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Poi la voce della do

«La sento.»

Lei aveva la voce rauca, estenuata. «Stiamo tamponando la falla, ma non terrà a lungo.»

«Tenete duro.» Gray individuò il problema. Era saltato il fusibile di uno dei pistoni. Con un lembo della camicia, lo tirò fuori. «Ci serve un altro di questi, Fiona. Cerca qua attorno.»

«Faccia presto, comandante.»

I disturbi elettrostatici dive

Per quanto spaventato, Baldric le provava tutte.

Gray ascoltò con maggiore attenzione. La do

Lei gliela tirò e lui staccò l’ante

Su e giù. Non ci voleva uno scienziato.

Gray parlò nella radio. «A

«No, comandante. Uno di noi deve continuare a tamponare la falla. Se entrambi molliamo la presa, la Campana partirà all’istante.»

Gray chiuse gli occhi. Non potevano fidarsi della cooperazione di Baldric.

I disturbi elettrostatici erano diventati un frastuono costante nell’orecchio.

«Sa ciò che deve fare, comandante.»

E lo fece.

Spinse la leva.

Sentì le ultime parole della do

Ma, mentre abbassava la radio, la do

«Non sono una nazista.»

ore 15.19

Lisa s’inginocchiò, cullando Painter. Poi sentì il rombo di macchinari sotto le ginocchia. Il gigantesco schermo si sollevò verso il soffitto, imprigionando i raggi di luce blu.

Un urlo di terrore proruppe dall’interno. Era il vecchio.

Lisa vide le sue dita che arrancavano sul bordo dello schermo protettivo, cercando freneticamente di aggrapparsi. Troppo tardi. Lo schermo superò la sua portata e s’i

Le urla dell’uomo si sentivano ancora, attutite, ma frenetiche.

Poi Lisa la sentì nello stomaco: una scarica potente di energia. Era indescrivibile. Come un terremoto senza movimento. Poi nulla. Silenzio assoluto.

Painter gemette, come se l’effetto fosse doloroso per lui. Gli occhi gli si erano rovesciati nelle orbite. Rantolava, come se avesse le vie respiratorie piene di liquidi.

Lisa lo scosse delicatamente. Nessuna reazione. Era in stato semicomatoso.

«Monk!»

ore 15.23

«Presto!» gridò Monk alla radio.





Gray risalì di corsa le scale, seguito da Fiona. Si era trattenuto di sotto soltanto per il tempo necessario a trovare un fusibile di ricambio e riparare lo schermo protettivo. Non capiva tutto ciò che Monk aveva riferito, ma colmò i vuoti con le conoscenze di cui era in possesso: Painter era affetto da una forma di avvelenamento da radiazioni e la Campana era l’unica possibilità di guarigione.

Mentre si avvicinava al pianerottolo del quinto piano, sentì dei passi pesanti scendere verso di loro. Estrasse la pistola. E adesso?

Una sagoma imponente, le sopracciglia folte e la carnagione chiara, comparve sopra di loro, quasi cadendo giù dalle scale. Aveva la camicia zuppa di sangue e un brutto graffio gli solcava il viso, dalla fronte alla gola. Si teneva un polso rotto contro il petto.

Gray sollevò l’arma.

Fiona lo superò. «No, è con noi.» E, a voce più bassa, aggiunse: «Il fratello di A

Il gigante li raggiunse incespicando. Anche lui riconobbe Fiona. Guardò di traverso Gray, con stanca diffidenza, ma indicò le scale col fucile. «Blockiert.»

Bloccate.

Quindi quel bestione aveva guadagnato tempo per loro, pagando col sangue.

Corsero lungo il corridoio verso la stanza della Campana. Ma Gray sapeva che doveva preparare Gunther. Dopo il sacrificio di A

Gli posò una mano sul braccio. «A proposito di A

Gunther si voltò, irrigidendosi, un’espressione di dolore negli occhi, come se si aspettasse il peggio.

Gray affrontò quella paura e spiegò tutto con parole chiare, senza risparmiare nulla, concludendo con la verità fondamentale. «Ci ha salvato tutti quanti.»

Mentre ascoltava, il gigante aveva rallentato il passo. Ciò che non avevano potuto le ferite lo fece il dolore. Crollò in ginocchio nel corridoio.

Gray si fermò. «Le sue ultime parole sono state un messaggio d’amore per te.»

L’uomo si coprì il viso e si accasciò al suolo.

«Mi spiace…» disse Gray.

Monk comparve sulla soglia. «Che diavolo stai…» Poi vide Gunther e la voce gli si spense in gola.

Ma, per loro, non era ancora finita.

ore 15.23

«Abbassa lo schermo!» ordinò Gray, entrando con Monk.

Lisa era di fronte alla console. Aveva passato gli ultimi minuti a prendere familiarità col dispositivo. Durante il viaggio fino alla tenuta, A

«Lo schermo!» gridò di nuovo Gray.

Lei a

Ci fu un gran fracasso di ingranaggi sotto il pavimento. La Campana era tornata quiescente, perciò non fuoriusciva più nessuna luce dall’interno. Un passo più in là, Painter era disteso sul pavimento, sopra un telo, assistito dalla dottoressa Fairfield. Sulla destra, Mosi e Brooks stavano coprendo con un altro telo i corpi dei gemelli.

Lo schermo continuava a scendere, era a un metro da terra. Al centro si ergeva la Campana, in attesa di essere riattivata. Lisa ricordò come l’aveva descritta A

Sulla sinistra, gridando per sovrastare il suono dei motori, Monk riferì il messaggio ricevuto via radio da Khamisi. Le forze zulù avevano preso la tenuta, spingendo tutti gli uomini dei Waalenberg sopravvissuti nel palazzo, dove era in corso un assedio. Sopra le loro teste, proseguiva la sparatoria.

«Gunther ha bloccato le scale antincendio», li informò Gray. «Anche le porte dell’ascensore sono bloccate, aperte. Questo dovrebbe darci un po’ di tempo.» Fece un ce

I due presero le armi e uscirono.

Mentre lasciavano la stanza, Gunther entrò, claudicante. Dall’espressione del suo viso, Lisa capì che aveva saputo di A

Lo schermo si fermò.

Lisa temeva la vista dei da

A