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Levò di nuovo lo sguardo verso le stelle polverose del mattino. Ebbene, non vi si sarebbe trovato l'Eden, dicevano. Eppure c'erano uomini, là, adesso, uomini che guardavano i soli stranieri in cieli stranieri, respiravano aria straniera, aravano terra straniera. Su mondi di tundra equatoriale congelata, mondi di fumante giungla artica, un po' simili alla Terra, forse, abbastanza simili alla Terra perché l'Uomo potesse vivervi, dello stesso sudore della propria fronte. Erano soltanto un pugno, quei celesti coloni dell'Homo loquax no

Eppure i Memorabilia sarebbero partiti con la nave! Era una maledizione?… Discede, Seductor informis! Non era una maledizione, quella conoscenza, a meno che non fosse pervertita dall'Uomo, così come lo era stato il fuoco, quella notte…

Perché debbo andarmene, Signore? si chiese. Devo andare? E cosa sto cercando di decidere: andare, o rifiutare di andare? Ma questo era già deciso: c'era stata una chiamata a questo… tanto tempo fa. Egrediamur tellure, allora, perché questo è stato comandato da un voto che io ho pronunciato. Dunque vado. Ma stendere le mani su di me e chiamarmi sacerdote, chiamarmi persino abbas, pormi a vegliare sulle anime dei miei fratelli? Il Reverendo Padre deve insistere su questo? Ma non insiste su questo: insiste solo per sapere se è Dio a insistere. Ma ha tanta fretta. È veramente così sicuro di me? Per far cadere la scelta su di me in questo modo, deve essere più sicuro di me di quanto non lo sia io stesso.

Parla, destino, parla! Il destino sembra sempre lontano dece

Non è sufficiente che lui sia sicuro di me? Ma no, questo non è affatto sufficiente. Devo essere sicuro io stesso, in un modo o in un altro. In mezz'ora. Meno di mezz'ora, ormai. Audi me, Domine… Ti prego, Signore. Sono soltanto una delle tue vipere di questa generazione, che implora qualcosa, implora di sapere, implora un segno, un segno, un portento, un augurio. Non ho abbastanza tempo per decidere.

Trasalì, i

Udì un lieve fruscio tra le foglie secche, sotto i roseti dietro di lui. Si fermò, frusciò, strisciò di nuovo. Un segno del Cielo avrebbe strisciato? Un augurio o un portento potevano farlo. Il negotium perambulans in tenebris del Salmista lo poteva. Un serpente a sonagli lo poteva.

Un grillo, forse. Era solo un fruscio. Frate Hegan aveva ucciso un piccolo serpente a sonagli nel cortile, una volta, ma… Adesso strisciava di nuovo!… un lento trascinarsi tra le foglie. Sarebbe stato un segno appropriato se fosse strisciato fuori e l'avesse punto nella schiena?

Il suono della preghiera ve

Il fruscio smise, improvvisamente. Era proprio dietro di lui. Davvero, Signore, un segno non è assolutamente essenziale. Davvero io…

Qualcosa gli sfiorò il polso. Balzò in piedi con un grido e scattò lontano dai rosai. Afferrò un sasso e lo gettò fra i cespugli. Il tonfo fu più forte di quanto si fosse aspettato. Si grattò la barba, e si sentì intimidito. Attese. Nulla uscì dai cespugli. Nulla frusciò. Scagliò un ciottolo. Anche quello rotolò, con un tinti

Una rosea lingua d'aurora cominciava a cancellare le stelle dal cielo. Presto avrebbe dovuto parlare all'abate. E cosa gli avrebbe detto?

Frate Joshua si tolse i moscerini dalla barba e si avviò verso la chiesa, perché qualcuno si era appena affacciato sulla porta e aveva guardato fuori… cercando lui?

Unus panis, et unum corpus multi sumus, veniva il mormorio dalla chiesa, omnes qui de uno… Noi siamo un pane e un corpo, sebbene siamo molti, e di un pane e di un calice noi siamo partecipi…

Si fermò sulla porta, per guardare indietro, verso i rosai. Era una trappola, non è vero? pensò. Tu l'hai mandato, sapendo che l'avrei preso a sassate, non è così?





Un attimo dopo entrò e andò a inginocchiarsi insieme agli altri. La sua voce si unì alle altre; per un po' smise di pensare, fra la compagnia di monastici navigatori spaziali lì raccolti. A

Quando riacquistò consapevolezza, vide l'abate fargli un ce

— Volesne accipere hoc onorem, Fili? - sussurrò l'abate.

— Se mi vogliono — rispose sottovoce il monaco — honorem accipiam.

L'abate sorrise. — Mi avete capito male. Ho detto "onere", non "onore". Etsi intelligis Crucis "onerem" esse "onorem", bene auditium sum.

— Accipiam - ripeté il monaco.

— Ne siete certo?

— Se mi scelgono, sarò certo.

— Così va abbastanza bene.

E questo era sistemato. Mentre il sole si levava, un pastore fu eletto per guidare il gregge.

Poi, la Messa conventuale fu una Messa per i Pellegrini e i Viaggiatori.

Non era stato facile ottenere un aereo per volare a Nuova Roma. Ancora più difficile fu ottenere via libera per il volo dopo che l'aereo fu ottenuto. Tutta l'aviazione civile era stata sottoposta alla giurisdizione dei militari, per la durata dell'emergenza ed era necessaria un'autorizzazione militare. La locale Difesa Interna di Zona l'aveva rifiutata. Se l'Abate Zerchi non avesse saputo che un certo maresciallo dell'aria e un certo cardinale erano amici, l'ostentato pellegrinaggio a Nuova Roma di ventisette contrabbandieri di libri avrebbe dovuto essere compiuto a piedi, perché mancava il permesso di usare un aviogetto per il trasporto veloce. Tuttavia, verso metà pomeriggio, l'autorizzazione era stata concessa. L'Abate Zerchi salì a bordo dell'aereo, poco prima del decollo… per gli ultimi saluti.

— Voi siete la continuità dell'Ordine — disse. — Con voi partono i Memorabilia. Con voi parte anche la successione apostolica e, forse… il trono di Pietro.

— No, no — aggiunse, in risposta al mormorio di sorpresa che si levò dai monaci. — Non Sua Santità. Non vi avevo detto questo, prima, ma se sulla Terra avvenisse il peggio, il Collegio dei Cardinali… o quanto ne resta… si unirà a voi. La Colonia del Centauro potrà allora essere dichiarata un patriarcato separato, con piena giurisdizione patriarcale assegnata al cardinale che vi accompagnerà. Se il flagello cadrà su di noi, qui, a lui spetterà il Patrimonio di Pietro. Perché, anche se la vita sulla Terra può essere distrutta… Dio non voglia… finché l'Uomo vivrà, l'ufficio di Pietro non potrà essere distrutto. Vi sono molti che pensano che, se la maledizione cadrà sulla Terra, il papato passerà a lui secondo il principio di Epikeia, se non vi sara