Добавить в цитаты Настройки чтения

Страница 51 из 99

Nasu si contorceva per uscire dalla borsa. Robin la aprì e lasciò che il serpente scivolasse un po’ sulla sabbia, sicura che non sarebbe andato lontano. Si frugò in tasca e trovò un pezzo di torrone avvolto in una foglia, lo tirò fuori dall’involucro e cominciò a succhiarlo. La sabbia era troppo fredda per i gusti di Nasu, che si avvolse attorno alla caviglia di Robin.

Cirocco era ferma davanti alla parete, senza muoversi, e fissava un’alta spaccatura verticale. Robin ne seguì con gli occhi il decorso, e capì che era lo spazio tra due fili del cavo. L’area in cui si trovavano, e che un tempo era uno di quei fili, era chiusa da tre di essi. Un’altra grande fessura come quella osservata da Cirocco si poteva scorgere tra il filo centrale e quello alla loro sinistra. Al di sotto della superficie del mare, evidentemente, i fili dovevano distaccarsi l’uno dall’altro. Ricordò la fotografia della montagna conica di Iperione, e della foresta che la copriva, sorte entrambe nella zona dove i fili del cavo si allargavano. Su quell’isola, invece, lo spazio tra i fili non superava i dieci metri, ed era parzialmente chiuso dalle conchiglie.

Vide che Gaby era ritornata, e che portava con sé un lume a petrolio. Gaby corse da Cirocco e glielo consegnò. Vide che confabulavano tra di loro, ma il suono della risacca le impedì di cogliere le parole. Cirocco diceva poche frasi, e chi parlava era soprattutto Gaby, e pareva piuttosto preoccupata. Cirocco continuava a scuotere la testa.

Alla fine, fu Gaby a cedere. Fissò Cirocco per un momento, e poi le due do

Gaby si recò sul bordo della spianata circolare, lontano da tutti. Si sedette a terra e si prese la testa fra le mani. Per due ore, non si mosse più.

Durante l’assenza di Cirocco, trascorsero il tempo riposandosi e giocando. La cosa non diede alcun fastidio ai titanidi, e neppure a Chris. Gaby rimase in preda al nervosismo per gran parte del tempo. Robin dive

I titanidi le insegnarono a intagliare il legno, ma Robin non aveva pazienza. Voleva chiedere a Chris di insegnarle a nuotare, ma non intendeva rimanere nuda davanti a lui. Gaby risolse il problema suggerendole di mettersi il costume da bagno, e ne fu rapidamente improvvisato uno. L’idea di un costume da bagno era assolutamente inedita per Robin, come quella di mettersi le scarpe per fare la doccia, ma il costume fece il suo dovere. Prese tre lezioni di nuoto nel laghetto centrale. In cambio, insegnò a Chris la lotta, arte che lui non conosceva. Dovettero sospendere provvisoriamente le lezioni quando si accorse che era molto facile colpire i testicoli e che dopo colpiti facevano molto male. Le dispiacque sinceramente, ma come poteva saperlo?

Ci furono soltanto due episodi a ravvivare quei due giorni. Il primo si verificò subito dopo la partenza di Cirocco, quando Gaby parve desiderosa di un po’ di moto. Li condusse lungo un sentiero molto stretto, che portava all’alta piattaforma che correva tutt’attorno al cavo. Per un’ora, tutti e sette procedettero con cautela su un passaggio impervio e accidentato, a strapiombo sul mare, cinquanta metri più in basso. Fecero quasi mezzo giro del cavo, prima di raggiungere un punto dove il passaggio era interrotto. E lì, in una nicchia tra due fili del cavo, videro una bassa e tozza colo

A Robin fece venire in mente la Regina Rospa di una favola della sua infanzia. Si trattava chiaramente di una creatura acquatica, con sei zampe che terminavano con larghi piedi palmati. Accovacciata sul suo piedestallo, fissava il mare, gobba e piatta. Sulla sua superficie non cresceva alcuna forma di vegetazione, ma portava collane di alghe ormai secche. Aveva un solo occhio, ora ridotto a un’orbita vuota.

— È qui da almeno diecimila a

— Quelle creature erano così feroci che un lupo avrebbe avuto un attacco cardiaco soltanto a guardarle. Erano così veloci che, prima ancora di riuscire a scorgerle, ti trovavi già sbudellato. Si nascondevano sotto la sabbia come quella che abbiamo visto. Quando la prima ti saltava addosso, saltavano fuori anche le altre, da tutte le parti. Ne ho visto una che era stata colpita da sette fucilate, ma che è ancora riuscita a uccidere l’uomo che le aveva sparato.





— Che fine ha

Gaby raccolse da terra una grossa conchiglia e la gettò contro la statua. Dalla sabbia sbucò immediatamente una decina di teste, che spalancavano minacciosamente la bocca. Robin impugnò la pistola, ma non fu necessario. Le creature si guardarono attorno, confuse, poi ritornarono a nascondersi.

— Erano qui per proteggere l’occhio dell’idolo — dise Gaby. — La razza che lo ha costruito è sparita da molto tempo. Soltanto Gea potrebbe descriverla. Tra l’altro, non si può neppure essere certi che fosse un idolo, perché qui non ha

"Fino a cinquant’a

"Ma una volta sparito l’occhio, ai guardiani non rimase più niente da fare. Gea non li aveva programmati perché si uccidessero, e quindi continuano così: mangiucchiano qualcosa, e diventano sempre più vecchi. Insomma, aspettano di morire."

— Dunque, tutto per mettere alla prova la gente — commentò Robin. — Quelle creature non esistevano neppure, prima che sfidasse la gente a… mettersi in viaggio per fare gli eroi… — Non riuscì a proseguire. Si sentì prendere nuovamente dall’ira.

— Esattamente. Quello che non vi ha detto, però, è che Gea è piena di posti come questo. Sono certa che vi ha raccontato la solita storiella dei cento e uno draghi, e delle gemme grosse come palloni. In realtà, questo posto è stato completamente battuto da generazioni di pellegrini, per tutti gli scorsi cinquant’a

— C’è la crisi delle imprese eroiche — commentò Valiha, e non capì perché Robin scoppiasse a ridere.