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La piattaforma si era fermata. Nourse era di fronte all’apertura nel globo. «Sei venuto,» disse con voce tonante. «È ovvio che tu l’abbia fatto. Il bue conosce il suo padrone, l’asino la greppia da cui si nutre.»

Questa è una quelle giornate in cui va tutto storto, comprese Allgood. Pazzesco! Ciò poteva soltanto significare che erano al corrente che lui aveva commesso un errore… ma del resto non era sempre così?

Calapine fece ruotare il trono per poter guardare i semplici. La Sala del Consiglio era stata costruita avendo come modello il senato romano, con false colo

Sollevando lo sguardo, Igan ricordò che aveva temuto e odiato quelle creature per tutta la sua vita — anche se nei loro confronti provava un senso di pietà. Era stato davvero fortunato a non essere diventato uno di loro. Era stato sul punto di essere trasformato in Optimate, ma poi si era salvato. Ricordava ancora l’odio che aveva nutrito verso gli Optimati per tutta l’infanzia, odio che in seguito era stato temperato dalla pietà. Nei primi tempi, invece, si era trattato di un sentimento puro, tagliente, fiammeggiante contro i Donatori di Tempo.

«Siamo venuti come ordinato per riferire sul caso dei Durant,» disse Allgood. Tirò due profondi respiri per calmare i nervi troppo tesi. Quei colloqui erano stati sempre pericolosi, ma adesso lo erano doppiamente, da quando aveva deciso di fare il doppio gioco. E ormai non poteva tirarsi indietro, né ne aveva la minima voglia, non dopo aver scoperto i cloni di se stesso che venivano fatti crescere. Poteva esserci un solo motivo per cui gli Optimati aveva preso una decisione del genere. Benissimo, gliela avrebbe fatta vedere lui.

Calapine studiò Allgood, chiedendosi se fosse giunto il momento di procurarsi un diversivo dalla noia dividendo il letto con quel brutto semplice. Magari sarebbe stato divertente. Schruille e Nourse non avrebbero mosso obiezioni. Le sembrava di ricordare di aver già fatto una cosa del genere con un altro semplice di nome Max, ma non riusciva assolutamente a rammentare se quell’episodio fosse riuscito ad alleviare la sua noia.

«Di’ cosa ti diamo, piccolo Max ,» disse Calapine.

La voce dell’Optimate, morbida e con una traccia d’ironia, spaventò il capo della Sicurezza. Allgood deglutì. «Voi mi donate la vita, Calapine.»

«Di’ quanti piacevoli a

Allgood si accorse che la gola gli si era completamente seccata. «Quasi quattrocento a

Nourse ridacchiò. «E davanti a te hai ancora moltissimi a

Quella era la minaccia più diretta che Allgood avesse mai sentito pronunciare da un Optimate. Di solito facevano eseguire la loro volontà ricorrendo a sottili eufemismi; agivano attraverso semplici che erano in grado di affrontare concetti quali "morte" o "uccidere".

Chi ha

«Molti a

«Basta così!» esclamò brusco Schruille. Detestava parlare con i membri delle classi inferiori, e non apprezzava il modo in cui Calapine tendeva trappole alla Gente. Fece ruotare il suo trono e così tutti e tre i membri della Tuyere ora furono rivolti verso l’apertura nel globo. Schruille si osservò pensieroso le dita ricoperte dalla pelle meravigliosamente giovane, chiedendosi perché mai fosse scattato in quel modo. Uno squilibrio enzimico? Di solito durante quei colloqui rimaneva in silenzio, come meccanismo di difesa, poiché gli capitava di essere incline alla pietà nei confronti dei miseri semplici… per poi disprezzarsi a causa di quello stesso sentimento.

Boumour si affiancò ad Allgood, disse, «Ora la Tuyere vuole avere la compiacenza di ascoltare il nostro rapporto sui Durant?»

Allgood soppresse un moto di rabbia per quell’interruzione. Quello sciocco non sapeva che doveva sembrare che fossero sempre gli Optimati a guidare la conversazione?

«Le parole e le immagini del vostro rapporto sono state viste, analizzate e archiviate,» disse Nourse. «Ora sono le informazioni non contenute nel rapporto ciò che vogliamo.»

Cosa? si stupì Allgood. Forse pensa che gli abbiamo nascosto qualcosa?

«Piccolo Max,» disse Calapine. «Ti sei piegato alle nostre necessità e hai interrogato l’infermiera addetta al computer, dopo averle somministrato dei narcotici?»

Ci siamo, si rese conto Allgood. Respirò profondamente, poi rispose, «L’infermiera è stata interrogata, Calapine.»

Igan si avvicinò a Boumour, disse, «Su questo vorrei dire qualcosa anch’io, se mi è per…»





«Tieni a freno la tua lingua, farmacista,» lo interruppe bruscamente Nourse. «Stiamo parlando con Max.»

Igan chinò il capo, pensò, Che situazione pericolosa! E tutto a causa di quella stupida infermiera. Non era neppure una di noi. Nessun Cyborg addetto agli archivi la conosce. Non faceva parte di nessuna cellula, né di alcuna organizzazione. Un’Accidentale, una Steri… e ci ha messo in un tale pericolo!

Allgood si accorse che a Igan tremavano le mani, si chiese, «Ma cos’ha

«L’azione dell’infermiera è stata compiuta di proposito, non è forse così?» chiese Calapine.

«Sì, Calapine,» ammise Allgood.

«I tuoi agenti non se ne sono accorti; però noi sapevamo che il suo comportamento doveva essere intenzionale.» Si voltò per controllare gli strumenti del Centro di Controllo, poi rivolse nuovamente la sua attenzione su Allgood. «Spiegaci come questo sia stato possibile.»

Allgood sospirò. «Non ho scuse, Calapine. Gli agenti responsabili sono stati puniti.»

«Ora però dicci il perché quell’infermiera ha agito così,» ordinò Calapine.

Allgood si umettò le labbra con la lingua, e rivolse uno sguardo rapidissimo a Boumour e Igan. Avevano entrambi gli occhi rivolti verso il pavimento. Guardò nuovamente Calapine: il suo viso scintillava all’interno del globo. «Non siamo riusciti a scoprire i suoi moventi, Calapine.»

«Non siete riusciti?» domandò Nourse.

«La do

«Un vero peccato,» disse Nourse, rilassandosi contro lo schienale del trono.

Igan sollevò lo sguardo, sbottò, «Potrebbe essersi trattato di un… a

Che da

Ma adesso lo sguardo di Nourse era fisso su Igan. «Tu eri presente, Igan?»

«Siamo stati io e Boumour a iniettarle i narcotici,» replicò Igan.

E poi è morta, pensò. Ma non siamo stati noi a ucciderla. Lei è morta, e la colpa ricadrà su di noi. Dove può aver imparato la tecnica che la ha consentito di fermare il proprio cuore con un atto di volontà? Si pensava che solo i Cyborg la conoscessero, o potessero insegnarla.

«A

«Max!» esclamò Calapine. «Ora di’ se avete usato una… eccessiva crudeltà.» Si sporse in avanti, chiedendosi perché voleva che Allgood ammettesse di aver fatto ricorso alla tortura.

«La do

Calapine si appoggiò nuovamente alla spalliera del trono, visibilmente delusa. Sta forse mentendo? Controllò i suoi strumenti: indicavano che Allgood era calmo. Dunque stava dicendo la verità.

«Farmacista,» disse Nourse, «esprimi il tuo pensiero.»

«L’abbiamo esaminata accuratamente,» disse Igan. «Non può essere stato il narcotico. È assolutamente impossibile…»