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Si inginocchiò e cominciò a slacciarsi gli stivali, sempre continuando a parlare. «La loro folle idea di una nuova granlega qui, è morta sul nascere. Lorimaar diventa furioso solo a sognarsela. Io credo che la sua mente si sia disancorata fin da quando Jaan gli ha sparato con il laser a Sfida». Si tolse uno stivale. «Tu sai perché Chell e Bretan non erano con loro, t’Larien? Perché quei due erano troppo saggi per apprezzare l’idea di diventare alti-Larteyn! Roseph mi ha detto tutto durante la caccia. La verità, aveva detto lui, è questa: Lorimaar aveva cominciato a parlare di quella follia quando erano ritornati a Larteyn, dopo l’uccisione di Myrik. C’erano i sei che abbiamo incontrato nella foresta, più il vecchio Raymaar. Bretan Braith Lantry e Chell lib-Braith non c’erano. Loro ha

Janacek aveva qualche difficoltà ad entrare negli stretti stivali di Gwen. Faceva smorfie e spingeva a fondo, forzando il piede ad entrare dove invece non voleva saperne di entrare. «Quando Chell ritornò, era furioso. Non voleva continuare. Non voleva nemmeno ascoltare. Bretan aveva cercato di calmarlo, dichiarò Roseph, ma non ci fu niente da fare. Il vecchio Chell è un Braith e la nuova granlega di Lorimaar, per lui era solo un tradimento. Lanciò una sfida. Lorimaar era immune dalle sfide, per la verità, dato che era ferito, tuttavia accettò lo stesso. Chell era assai vecchio. Come sfidato, Lorimaar fece la prima delle quattro scelte, la scelta del numero»,

Janacek si alzò in piedi e batté forte per terra, sulla roccia scivolosa, per schiacciare il piede dentro lo stivale, «Non c’è bisogno di dire che lui scelse il combattimento singolo. Sarebbe stato tutto un altro duello se si fosse battuto anche con Bretan Braith e non solo con Chell Mani-Vuote. Lorimaar, anche se ferito, dispose del vecchio con relativa facilità. Scelsero il quadrato della morte e le spade. Chell si prese parecchi tagli, troppi tagli, forse. Roseph pensa che ora si trovi moribondo a Larteyn. Bretan Braith è rimasto con lui e, cosa ancora più importante, è restato Bretan Braith», Janacek allargò il suo aeroscooter.

«Hai scoperto qualcosa su Ruark?», gli chiese Dirk.

Il Kavalar si strinse nelle spalle. «È più o meno come avevamo sospettato. Ruark si era messo in contatto con Lorimaar alto Braith per visichermo… Fra l’altro, pare che nessuno sappia dove si trovi il Kimdissi… e gli offrì di rivelare dove si nascondeva Jaan, se Lorimaar lo avesse nominato korariel in modo da garantirgli la sua protezione. Lorimaar lo fece volentieri. Per fortuna, Jaan era già dentro la sua aerauto quando quelli arrivarono. Per cui si limitò a decollare ed a scappare. Loro gli corsero dietro ed alla fine Raymaar lo raggiunse appena al di là delle montagne, ma sì trattava di nuovo di un vecchio e non aveva certo l’esperienza di volo di Jaan Vikary». C’era una nota di orgoglio e di derisione nella voce di Janacek, come di un genitore che vanta l’abilità del suo bambino. «I Braith scesero per combattere, ma la macchina di Jaan era stata da

«Perché ti sei separato da Lorimaar?», chiese Dirk.

«Tu cosa pensi? Jaan adesso è vicino. Devo raggiungerlo io, prima che lo raggiungano loro. Saanel insisteva che sarebbe stato più facile attraversare scendendo a valle ed io mi sono preso la libertà di pensarla diversamente. Lorimaar adesso è troppo stanco per essere sospettoso. Pensa solamente ad uccidere. La sua ferita è ancora infiammata, t’Larien! Penso che non veda altro che Jaan Vikary steso davanti a lui in un lago di sangue e si è perfino dimenticato chi è che va cacciando. Per cui io mi sono allontanato da loro e sono andato contro corrente e per una volta ho avuto paura di aver fatto uno sbaglio. Era più facile attraversare verso valle, che ne dici?».

Dirk a

Janacek rise. «Per cui è stata una fortuna che tu sia arrivato».

«Devi avere ancora un bel po’ di fortuna per riuscire a trovare Jaan», lo mise in guardia Dirk. «A quest’ora i Braith devono aver attraversato il fiume e loro ha

«La cosa non mi preoccupa granché», disse Janacek. «Ormai Jaan corre diritto ed io so qualcosa che Lorimaar non sa. Io so verso cosa sta scappando. Una caverna, t’Larien! Il mio teyn è sempre stato attratto dalle caverne. Quando eravamo tutti e due dei ragazzi, a Ferrogiada, mi portava spesso a fare esplorazioni sottoterra. Mi trascinò in tante di quelle miniere abbandonate, che alla fine non ce la facevo più. Parecchie volte andammo ad esplorare sotto le antiche città, nelle rovine infestate dai demoni». Sorrise. «Granleghe devastate, tra l’altro, nuclei a



Dirk sì accorse di stare sorridendo. «Lo faceva per spaventarti, Garse?».

L’altro rise. «Spaventare me? Sì! Mi terrorizzava, ma a suo tempo sono diventato inattaccabile. Eravamo tutti e due giovani, t’Larien. Più tardi, molto più tardi, furono le caverne sotto i Colli Lameranì, dove ci vincolammo con ferro-e-fuoco».

«Bene», disse Dirk. «Sicché a Jaan piacciono le caverne…».

«Vicinissimo a Kryne Lamiya si apre un sistema di grotte», disse Janacek, ritornando ai fatti del momento, «con una seconda entrata vicinissima al punto in cui stiamo adesso. Le abbiamo esplorate tutti e tre, durante il primo a

Dirk sollevò la sua arma. «Non potrai mai trovarlo nella foresta», disse. «I soffocatori lo nascondono troppo bene».

«Io lo troverò», disse Janacek, con la voce un po’ rotta e piuttosto adirata. «Ricordati del nostro vincolo, t’Larien. Ferro-e-fuoco».

«Solo ferro, al momento», disse Dirk, osservando vistosamente il polso destro di Janacek.

Il Ferrogiada rise con la sua risata dura e caratteristica. «No», disse. Mise la mano in tasca, la tirò fuori e l’aprì. Sul palmo della mano c’era una pietraluce. Un unico gioiello, tondo e rozzamente sfaccettato, circa due volte più grande della gemma mormorante di Dirk. La pietra era nera e quasi opaca nella luce rossa del mattino.

Dirk lo fissò, poi la toccò leggermente con un dito, sicché si mosse un poco nella mano di Janacek. «Pare… fredda», disse.

Janacek si accigliò. «No», disse. «Brucia, invece, proprio come fa sempre la luce del fuoco». La pietraluce scomparve di nuovo nella tasca. «Ci sono racconti, t’Larien, poesie in Antico Kavalar, fiabe che si raccontano ai bambini negli asili delle granleghe. Anche le eyn-kethi conoscono quelle storie. Le raccontano con le loro voci da do