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Non avevano nessun collegamento con il visto da lui richiesto. Ogni volta, quando già gli pareva di scorgere una sorta di filo conduttore tra le domande, il tipo di domanda cambiava. Alcune domande riguardavano problemi morali, altre parevano formulate a caso. Cercò di rimanere serio, perché non sapeva fino a che punto fossero importanti, quelle domande, per il suo visto. Cominciò a sudare, anche se nella stanza faceva freddo. Non c’era modo di capire quali fossero le risposte giuste, e si limitò a rispondere onestamente. Aveva sentito dire che i titanidi erano abilissimi nello scoprire le menzogne degli umani.

Ma alla fine cominciò ad averne abbastanza.

— Due bambini sono legati alla rotaia del treno e voi avete il tempo di slegarne solamente uno. Non li conoscete, e ha

— La bambina. No, il bambino. No, ne salverei uno e poi ritornerei a salvare l’altro… maledizione! Non risponderò ad altre domande se non… — S’interruppe. L’ambasciatrice aveva gettato a terra la pe

La titanide si alzò in piedi e si diresse alla stufa, aprì il portello e infilò vari pezzi di legno. Così facendo, gli voltò la schiena, e Chris’fer vide che aveva la pelle uguale a quella di un bianco terrestre, dalla testa ai piedi. Era coperta di peli soltanto sulla testa e sulla foltissima coda. Vedendola dietro la scrivania, era facile dimenticare che non era un essere umano. Ma quando si alzava, la sua natura aliena era tanto più notevole, proprio perché la metà superiore non aveva niente di straordinario.

— Non dovete rispondere ad altre domande — disse. — Grazie a Gea, questa volta non ha

Mentre infilava la legna nella stufa, la coda le si sollevò e rimase ritta in aria. Fece quello che fa

Quando si voltò, l’ambasciatrice prese una paletta che era appoggiata in un angolo, raccolse il mucchietto e la paglia su cui era caduto, e andò a rovesciare il tutto in un bidone posto poco lontano. Tornando a sedersi, fissò Chris’fer con aria divertita.

— Adesso capite perché non mi invitano mai alle cerimonie. Se non sto sempre attenta, di minuto in minuto… — Gli lasciò immaginare le conseguenze.

— Che cosa intendevate, dicendo che questa volta non ha

Lei ritornò seria.

— Che non dipende da me. È difficile credere il numero di cose che uccidono voi umani e ogni a

Prese la bottiglia di tequila e ne traca

— Soltanto dieci?

Lei si girò verso Chris’fer e lo fissò con disprezzo.

— Amico, voi siete davvero eccezionale. Non ne avevate idea.

— Io…





— Lasciate perdere. Vi dispiace. Avete l’impressione di essere stato trattato male. Amico, potrei raccontarvi delle cose assurde… ma lasciamo perdere. La gente studia per a

— Come sceglierli? — riprese l’ambasciatrice. — Ho cercato in tutti i modi possibili, e non ho mai trovato una risposta giusta. Ho cercato di pensare come una persona umana, di decidere come una persona umana, e la prima cosa che fa

Sospirò così profondamente che le tremarono le narici. — La ruota ha qualcosa di molto speciale, secondo me. Ogni sua ora corrisponde a un ciclo. Non riuscite ad accorgervene, quando siete lassù, ma, se vi manca, sentite di avere perso qualcosa. Non potete più sentire il centro delle cose. L’orologio della vostra anima non va più avanti. Tutto si stacca, tutto si allontana.

La titanide rimase in silenzio per alcuni istanti, e infine Chris’fer si schiarì la gola.

— Non ne sapevo niente — disse.

Lei sbuffò.

— Mi stupisce — riprese Chris’fer — che siate qui, a svolgere questo lavoro, visto come la pensate. E… mi sorprende che siate irritata con Gea. Pensavo che per voi titanidi fosse una sorta di divinità.

Lei lo fissò e disse, senza toni particolari: — Lo è, signor Minor. Sono qui perché è Dio e perché mi ha detto di venire. E se la incontrerete, non dovrete dimenticarlo. Fate come vi dice. E quanto all’irritazione, certo, sono irritata. Gea non vi chiede di amarla. Vuole solo l’obbedienza, e la ottiene. Succedono brutte cose a coloro che non le da

«E voi, se mi date retta, fareste meglio a stare più attento. Avete in voi una sorta di fatalismo. Siete venuto senza preparazione, senza sapere certe cose che avreste potuto leggere in un articolo dell’enciclopedia. A Gea, una cosa simile non sarebbe tollerata.»

Chris’fer stava comprendendo lentamente il significato di quel discorso, ma non riusciva ancora a crederci.

— Certo — spiegò la titanide. — Andrete su Gea. Forse dovete ringraziare la vostra fortuna. Non so. Ma ho ricevuto un ordine da Gea. Vuole che le mandi dei pazzi. Voi siete il primo, questa settimana, che rientra nella categoria. Anzi, ho perfino l’impressione che sia giusto mandarvi. Ero già pronta a mandare un assassino e a rifiutare il posto a un grande filantropo. Al confronto, voi siete perfetto. Venite.

Nell’altro ufficio c’erano adesso una titanide un po’ traballante, ma sveglia, e tre umani. Una di questi, una giovane do

Raggiunse l’ambasciatrice nel sottopassaggio e dovette correre per mantenersi al suo passo. Si diressero verso il lato nord del forte, parallelamente alla Baia.

— E toglietevi quell’apostrofo — disse a un certo punto la titanide.

— Eh?