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— Proprio così. Theodore Mason. È rimasto ucciso in Siria.
— Mi dispiace. Non lo conoscevo. Era di stanza a Kirtland?
— Finché non lo ha
— È una grossa base — disse l’uomo. — Mi sarebbe piaciuto conoscerlo, però.
— Perché dice questo?
Falkner si sentì avvampare le guance. — Non lo so. Solo perché… be’, perché era suo marito, ed io… sarebbe stato bello… se… oh, al diavolo. Sembro proprio un bambino impacciato, vero? Un ragazzo troppo cresciuto di quarantatré a
— Non ancora.
Non ne riprese nemmeno lui. Kathryn tirò fuori una fotografia di sua figlia. La mano di Falkner tremava un po’, quando prese da lei la grossa immagine tridimensionale, e vide una bambinetta nuda di due o tre a
— Una bella impertinente, eh? — esclamò lui.
— Sto cercando di insegnarle un po’ di pudore. Forse tra una quindicina d’a
— Quanti a
— Tre.
— Meglio che glielo insegni prima — affermò Falkner.
La conversazione languì. Lui si stava sforzando di non parlare del popolo delle stelle, e così faceva lei, anche se era proprio quello che li aveva fatti conoscere. Ma non era possibile ignorare troppo a lungo quell’argomento.
Alla fine Falkner disse: — Immagino che a questo punto avra
— Ne sono sicura — rispose Kathryn. — Dev’essere così.
— Descrivendosi l’un l’altro le scimmie pelose ma di buon cuore che si sono prese cura di loro.
— Lei è ingiusto. Ha
— Davvero? Ma per loro noi non siamo delle scimmie? Scimmie pericolose, con delle grosse bombe?
— Forse come razza, lo siamo. Ma non come individui. Io non so nulla di lei e di Glair, ma sento che Vorneen mi ha rispettato come persona. Che è stato forse indulgente con me, in quanto essere umano, ma che non mi ha mai guardato dall’alto in basso, e nel suo intimo non si è mai preso gioco di me.
— Anche tra me e Glair è stato così. Ritiro quello che ho detto.
— Sono esseri davvero particolari — disse Kathryn. — Io credo che, qualunque cosa io o lei abbiamo provato per loro, sia stata ricambiata. Sono così caldi… così gentili…
— Mi chiedo come siano i Kranazoi — disse di colpo Falkner.
— Chi?
— L’altra razza. I rivali galattici. Vorneen non le ha parlato della situazione politica, della guerra fredda che è in corso lassù?
— Oh, sì.
— È strano, Kathryn. Noi non sappiamo nemmeno se i Dirnani sono i buoni o i cattivi. I due che abbiamo conosciuto erano buoni, ma se invece fosse più giusto stare dalla parte dei Kranazoi? Abbiamo avuto solo una fuggevole immagine della situazione. Ecco perché ho detto che siamo delle scimmie. Lassù è in corso una guerra, e noi ne abbiamo solo una pallidissima cognizione, ma non sappiamo realmente come sta
— Vorneen ha detto che un giorno il loro accordo avrà fine e che si mettera
— L’ha detto anche Glair.
Fra quanto tempo pensa che accadrà?
— Cinquant’a
— Spero che sia presto.
— Perché, Kathryn?
— Perché allora Vorneen tornerà… Vorneen e Glair, tutti e due, e noi li rivedremo.
Falkner scosse tristemente la testa. — È un’illusione pericolosa da coltivare, Kathryn. Non ritornera
— Crede davvero che sarebbe stato impossibile?
— Senta — disse Falkner. — È già abbastanza difficile tenere in vita l’amore fra due esseri umani. Dividere la propria vita con un’altra persona è sempre una faccenda seria. Se poi l’altra persona non è nemmeno…
— Io non credo che sia così difficile i
Falkner sentì che lei gli aveva offerto un pretesto. Ma non riuscì a raccoglierlo, non ora, non così presto. Col tempo, si rese conto, lui e Kathryn avrebbero potuto aiutarsi l’un l’altra a rimettere insieme quei frammenti. Ma per il momento doveva muoversi con molta prudenza, imparando a conoscere Kathryn, e magari imparando anche a conoscere se stesso, prima di avere nuovamente il coraggio di offrirsi a qualcuno. Malgrado le parole della do
— Si è fatto buio — disse lei. — Sarà meglio che vada. Jill farà un sacco di storie se non mi vede.
— L’accompagno io.
Fuori di casa si potevano vedere le stelle, anche se la luna nascente e le luci della città di Albuquerque facevano loro una concorrenza spietata, nel cielo. Involontariamente, sollevarono entrambi lo sguardo. Falkner intuì i pensieri di Kathryn. I loro occhi si incontrarono; lui sorrise, lei sorrise, e poi tutti e due scoppiarono a ridere.
— Non è che ce la stiamo cavando molto bene, nel dimenticarli, vero? — esclamò Kathryn.
— Ancora no. E non li dimenticheremo mai davvero. Per poche settimane della nostra vita le stelle sono scese fino a noi. E questa non è una cosa che si possa dimenticare. Ma bisogna pur sopravvivere. Le stelle se ne sono andate, ormai, e noi restiamo qui.
Salirono a bordo della sua macchina.
— Mi è piaciuto, oggi pomeriggio — disse Kathryn.
— Anche a me. Lo rifaremo.
— Presto.
— Molto presto — le disse Falkner. Avrebbe voluto dirle altre cose, molte altre. E col tempo le avrebbe dette. Non era tipo da aprirsi subito con gli estranei. Ebbe tuttavia il sospetto che lui e Kathryn avrebbero ben presto cessato di essere degli estranei. Troppe cose li univano. La conoscenza comune di una pelle fredda e vellutata, di politica galattica, di gambe fratturate e di addii improvvisi. E ciò li attirava, isolandoli nel contempo dagli altri quattro miliardi di abitanti del pianeta.
Avvertì una sensazione dentro di lui, come di una molla raggomitolata che incominciava a liberarsi dopo troppi a
Augurò loro un tranquillo ritorno a casa.