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Il passo successivo di Bridger era stato quello di scoprire i nomi degli ufficiali che avevano preso parte a quella spedizione. Era stato difficile, ma non impossibile. In pochi giorni di indagini, Bridger era riuscito a sapere che la missione era stata guidata dal locale comandante del SOA, Falkner, e da un certo capitano Bronstein. Quelli erano logicamente gli uomini da tenere d’occhio. Non gli ci era voluto molto per scoprire i loro indirizzi; era straordinario, quanto gli fosse stata utile per le sue ricerche la biblioteca pubblica, con un elenco del telefono, una guida della città ed un archivio dei giornali. Quindi aveva noleggiato un’automobile e si era appostato per seguire il loro comportamento.

Ripetuti periodi di sorveglianza lo avevano convinto che Bronstein non poteva essere l’uomo che cercava. Il capitano non nascondeva nulla in casa, a parte una moglie dall’aria preoccupata e quattro figli.

Ma quel Falkner…

Viveva da solo in una casa spaziosa. Una cosa sospetta. Niente moglie; avevano divorziato l’a

Bridger osservò per cinque giorni. Non poteva sapere che cosa succedesse là dentro, ma era convinto che Falkner avesse fornito asilo ad uno dei Dirnani scomparsi. Alla fine le finestre si schiarirono per un attimo, e Bridger vide un volto femminile. Naturalmente non poteva affermare con certezza che si trattasse di una Dirnana, ma ciò valse a confermare i suoi sospetti. Ora, doveva solo attendere che Falkner lasciasse di nuovo la casa, e penetrarvi. Non si aspettava che la Dirnana rispondesse ad uno sconosciuto che suonava il campanello della porta, ma aveva con sé l’attrezzatura per affrontare qualsiasi dispositivo di chiusura. Una volta dentro, avrebbe affrontato la Dirnana, le avrebbe rivolto a bruciapelo poche ed azzeccate parole, ed avrebbe osservato le sue reazioni. A meno che avesse preso un abbaglio clamoroso, l’avrebbe colta di sorpresa, e lei si sarebbe tradita; poi, non avrebbe dovuto far altro che prenderla in custodia sotto l’accusa di violazione degli accordi. Ed infine…

La porta si stava aprendo.

Il colo

Stavolta non sembrava semplicemente intenzionato a fare un po’ di spesa, però. Invece degli abiti civili indossava la sua uniforme, come se avesse terminato il periodo di licenza per malattia e stesse ritornando in ufficio. Bene, pensò Bridger. Ciò mi darà tutto il tempo di cui ho bisogno. Seguì con lo sguardo il colo

— David! — esclamò una acuta voce femminile. — David Bridger!

Il Kranazoi si voltò, stupefatto. Quell’interruzione della sua concentrazione gli procurò un incontrollabile spasmo al sistema nervoso. Una ragazza stava correndo verso di lui… Leenore, così si chiamava, quella stupida adolescente che lo aveva agganciato al motel. Non avrebbe avuto alcuna intenzione di andarsi a cacciare in una relazione del genere, ma lei era lì, desiderosa, e lui era appena uscito dalla sua inutile visita a quell’assurdo Culto del Contatto, e sul momento lo aveva divertito vedere che cosa significava fare l’amore con una ragazza terrestre. L’aveva posseduta e dimenticata subito dopo. Che diavolo ci faceva lì, e perché era spuntata fuori proprio nel momento meno opportuno?

Ansimando, con i seni che ballonzolavano sotto il golfino, la ragazza lo raggiunse, tutta sorrisi. — Salve, David! Non sembri contento di vedermi!

— Leenore? Come mai… che cosa…?

— Io abito proprio qui vicino. Ti ho visto uscire dalla macchina, e ti ho riconosciuto subito. Sei venuto a trovarmi? Com’è carino da parte tua!

— Veramente, io… io…

— Sì, David?



— Senti, io sono qui per vedere qualcun altro, Leenore. Non sapevo che tu abitassi qui. Io… io ti verrò a trovare un’altra volta.

Lei gli fece il broncio. — Chi stai andando a trovare?

— Ha importanza?

— È solo una curiosità. Forse è qualcuno che conosco.

— Non lo conosci, te lo assicuro. Io…

Bridger non finì la frase. Qualcosa di piccolo e freddo era premuto contro la carne della sua schiena. Una bassa voce maschile disse: — Entra nella macchina, Kranazoi, e non fare sciocchezze. Questa è una granata anti uomo, e se opponi resistenza la userò su di te all’istante.

David Bridger — Bar-48-Codon-adf — ebbe l’impressione che il marciapiede sotto i suoi piedi si trasformasse in un baratro pronto ad inghiottirlo.

— No — disse. — State commettendo un errore. Io non sono Krana… chiunque sia quella persona. Io sono David Bridger di San Francisco, e…

La voce maschile lo interruppe. — Possiamo sentire la puzza di voi miserabili Kranazoi ad un isolato di distanza, perciò risparmia il fiato. Ti abbiamo preso, cerca di rendertene conto. E adesso, dentro la macchina.

— Questo è un sopruso — protestò con voce roca Bar-48-Codon-adf. — Io sto semplicemente indagando su una violazione degli accordi. Tre Dirnani sono scesi illegalmente sulla Terra, ed è evidente che ce n’erano ancora degli altri. Vi brucera

— Dentro la macchina. Dieci secondi, poi attiverò la granata su di te. Uno. Due. Tre. Quattro…

Bar-48-Codon-adf entrò nella macchina. Non nella sua, ma in un’altra che non aveva nemmeno notato, e che aveva risalito piano piano la strada mentre lui era intento ad osservare la casa di Falkner. Per la prima volta vide colui che lo aveva catturato: un terrestre grande e grosso che chiaramente non era affatto un terrestre. Si era seduto accanto a Bar-48-Codon-adf, tenendo in mano la granata senza stringerla, ma con i sensi all’erta. La ragazza che conosceva come Leenore era nel sedile anteriore. Aveva ancora l’aria giovanile ed i

C’era una terza persona nella macchina… una do