contemporanei: una fuga a nord, attraverso la Norvegia, e un’altra a sud, attraverso l’Adriatico. C’erano agenti pronti ad assisterlo lungo entrambi i tragitti. Mio no

«La Campana», concluse Painter.

«Esatto. Offriva qualcosa che molti scienziati all’epoca cercavano con mezzi diversi.»