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«Lei mostra un evidente nistagmo.»

«Cosa?»

Lisa gli passò una borraccia di acqua fresca e gli fece ce

«I suoi occhi mostrano segni di nistagmo orizzontale, uno spasmo orizzontale delle pupille. Ha preso un colpo in testa?»

«Non penso. È grave?»

«Difficile a dirsi. Può essere il risultato di un da

«Che cosa intende per ‘molto probabilmente’, dottoressa Cummings?»

«Mi chiami Lisa», replicò lei, come se cercasse di distrarlo.

«Va bene, Lisa. Allora, potrebbe essere permanente?»

«Ci vorra

Lui bevve una sorsata d’acqua. Magari avesse potuto raccontarglielo… Cercò di ricordare, ma gli ve

«Spiriti maligni?»

«Ha indicato il punto in cui erano state viste le luci, in una regione remota delle montagne, un’area di profonde gole e cascate di ghiaccio che si estende sino al confine con la Cina, difficile da attraversare. Il monastero è su una spalla della montagna che sovrasta quella terra di nessuno.»

«Perciò il monastero era più vicino a quelle luci?»

Painter a

«È stato fortunato», disse la do

«Perché?»

Lei incrociò le braccia, come a schermarsi, proteggersi. «Fortunato a essere lontano dal monastero. Sembra che la prossimità alle luci sia correlata alla gravità dei sintomi.» Distolse lo sguardo, volgendo gli occhi al soffitto, come se cercasse di vedere attraverso le pareti. «Forse era una forma di radiazioni. Non ha detto che il confine con la Cina non è distante? Forse era un esperimento nucleare di qualche tipo.»

Painter si era fatto la stessa domanda qualche giorno prima.

«Perché scuote la testa?» chiese Lisa.

Painter non se n’era nemmeno reso conto. Si portò una mano alla fronte.

Lisa aggrottò le sopracciglia. «Non mi ha ancora detto che cosa ci fa lei qui, signor Crowe.»

«Chiamami Painter», disse con un sorriso beffardo. Non otte

Lisa lo interruppe con un ce

«Be’, sembra che tu non sia l’unica a essere stata reclutata da Ang Gelu. Ha contattato la nostra organizzazione una settimana fa, per indagare su voci di strane malattie da queste parti. Avevo giusto cominciato a studiare la situazione, determinare quali esperti convocare sul posto — medici, geologi, militari —, quando sono arrivate le tempeste. Non mi aspettavo di restare isolato per così tanto tempo.»

«Sei riuscito a escludere qualche possibilità?»

«Dopo i primi colloqui, ero preoccupato che forse i ribelli maoisti della zona fossero entrati in possesso di qualche scoria nucleare e avessero preparato una bomba sporca. Un po’ come quello che ipotizzavi tu sui cinesi. Perciò ho fatto qualche rilevamento di radioattività, mentre aspettavo che finissero le tempeste. Non ho riscontrato nulla di insolito.»





Lisa lo fissava, come se stesse studiando uno strano coleottero. «Se riuscissimo a raggiungere un laboratorio, forse potremmo avere qualche risposta.»

Quindi non lo considerava proprio un coleottero, ma piuttosto una cavia. Perlomeno stava risalendo la scala evolutiva.

«Prima dobbiamo sopravvivere», disse Painter, ricordandole qual era la realtà del momento.

Lei guardò il soffitto del seminterrato. Non sentivano colpi d’arma da fuoco da qualche tempo. «Forse pensano che siano tutti morti. Se restiamo qui sotto…»

Painter scostò la balla di fieno e si alzò. «Dalla tua descrizione, l’attacco è stato metodico, pianificato. Sicuramente conoscono questi tu

Lisa a

«E ci togliamo dai guai. Possiamo farcela», la rassicurò lui. Poggiò una mano sulla parete per mantenere l’equilibrio. «Possiamo farcela», ripeté, rivolto a se stesso più che a lei.

Si rimisero in cammino.

Dopo qualche passo, Painter si sentì più sicuro.

Bene.

L’uscita non poteva essere molto lontana.

Come a confermare quell’ipotesi, una brezza gelida sibilò lungo il corridoio, facendo oscillare i mazzetti di erbe con un suono secco. Painter sentì l’aria fredda sul viso. Si bloccò all’istante. L’istinto del cacciatore prese il sopravvento. Per metà era l’addestramento nelle Forze Speciali, per metà ce l’aveva nel sangue. Allungò una mano dietro di sé, prese Lisa per un braccio e le fece ce

Spense la pe

Davanti a loro qualcosa di pesante atterrò sul pavimento e un’eco si diffuse nel corridoio. Scarponi. Una porta sbattuta. La brezza cessò.

Non erano più soli.

Il killer si chinò nell’angusto seminterrato. Sapeva che c’era qualcun altro là sotto. Quanti? Si mise in spalla il fucile ed estrasse una pistola Heckler Koch MK23. Aveva già tolto il primo paio di guanti, rimanendo con quelli che gli lasciavano le dita scoperte. Rimase fermo ad ascoltare.

Un debolissimo strascichio di piedi.

Battevano in ritirata.

Almeno due persone, o forse tre.

Alzò una mano per chiudere la botola che conduceva al granaio sovrastante. La brezza gelida cessò, con un ultimo sibilo, mentre l’oscurità si richiudeva sopra di lui. Si calò sugli occhi un paio di occhiali per visione notturna e accese una lampada ultravioletta che portava legata a una spalla. Il corridoio cominciò a brillare di sfumature verde argenteo.

Lì accanto, su uno scaffale, erano accatastati scatolame e file di vasetti di miele, sigillati con la ceralacca. Li superò muovendosi lentamente, in silenzio. Non c’era fretta. Le uniche altre uscite portavano a una catastrofe di fuoco e fiamme. Aveva già sparato ai monaci che avevano ancora abbastanza se

Uccisi per misericordia, tutti quanti.

Come lui sapeva fin troppo bene.

La Campana era stata suonata troppo forte.

Era stato un incidente, uno dei tanti accaduti negli ultimi tempi.

Nel mese precedente aveva percepito l’agitazione tra gli altri inquilini del Granitschloß. Ancora prima dell’incidente. Qualcosa aveva messo in subbuglio il castello, un’agitazione che aveva percepito anche dai luoghi remoti in cui si trovava la sua appartata dimora. L’aveva ignorata. Non era un problema suo.