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Data la sua qualifica di Ingegnere Capo, tutti si aspettavano che Hilton fosse più addentro di chiunque altro nei segreti della scienza nucleare, e lo presero quindi d’assalto per farsi spiegare che cosa era stato fatto esattamente. Hilton negò modestamente una sua qualsiasi competenza in materia.
«Quello che è stato fatto su Phobos» disse «è una conquista che va molto al di là di tutto quello che posso aver studiato all’Università. Neanche pensarci che io sia in grado di spiegarlo. Le reazioni mesoniche non erano state neppure scoperte, allora, e tanto meno si conosceva il modo di imbrigliarle. Del resto credo che sulla Terra lo si ignori tutt’ora. È sicuramente una scoperta alla quale Marte è arrivato per conto suo.»
«Come hai detto?» interve
Per un vero miracolo questa osservazione non scatenò una rissa, e i compagni ebbero il loro da fare a salvare Bradley dallo sdegno dei coloni. Quando la pace fu finalmente ristabilita, Hilton per poco non riaccese la miccia osservando sbadatamente: «Sapete tutti benissimo che in questi ultimi a
Una considerazione più che giusta, e Gibson ricordò quello che Whittaker gli aveva detto non più tardi del giorno prima. Non soltanto lui, ma molti altri avevano sentito l’attrattiva di Marte, e adesso finalmente aveva trovato la spiegazione. Quali prodigi di persuasione, quali complicati intrighi, quante abilissime trattative doveva aver operato Hadfield in quegli ultimi a
Quelle ultime ore della notte passarono velocissime. Quando il Sole sorse a salutare il suo rivale, Phobos stava per tuffarsi nel cielo orientale. L’intera città assistette in silenzio, affascinata, al duello che poteva risolversi in un unico modo, unico e previsto. Finché aveva brillato incontrastato nel cielo notturno era stato facile affermare che Phobos fosse luminoso quasi quanto il Sole, ma le prime luci della vera alba fecero crollare ogni illusione. Di minuto in minuto Phobos impallidì, per quanto fosse ancora alto sull’orizzonte, quando il Sole spuntò dal deserto. Ora si vedeva chiaramente quanto Phobos fosse debole e giallo al confronto. Non c’era pericolo che le piante si confondessero nella loro ricerca di luce: quando il Sole splendeva, Phobos veniva ridotto a un patetico lume di candela.
Ma era sufficientemente luminoso per adempiere al suo compito, e per la durata di mille a
Gibson capiva che questo non aveva importanza. Tra meno di un secolo il satellite avrebbe già compiuto la sua opera, e Marte avrebbe avuta un’atmosfera che non avrebbe riperso per molte età geologiche. E quando alla fine Phobos si fosse esaurito e spento, la scienza di epoche future avrebbe saputo trovare una risposta nuova, forse una risposta inconcepibile oggi per questa nostra epoca attuale come cento a
Mentre la prima giornata di quella nuova era si avviava alla sua pienezza, Gibson rimase a lungo a osservare l’ombra doppia che il suo corpo proiettava sul terreno. Le due ombre erano rivolte entrambe a ovest, ma mentre una si muoveva appena, la seconda, la più debole, si allungava rapidamente sbiadendo sempre più. Alla fine scomparve di colpo nel momento preciso in cui Phobos sparì sotto l’orlo di Marte.
La sua brusca scomparsa ricordò a Gibson qualcosa che lui, e con lui quasi tutti a Porto Lowell, avevano dimenticato nel fervore dell’entusiasmo. Che cioè a quell’ora la notizia dell’avvenimento doveva essere giunta alla Terra, anche perché, ma Gibson non ne era sicuro, probabilmente Marte adesso doveva apparire infinitamente più luminoso, visto da laggiù.
Sicuramente fra poco la Terra avrebbe rivolto loro domande molto precise.
16
Fu una di quelle cerimonie tanto care ai programmisti degli spettacoli televisivi. Hadfield e il suo stato maggiore al completo si erano raccolti in gruppo compatto al limite della radura, con le cupole di Porto Lowell alte nello sfondo. Una bellissima inquadratura, pensò l’operatore, per quanto la doppia illuminazione in continuo aumento gli complicasse alquanto il lavoro.
Ricevuto il segnale della sala di regia, fece girare lentamente la macchina da presa da destra a sinistra per offrire agli spettatori una visione d’insieme prima dell’inizio vero e proprio dello spettacolo. Non che ci fosse gran che da vedere: il paesaggio era estremamente piatto, e la maggior parte dei dettagli si sarebbe perduta nella trasmissione monocroma. Non era possibile colorare la fascia di lunghezze d’onda in una trasmissione diretta da lì alla Terra, e anche in bianco e nero la trasmissione non era facile. Aveva appena terminato con le sue panoramiche, che ricevette l’ordine di inquadrare Hadfield il quale doveva fare un breve discorso. Il parlato era ripreso su un’altra frequenza, e quindi l’operatore non poteva sentire niente. Ci avrebbero pensato in sala di regia a sincronizzare il sonoro con le immagini che lui stava riprendendo. Del resto sapeva a memoria quello che il presidente stava dicendo in quel momento. Discorsi del genere ne aveva sentiti tanti.
Il maggiore Whittaker passò ad Hadfield la vanga alla quale era rimasto appoggiato per oltre cinque minuti in posa da Cinci
Hadfield terminò il suo lavoro di giardinaggio ufficiale lasciando la buca riempita a metà. Ma qualcun altro avrebbe pensato a completare l’opera. Già la squadra di giardinieri aspettava nello sfondo che i pezzi grossi se n’andassero per poter proseguire in pace con il lavoro.
Seguirono molte strette di mano e molti scambi di pacche sulla schiena, poi Hadfield ve
Ehi, che cosa stava succedendo? Qualcosa doveva aver attiralo l’attenzione di Quiicc, lo tradivano le orecchie agitate da un forte tremito. Il cucciolo prese a muoversi con balzi brevi, cauti, e l’operatore lo seguì allargando il campo per vedere dove fosse diretto. Nessun altro si era accorto che Quiicc aveva cominciato a muoversi. Gibson stava parlando con Whittaker e sembrava essersi completamente dimenticato del suo amico.