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E poi ve

Dirk bevve parecchi lunghi sorsi, quasi soffocandosi con l’acqua fredda. Un po’ d’acqua si versò fuori dalle sue labbra secche e screpolate e gli ruscellò sul mento. Quando Jaan gliela aveva data, la borraccia era piena e lui gliela restituì mezza vuota. «Hai trovato l’acqua», disse.

Vikary chiuse di nuovo la borraccia ed a

Dirk si alzò in piedi barcollando e Vikary allungò una mano per aiutarlo ad uscire dal letto incassato. «Gwen è…?».

«Ha ripreso conoscenza nelle prime ore della notte, t’Larien. Abbiamo parlato e le ho detto ciò che avevo fatto. Penso che si riprenderà abbastanza presto».

«Posso parlarle?».

«Si sta riposando adesso, dormendo normalmente. Più tardi sono sicuro che vorrà parlarti, ma per il momento non credo che dovresti svegliarla. Questa notte ha cercato di mettersi a sedere, ma barcollava e le veniva la nausea».

Dirk a

«Ho dormito abbastanza», stava dicendo Vikary. «È una cosa senza importanza. Ho pensato alla nostra posizione». Fece un gesto con la mano. «Vieni»

Andarono in un’altra stanza, una stanza da pranzo vuota, poi uscirono su uno dei molti balconi che si affacciavano sulla città Cupalba. Vista di giorno, Kryne Lamiya era diversa, meno disperata; anche il debole sole di Worlorn era sufficiente a far scintillare la veloce acqua che riempiva i canali e nell’eterno crepuscolo le pallide torri apparivano meno sepolcrali.

Dirk era debole ed aveva molta fame, ma il suo mal di testa era andato via ed il vento frizzante contro il volto lo faceva star bene. Si allontanò i capelli dagli occhi — i capelli erano tutti a

«Ho guardato da qui durante la notte», disse Vikary, con i gomiti sulla fredda ringhiera e gli occhi che frugavano l’orizzonte. «Ci sta

«Non ci ha

«Vero», rispose Vikary. «Penso che qui siamo abbastanza al sicuro, per un po’. A meno che… Non so bene come ha

«No», disse Dirk. «Non lo sapeva nessuno. Certamente non ci ha seguiti nessuno. Può darsi che l’abbiano semplicemente indovinato. Era la scelta più logica, dopotutto. La vita era più comoda a Sfida che in qualsiasi altra città. Più facile. Capito?».





«Si, lo so. Ma non accetto la tua teoria, però. Ricordati, t’Larien, che anche Garse ed io abbiamo preso in considerazione questo problema, quando tu ci hai svergognati abbandonandoci al quadrato della morte. Sfida era la scelta più ovvia, e quindi la meno logica, abbiamo pensato. Sembrava più probabile che sareste andati a Musquel vivendo con il pesce che riuscivate a pescare, oppure che Gwen avesse pensato per tutti e due procurando cibo nella foresta che lei conosceva così bene. Garse aveva anche suggerito che potevate semplicemente aver nascosto la macchina per rimanere in qualche altra sezione di Larteyn, in modo da poterci far fessi mentre vi cercavamo per tutto il pianeta».

Dirk si i

«No, t’Larien, non direi così. L’unica scelta stupida, penso sarebbe stata quella di scappare verso la Città nella Palude Senzastelle, dove si sapeva che i Braith erano a frotte. Sfida era una scelta sottile, sia che fosse stata fatta apposta o no. Pareva una scelta così sbagliata che in effetti era l’unica giusta. Mi capisci? Non riesco a vedere come abbiano fatto i Braith a scoprirlo con un semplice processo deduttivo».

«Forse», disse Dirk. Ci pensò un momento. «Ricordo che il primo che abbiamo sentito è stato Bretan, che ci ha parlato. Lui… Be’, non stava verificando una teoria. Lui sapeva che noi eravamo là da qualche parte».

«E non hai nessuna idea di come facesse?».

«No. Nessuna idea».

«Allora dovremo vivere con la paura che ci trovino anche qui. Altrimenti, a meno che i Braith non possano ripetere il miracolo, saremmo al sicuro.

«Devi capire, però, che la nostra posizione non è priva di difficoltà. Abbiamo un tetto e acqua a volontà, ma non abbiamo cibo di nessun genere. La prossima volta che usciamo all’aperto — dobbiamo andare allo spazioporto ed abbandonare Worlorn al più presto possibile, non c’è altra possibilità — la prossima volta che usciamo sarà molto difficoltoso. I Braith ci anticipera

«Uno dei relitti sulla terrazza è ancora parzialmente funzionante», interve

«Allora abbiamo due aerauto, se dovessimo averne bisogno», disse Vikary. «Contro di noi ci sono otto dei cacciatori Braith ancora vivi e probabilmente nove… Non sono sicuro, di aver colpito gravemente Lorimaar Arkellor. È possibile che l’abbia ucciso, ma sono propenso a dubitarne. Probabilmente i Braith possono mettere in cielo otto macchine, se lo credono opportuno, benché sia più tradizionale volare assieme, teyn-e-teyn. Tutte le macchine sara

«Garse?».

«Io spero — prego — che si tolga la pietraluce dal braccio e ritorni su Alto Kavalaan. Si vergognerà, sarà solo se porterà solo il ferro. Non è un destino facile, t’Larien. È in disgrazia per causa mia, come tutta Ferrogiada. Mi dispiace che lui sia nei guai, però spero che vada a finire così. Però c’è anche un’altra possibilità, vedi».

«Un’altra…?».

«Potrebbe cacciarci. Lui non può abbandonare Worlorn fino a quando non verrà la nave. E per questo ci vorrà un po’ di tempo. Non so cosa farà lui».

«Non si unirà di sicuro ai Braith. Loro sono suoi nemici e tu sei il suo teyn e Gwen è la sua cro-betheyn. Può darsi che voglia uccidere me, questo è certo, ma…».