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Si accorse della No

Sempre farfugliando a bocca piena, la guida della vecchia strega spiegò, con una rapida riverenza: — Ha bussato alla porta.

— Sì, sì, grazie, Ksandra, puoi andare — disse la do

— Scusaci, ti prego. Ci trovi tutte indaffarate, essendo giorno di bucato e tutto. Si tratta di una visita di cortesia o posso azzardarmi a chiederti — abbassò la voce — se c’è un messaggio dall’Altra Parte?

La No

La governante dovette interpretare male la sua espressione.

— Non temere — le disse. — Il mio personale ha precise istruzioni di fare buona accoglienza alle streghe, anche se naturalmente quelli di sopra non approvano. Senza dubbio gradiresti una tazza di tè e qualcosa da mangiare?

La No

— E vedrò se possiamo trovarti un bel pacco di vestiti vecchi — le sorrise la do

— Vestiti vecchi? Oh, sì. Grazie, signora.

La governante si avviò con il beccheggio di una vecchia goletta per il trasporto del tè durante una burrasca, e le fece ce

— E ci farò portare del tè nel mio appartamento. Del tè con un sacco di foglie.

La No

C’era un mondo intero sotto l’Università: un labirinto di cantine, locali frigoriferi, dispense, cucine e retrocucine e un gran numero di inservienti affaccendati a portare, pompare, spingere qualcosa. Oppure semplicemente ad aggirarsi lì intorno e gridare forte. La No

La governante condusse la No

All’interno la stanza era tutta rosa e ornata di gale. Ce n’erano su oggetti sui quali nessuno sano di mente si sarebbe sognato di metterle. Era come trovarsi dentro lo zucchero filato.

— Molto carino qui — disse la vecchia. E aggiunse, sentendo che era ciò che l’altra si aspettava da lei: — Di buon gusto. — Cercò con gli occhi qualcosa senza tanti fronzoli su cui sedersi, e ci rinunciò.

— Che sventata sono! — trillò la grassona. — Io sono la signora Whitlow, ma immagino che tu lo sappia, naturalmente. E io ho l’onore di rivolgermi a…?





— Eh? Oh, No

Lei non aveva nulla contro la predizione del futuro, purché fosse fatta male da persone senza talento. La musica cambiava, però, quando a farlo erano persone capaci. Nella migliore delle ipotesi, secondo lei, il futuro era già una cosa molto fragile e, se scrutato troppo a fondo, veniva alterato. La No

Lei sapeva tutto in proposito. Essere un cattivo chiromante era più difficile. Occorreva avere una buona immaginazione.

Si chiedeva se la signora Whitlow fosse una strega nata, che però non aveva avuto l’occasione di addestrarsi. Di certo era estremamente interessata al futuro. Aveva una sfera di cristallo riparata da una specie di copriteiera tutto volant rosa, diversi mazzi di tarocchi, un sacchetto di velluto rosa di pietre misteriose; un tavolinetto su rotelle che nessuna strega prudente avrebbe toccato nemmeno con un manico di scopa lungo tre metri. E (su questo punto la No

— O ci sono le foglie del tè, naturalmente — disse la signora Whitlow, indicando la grossa teiera marrone sul tavolo posto tra di loro. — So di certe streghe che spesso le preferiscono, ma a me sembrano sempre così… be’, ordinarie. Senza offesa.

La No

Prese in mano la tazza della sua ospite e si mise a scrutare il fondo. Scorse però l’espressione delusa che le passò sul viso come un’ombra su un campo i

Anche se normalmente non era molto brava con le foglie del tè, la No

Invece scoprì che l’Università era dotata di una sua propria mente.

È risaputo che la pietra è in grado di pensare, perché tutta l’elettronica si basa su questo fatto. Ma gli uomini di altri universi non si stancano di cercare altre intelligenze nel cielo senza guardare nemmeno una volta sotto i loro piedi. Questo succede perché non ha

Tuttavia, le rocce con cui era stata costruita l’Università Invisibile avevano assorbito magia per migliaia di a

Infatti, l’Università ha sviluppato una propria personalità.

La No

La vecchia trovò la bambina seguendo la traccia dell’attenzione dell’Università e restò affascinata a contemplare la scena che si svolgeva nella Grande Sala…

— …lì dentro?

La voce le giungeva da una grande distanza.

— Uhm?

— Ho detto, che cosa vedi lì dentro? — ripeté la signora Whitlow.

— Eh?