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— Come mi piacerebbe poterlo esaminare! — esclamò Laura delusa mentre la creatura continuava a piroettare. — Proviamo a catturarlo.
— Come? — disse Calvert.
— I popoli primitivi abbattevano gli animali molto veloci con un paio di pesi che facevano roteare all'estremità di una corda. Non gli facevano neanche male.
— Su questo ho i miei dubbi — disse Norton. — Ma, posto che funzioni, non possiamo arrischiarci a farlo. Ignoriamo il grado d'intelligenza di questa creatura, e un giochetto di quel genere potrebbe spezzarle le gambe. E allora sì che ci troveremmo nei guai… con Rama, la Terra e tutti quanti gli altri.
— Ma io voglio un esemplare!
— Accontentati del fiore di Jimmy… a meno che tu non riesca a convincere questa creatura a collaborare. Ma proibisco che si tenti di catturarla con la forza. Ti piacerebbe se qualcuno scendesse sulla Terra e decidesse che tu saresti un bell'esemplare da sezionare?
— Ma io non voglio sezionarlo — protestò Laura, in tono poco convincente. — Lo voglio solo esaminare.
— Bene, gli extraterrestri potrebbero avere le stesse intenzioni nei tuoi riguardi, il che non esclude che, nell'attesa, tu passeresti momenti molto spiacevoli. Non dobbiamo fare nessuna mossa che possa aver l'aria di una minaccia.
Citava gli ordini che aveva ricevuto, e Laura lo sapeva. I diritti della scienza erano molto meno importanti di quelli della diplomazia spaziale.
Intanto, la creatura aveva finito di ispezionare il campo, perché dopo essersi fermata un istante, ripartì a tutta velocità verso la gradinata.
Chissà come farà a salire i gradini? si chiese Laura.
La risposta non si fece aspettare molto. La creatura volò sulla gradinata alla stessa velocità, sfiorando appena gli scalini.
— Controllo Mozzo — chiamò Norton. — Fra poco avrete visite. Date un'occhiata alla sesta rampa della gradinata Alfa. E, a proposito, grazie per la vostra oculata sorveglianza.
Ci volle un momento prima che l'osservatore afferrasse il sarcasmo. Poi cominciò a balbettare qualche parola di scusa. — Riesco a intravvedere qualcosa adesso che me l'avete detto voi, Comandante. Ma cos'è?
— Ne so quanto voi — rispose Norton, premendo il pulsante dell'allarme generale. — Campo Alfa chiama tutte le squadre. Abbiamo appena ricevuto la visita di una creatura somigliante a un grosso ragno a tre zampe, corpo sferico, movimenti rotatori velocissimi. Sembra inoffensivo ma è molto curioso. Confermate di aver ricevuto.
La prima risposta ve
— Qui tutto normale, Comandante.
Dalla stessa distanza, ma a ovest, Roma rispose con voce asso
— Cosa c'è?
— Ho posato la pe
— Vorreste spiegarvi meglio, per favore?
— Non ci crederete, Comandante. Stavo prendendo appunti con la mia pe
— E come ha fatto ad arrivare fin là?
— Mah… forse mi sono assopito un attimo. È stata una giornata molto faticosa.
Norton sospirò, ma si aste
Nell'eventualità di un contatto fisico con un extraterrestre diceva il regolamento spaziale che tutti avevano studiato non bisogna mai mostrarsi aggressivi, ma lasciare l'iniziativa agli altri.
L'iniziativa, il beneficio del dubbio, e oltre, pensava Norton, che non voleva esser ricordato dalla storia come colui che era stato la causa della prima guerra interspaziale.
Nel giro di poche ore comparvero centinaia di ragni, tutti sulla pianura. Al ca
I ragni non badavano agli esploratori, e dopo un po' nemmeno gli esploratori badarono più a loro, sebbene di tanto in tanto Norton cogliesse un'espressione vogliosa negli occhi della dottoressa. Si capiva che sarebbe stata felicissima se uno dei ragni fosse rimasto vittima di un incidente, ed era capace di favorirne uno nell'interesse della scienza.
Pensandoci bene, era impossibile che quelle creature fossero intelligenti. I corpi erano troppo piccoli per contenere un cervello abbastanza sviluppato, ed era anche difficile capire dove prendessero tutta l'energia necessaria per muoversi di continuo e così velocemente. Eppure, il loro comportamento non sembrava casuale ed era coordinato. Andavano dappertutto, ma non tornavano mai due volte nello stesso posto. A volte, Norton aveva l'impressione che cercassero qualche cosa. Ma di qualsiasi cosa si trattasse, non la trovavano mai.
Salirono fino al mozzo superando come se niente fosse le estenuanti gradinate. Come poi riuscissero a salire le scale a pioli, dove non esisteva forza di gravità, restò un mistero. Laura disse che forse erano dotati di ventose.
E poi, finalmente, la dottoressa riuscì ad avere il tanto desiderato esemplare. Il Controllo riferì che un ragno era caduto dalla scala a pioli, e ora giaceva, morto o impossibilitato a muoversi, sulla prima piattaforma. Laura fece la salita a una velocità record.
Arrivata alla piattaforma scoprì che il ragno aveva tutte e tre le zampe spezzate, nonostante l'esigua velocità della caduta. Aveva gli occhi aperti, ma non reagì a nessun tentativo di rianimazione. Un cadavere umano avrebbe un aspetto più vivo, pensò la dottoressa. Non appena ebbe portato il suo trofeo a bordo della Endeavour si accinse a sezionarlo.
Il ragno era così fragile che si spezzava senza bisogno di strumenti. Laura disarticolò le zampe, poi si accinse ad aprire il delicato carapace che si spaccò in tre cerchi concentrici aprendosi come un'arancia sbucciata.
Dopo un primo momento in cui si fermò incredula, perché non aveva sotto gli occhi niente che potesse riconoscere o identificare, la dottoressa scattò una serie di fotografie. Poi prese lo scalpello.
Da dove doveva cominciare a tagliare? Decise di farlo a caso chiudendo gli occhi e abbassando di colpo lo strumento, ma non sarebbe stato un sistema propriamente scientifico. Si chinò e tagliò delicatamente. La lama penetrò senza incontrare resistenza. Un attimo dopo il colo
Il sergente McAndrews impiegò venti minuti buoni per calmare gli scim che si erano spaventati.