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La risposta, aveva sempre creduto Langdon, era distribuita in tutto il pianeta, in migliaia di volumi… codificata negli scritti di Pitagora, Ermete, Eraclito, Paracelso e centinaia di altri. La risposta andava cercata in polverosi, dimenticati tomi di alchimia, misticismo, magia e filosofia. La risposta era nascosta nell’antica biblioteca di Alessandria, nelle tavolette di creta dei sumeri, nei geroglifici egizi.

«Peter, mi dispiace» disse sottovoce scuotendo la testa. «Ma comprendere gli antichi misteri è un processo lungo una vita. Non riesco a immaginare come la chiave possa essere in un’unica parola.»

Solomon posò una mano sulla spalla dell’amico. «Robert, la Parola perduta non è una "parola".» Sorrise con aria saggia. «Noi la definiamo "Parola" solo perché è così che la chiamavano gli antichi… all’inizio.»

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In principio era il Verbo.

La Parola.

Inginocchiato nella crociera centrale della cattedrale di Washington, il reverendo Galloway pregava per l’America. Pregava affinché il suo amato paese arrivasse presto a comprendere l’autentico potere della Parola: la sapienza di tutti gli antichi maestri tramandata nei loro scritti, le verità spirituali insegnate dai grandi saggi.

La storia aveva benedetto l’umanità con uomini di profonda saggezza, anime illuminatissime la cui comprensione dei misteri dello spirito e della mente andava al di là di ogni possibile immaginazione. Le parole preziose di quegli adepti — Buddha, Gesù, Maometto, Zoroastro e i

I libri.

Ogni cultura sulla terra possiede un proprio libro sacro — la propria Parola -, ciascuno diverso dall’altro e, al tempo stesso, ciascuno uguale all’altro. Per i cristiani la Parola è la Bibbia, per i musulmani il Corano, per gli ebrei la Torah, per gli induisti i Veda e così via, all’infinito.

La Parola illuminerà la strada.

Per i massoni padri fondatori dell’America, la Parola era stata la Bibbia. Eppure pochissime persone nella storia ne ha

Quella sera, inginocchiato in solitudine nella grande cattedrale, Galloway posò le mani sulla Parola: una vecchia copia della sua Bibbia massonica. Quel libro che gli era carissimo comprendeva, come tutte le Bibbie massoniche, l’Antico e il Nuovo Testamento e una preziosa raccolta di scritti filosofici della fratellanza.

Anche se i suoi occhi non potevano più leggere, Galloway conosceva a memoria la prefazione. Lo splendido messaggio che conteneva era stato letto da milioni di suoi fratelli, in i

Il testo diceva:

IL TEMPO È UN FIUME E I LIBRI SONO VASCELLI. MOLTI VOLUMI INIZIANO A NAVIGARE SEGUENDO LA CORRENTE SOLO PER POI NAUFRAGARE E ARENARSI NELLA SABBIA, ALDILÀ DI OGNI POSSIBILE RICORDO. SOLO POCHI, POCHISSIMI RESISTONO ALLE PROVE DEL TEMPO E CONTINUANO A VIVERE PER BENEDIRE CON LA LORO PRESENZA LE EPOCHE SEGUENTI.

C’è una ragione per cui questi volumi sono sopravvissuti mentre altri sono scomparsi. Come studioso della fede, il reverendo Galloway aveva sempre trovato stupefacente il fatto che gli antichi testi spirituali, i libri più studiati sulla faccia della terra, fossero in realtà i meno compresi.





Nascosto fra quelle pagine c’è un segreto meraviglioso.

Un giorno, presto, si sarebbe fatta luce e l’umanità avrebbe finalmente cominciato ad afferrare la semplice verità trasfigurante degli antichi insegnamenti… e avrebbe compiuto un portentoso balzo in avanti nella comprensione della propria magnifica natura.

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La scala che scende lungo la spina dorsale del Washington Monument consiste di ottocentonovantasei gradini di pietra che abbracciano in una spirale il vano aperto dell’ascensore. Mentre la percorreva con Solomon, Langdon continuava a riflettere sulla notizia sorprendente che l’amico gli aveva rivelato solo qualche minuto prima: "Robert, all’interno della pietra angolare cava di questo monumento, i nostri padri fondatori ha

D’improvviso Solomon si fermò su un pianerottolo e puntò il raggio della torcia su un grande medaglione di pietra inserito nella parete.

Cosa diavolo… ? Langdon sobbalzò quando vide il bassorilievo.

La figura rappresentata nel medaglione era avvolta in un mantello e, inginocchiata accanto a una clessidra, impugnava una falce. Il braccio era sollevato e il dito indice teso indicava una grossa Bibbia aperta, quasi a dire: "È qui la risposta!".

Langdon osservò il medaglione e poi si voltò verso Peter.

Gli occhi del suo mentore scintillavano pieni di mistero. «Robert, vorrei che tu riflettessi su una cosa.» La voce di Solomon echeggiò lungo il pozzo delle scale. «Perché credi che la Bibbia sia sopravvissuta per migliaia di a

Langdon non ignorava la teoria secondo la quale nelle Scritture c’è un livello semantico occulto, un messaggio nascosto velato dall’allegoria, dal simbolismo e dalle parabole.

«I profeti ci avvertono» continuò Peter «che il linguaggio usato per comunicare i loro misteri è criptico. Il vangelo di Marco dice: "A voi è stato dato il mistero… invece tutto avviene in parabole". I Proverbi ammoniscono che le massime dei saggi sono "enigmi" e la prima lettera dei Corinzi parla di "sapienza nascosta". Il vangelo di Matteo dice: "Aprirò la mia bocca con parabole… svelerò cose nascoste".»

Cose nascoste, enigmi, rifletté Langdon, consapevole che quelle parole comparivano diverse volte sia nei Proverbi sia, per esempio, nel Salmo 78: "Aprirò la mia bocca con una parabola, rievocherò gli enigmi dei tempi antichi". Il concetto di "cose nascoste" ed "enigmi", come Langdon ben sapeva, non comportava necessariamente un riferimento al "male", ma indicava piuttosto che il vero significato era in ombra, oscurato alla luce.

«E se hai ancora dei dubbi» riprese Solomon «la prima lettera ai Corinzi ci dice chiaramente che le parabole presentano due livelli semantici: "Vi ho dato da bere latte, non cibo solido, perché non ne eravate ancora capaci", dove il latte sta a significare un’interpretazione a

Peter alzò di nuovo la torcia, illuminando il bassorilievo della figura avvolta nel mantello che indicava la Bibbia. «So che sei uno scettico, Robert, ma rifletti un momento: se nella Bibbia non ci sono significati nascosti, allora perché tante fra le migliori menti della storia, compresi brillanti scienziati della Royal Society, l’ha

Langdon sapeva che era vero.

«E Francesco Bacone» continuò Peter «il genio a cui re Giacomo affidò l’incarico di creare, letteralmente, la sua versione autorizzata della Bibbia, si convinse talmente che il testo conteneva un significato criptico da scriverne usando suoi codici personali, codici che vengono studiati ancora oggi! Naturalmente, come sai, Bacone era un rosacroce e scrisse Della saggezza degli antichi.» Solomon sorrise. «Perfino William Blake, poeta iconoclasta, suggerì che dovremmo leggere tra le righe della Bibbia.» Langdon conosceva quel verso: