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"Rimarrete per a

Percorse lentamente la corsia, fermandosi ad ogni sedile per benedire ed abbracciare, prima di lasciare l'aereo. L'apparecchio si avviò sulla pista e salì, ruggendo.

Zerchi lo seguì con lo sguardo fino a che scomparve, nel cielo serotino. Poi ritornò all'abbazia, al resto del suo gregge. A bordo dell'aereo, aveva parlato quasi che il destino del gruppo di frate Joshua fosse chiaro come le preghiere prescritte per l'Ufficio del giorno seguente: ma tanto lui che gli altri sapevano che si era limitato a leggere la mano di un piano, aveva descritto una speranza e non una certezza. Perché il gruppo di frate Joshua aveva soltanto cominciato la prima tappa di un viaggio lungo e pieno di dubbi, un nuovo Esodo dall'Egitto, sotto gli auspici di un Dio che doveva essere indubbiamente stanco della razza dell'Uomo.

Coloro che rimanevano avevano il compito più facile. Il loro compito era quello di aspettare la fine e di pregare perché la fine non venisse.

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— La zona colpita dal fallout locale rimane relativamente stazionaria — disse l'a

— Bene, per il momento non è accaduto ancora il peggio — osservò l'ospite dell'abate. — Fino ad ora, qui siamo stati al sicuro. E pare che lo saremo ancora, a meno che la conferenza non sia un fallimento.

— Lo saremo — brontolò Zerchi. — Ma ascoltate un momento.





— Il calcolo più recente delle perdite — continuò l'a

"È stato chiesto a questa stazione di trasmettere due volte al giorno questo a

Bruscamente Zerchi spense l'apparecchio. Balzò dalla sedia e andò a fermarsi alla finestra, e guardò giù, nel cortile, dove una folla di profughi si aggirava attorno a tavole di legno costruite in fretta e furia. L'abbazia, vecchia e nuova, era invasa da gente di tutte le età e condizioni, le cui case erano sorte nelle regioni devastate. L'abate aveva temporaneamente ristretto le zone "clausura" dell'abbazia per concedere ai profughi accesso a tutto, ad eccezione dei dormiton dei monaci. La scritta davanti all'antica porta era stata rimossa, perché c'erano do

Guardò due novizi che portavano un calderone fumante dalla cucina di emergenza. L'issarono su di una tavola e cominciarono a distribuire la minestra.

Il visitatore dell'abate si schiarì la gola e si agitò irrequieto nella sedia. L'abate si voltò.

— Procedura legale, la chiamano — brontolò. — Procedura legale di massa, suicidio assistito dallo stato. Con tutte le benedizioni della società.

— Già — disse il visitatore — ma è certamente meglio che lasciarli morire orribilmente poco a poco.

— Davvero? Meglio per chi? Per gli spazzini? Meglio che i cadaveri viventi camminino da soli fino a un centro di a

— Non saprei come la pensa il governo — disse il visitatore, con una lievissima sfumatura di stizza nella voce. — Ciò che intendevo per "meglio" era "più misericordioso". Non intendo discutere con voi la vostra teologia morale. Se credete di avere un'anima che Dio manderebbe all'Inferno se sceglieste di morire senza soffrire invece che in un modo orribile, allora continuate pure a pensarla così. Ma voi siete una minoranza, lo sapete. Io non sono d'accordo, ma non è il caso di discuterne.

— Scusatemi — disse l'Abate Zerchi. — Non mi preparavo a discutere con voi di teologia morale. Stavo parlando soltanto di questo spettacolo di eutanasia di massa, in termini di movente umano. La stessa esistenza della Legge sul Disastro da Radioattività, e di leggi corrispondenti in altri paesi, è la prova più evidente che i governi erano completamente consci delle conseguenze di un'altra guerra, ma invece di cercare di rendere impossibile questo crimine, ha

— Naturalmente no, Padre. Personalmente, sono un pacifista. Ma attualmente siamo legati al mondo, così come è. E se non riescono a mettersi d'accordo sul modo di rendere impossibile un atto di guerra, allora è meglio stabilire qualche provvedimento relativo alle conseguenze, piuttosto che non prendere nessun provvedimento.

— Sì e no. Sì, se è in previsione del crimine di qualcun altro. No, se è in previsione di un crimine proprio. E specialmente no se i provvedimenti che dovrebbero alleviare le conseguenze sono a loro volta provvedimenti criminosi.