Добавить в цитаты Настройки чтения

Страница 9 из 99



E fu un vero peccato, una vera ingiustizia, giacché avrebbe continuato per tutto il giorno, ma un’inserviente fascista capitò davanti a loro per dire che dovevano recarsi in sala di visita per qualche maledetta irrigazione o simili idiozie, e si rifiutò di dare retta a Chris quando lui le spiegò che era stufo di farsi infilare tubi nei pertugi. La cosa dive

Si risvegliò con la faccia sporca di sangue e di vomito; e domandandosi cos’era successo, ma senza eccessiva curiosità. Aveva la barba di tre giorni, incrostata di sangue. Non ricordava molto, e questo era la sua fortuna.

Volevano sapere se adesso intendeva comportarsi bene, e lui li assicurò che l’avrebbe fatto.

La do

Il viaggio richiese quasi un’ora, e per tutto questo tempo Chris non pensò a niente. Quando uscì dalla cabina, scorse lo sconvolgente cielo curvo di Gea, fece un passo sul suo terribile suolo curvo, si guardò attorno, ma non provò nessuna particolare sensazione di timore o di reverenza. Ormai aveva superato questo genere di impressioni. Sopra di lui, passava un aerostato da mille metri. Chris lo fissò senza particolari emozioni, e gli ve

6

Tendopoli

Nasu era intrattabile. Lo testimoniavano due nuovi segni sul braccio di Robin. L’anaconda non ama le docce e le manipolazioni: Nasu era spaventato da tutto ciò che gli era successo nei due giorni precedenti, e il suo modo di comunicarlo era quello di colpire il bersaglio più vicino, costituito da Robin. In tutto il tempo che erano stati insieme, Nasu aveva morsicato Robin soltanto tre volte, in precedenza.

La stessa Robin non si sentiva molto meglio. Alcune delle avvertenze che le avevano dato alla Congrega erano solo delle fantasie. Ma il calore era terribile.

La temperatura era di trentacinque gradi. Questa stupefacente notizia le era stata fornita dalla guida che li aveva accolti alla superficie, e l’aveva controllata lei stessa, con sommo stupore, servendosi di un termometro. Era assurdo condurre un ambiente in quella maniera, ma la gente non se ne curava. Si lamentava, ma non aveva intenzione di fare niente per cambiare la situazione.

Robin sentiva la necessità di spogliarsi. Resistette quanto più possibile, ma poi si disse che, dato che sua madre si era già sbagliata su molte altre cose, lei non correva rischi nel disobbedirle su questo particolare. Gran parte della gente che circolava sulle strade polverose di Titantown era nuda; perché non poteva mettersi nuda anche lei? Come compromesso, comunque, decise di non scoprirsi i fianchi, per indicare che intendeva difendersi da qualsiasi tentativo di stupro. Anche se il suo timore dello stupro era assai diminuito.

Il primo pene da lei visto, nelle docce di massa dell’immigrazione, l’aveva fatta ridere, e le aveva fatto guadagnare un’occhiataccia da parte dell’orgoglioso possessore. Anche il resto doveva essere altrettanto comico. Non le pareva che potesse gonfiarsi al punto da farle male, ma per il momento accantonò il problema, in attesa di controllare questo particolare su qualche maschio intento allo stupro.





La prima notte non ci furono stupri, anche se Robin rimase sveglia per molto tempo, per potersi difendere da eventuali attacchi. La seconda notte, due maschi si dedicarono allo stupro, in fondo al dormitorio. C’erano delle cuccette vuote, e Robin si sedette a guardare. Gli arnesi sballonzolanti, che in precedenza l’avevano fatta tanto ridere, si ingrandirono più di quanto non avesse creduto… ma non tanto, in fin dei conti. Le do

La do

Guardò ancora le do

Durante il periodo in cui Robin rimase a osservare, non ci furono do

Titantown era stata inizialmente costruita sotto un grande albero, ma con la fine della guerra tra titanidi e angeli, molti a

L’ascensore per il mozzo partiva una volta ogni ettoriv — equivalenti, le dissero, a cinque giorni della Congrega, ovvero quattro virgola due giorni terrestri — e Robin si trovò con trentasei ore libere. Una visita a Titantown poteva essere istruttiva, anche se Robin non capiva bene la funzione di quel luogo di confusione. Il concetto di svago che le era stato instillato nella Congrega non le permetteva di vedere quella sorta di baraonda come un posto dove divertirsi. Divertimento, per le streghe significava gare atletiche, banchetti, festeggiamenti, anche se sapevano apprezzare un tiro ben giocato e una storia menzognera ben raccontata.

Sua madre le aveva consegnato varie centinaia di crediti delle Nazioni Unite. Robin, che in quel momento si trovava sul balconcino di legno della sua camera d’albergo, posta sull’albero, lasciò correre lo sguardo sui colori vivaci della tendopoli, sulla baraonda, e provò il desiderio di recarsi laggiù. Se non fosse riuscita a far chiasso come gli altri, sarebbe stato meglio farsi cancellare il terzo Occhio.

Il gioco d’azzardo risultò una noia. Vinse qualcosa, perse qualcosa di più, ma non riuscì a dare importanza alla cosa. I soldi erano uno stupido gioco penista, e lei non cercò di capirlo. Sua madre le aveva detto che era il modo con cui si teneva conto del punteggio nella costante esibizione gerarchica della cultura penica. E Robin non aveva bisogno di sapere altro.