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Stop. Probabilmente, non mi riguarda. Ma perché, tornando sulla Terra, non si è registrato al COMCON? Si può spiegare: collasso nervoso. Ripulsa per il suo lavoro. Un Progressore sull’orlo del collasso nervoso torna al suo pianeta natale, da dove mancava da perlomeno otto a

Mi costrinsi a concentrarmi e capii all’improvviso che era una brutta faccenda. Mi accorsi che non mi interessava affatto pensare al modo di trovare Abalkin. Mi interessava molto di più capire perché fosse tanto necessario trovarlo. Ovviamente, ero furioso con Sua Eccellenza, sebbene la logica mi suggerisse che il capo indubbiamente mi avrebbe fornito tutte le spiegazioni indispensabili se solo avessero potuto aiutarmi nelle mie ricerche. E se non mi aveva spiegato perché bisognava cercare e trovare Abalkin, significava che il perché non aveva nessun rapporto con il come.

A questo punto capii ancora una cosa. Cioè, non capii, ma sentii. Anzi, più precisamente sospettai. Questa enorme cartella, tutta questa massa di carte, questa scrittura ingiallita non mi darà niente altro che, forse, ancora un paio di nomi e una gran quantità di nuove domande, che di nuovo non ha

1 ° giugno dell’a

Alle 14.23 terminai l’inventano del contenuto.

La maggior parte delle carte erano documenti, scritti, capii, dallo stesso Abalkin.

In primo luogo, c’era il suo rapporto sulla partecipazione all’operazione “Mondo morto” sul pianeta Speranza: settantasei pagine scritte con una calligrafia grossa e chiara, quasi senza cancellature. Diedi una scorsa a quelle pagine. Abalkin raccontava come insieme al Testone Ščekn fosse andato alla ricerca di un certo oggetto (quale precisamente, non riuscii a capirlo), avesse attraversato la città abbandonata e fosse stato uno dei primi ad entrare in contatto con i superstiti dei disgraziati aborigeni.

Quindici a





È chiaro che questa civiltà non aveva nessuna prospettiva storica, ma a questo punto arrivarono i Nomadi dello Spazio. Per la prima volta, a quanto risulta, interve

Abalkin prese parte solo all’inizio dell’operazione “Mondo morto”, ed il suo ruolo fu piuttosto modesto. Però, se si osservano le cose dal lato del principio, egli fu il primo (e finora l’unico) Progressore terrestre a cui toccò di lavorare in coppia insieme ad un rappresentante di una razza raziocinante di non umanoidi.

Scorrendo il rapporto, mi resi conto che Abalkin vi menzionava molti nomi, ma ebbi l’impressione che l’unico da prendere in considerazione fosse quello di Ščekn. Sapevo che stava arrivando sulla Terra un’intera delegazione di Testoni, ed era il caso di appurare se per caso fra di loro non ci fosse anche Ščekn. Abalkin ne scriveva con tale calore che non esclusi la possibilità di un loro incontro. Del resto, mi ero già accorto che Abalkin aveva una particolare simpatia per i “fratelli minori”: dietro a loro aveva perso alcuni a

Nella cartella c’era ancora un rapporto di Abalkin, quello sull’operazione su Higanda. A parer mio l’operazione era stata di poco conto: il capocaccia di sua altezza il duca di Alaj aveva sistemato come fattorino in una banca un suo parente povero. Il capocaccia era Lev Abalkin, ed il parente povero un certo Kornej Jašmaa. Come immaginavo, questo materiale mi fu del tutto inutile. Oltre a quello di Kornej Jašmaa, per quanto mi fu possibile notare ad una lettura veloce, il rapporto non conteneva nessun altro nome di terrestri. Qua e là ricorrevano degli Zoggi, Nagon-Gig, scudieri, direttori di conferenze, altezze serenissime, maestri di armature, dame di corte… Mi a

Entrambi i rapporti erano scritti in stile “archivista” e, a mio parere, avevano forti affinità con i temi scolastici del tipo «come ho passato le vacanze dal no

Non sono uno psicologo, per lo meno non di professione, ma pensai che forse mi sarebbe riuscito di tirar fuori da questi rapporti qualcosa di utile sulla psicologia di Lev Abalkin.

Continuando a dare un’occhiata al contenuto della cartella, avevo intanto scoperto dei documenti assai simili, pressoché uguali e per me assolutamente incomprensibili: dei fogli azzurri di carta spessa con la rifilatura verde e con inciso nell’angolo in alto a sinistra un emblema, raffigurante qualcosa di mezzo fra un drago cinese ed uno pterodattilo. Su ciascuno di questi fogli, con la calligrafia ampia che già conoscevo, c’era scritto, a volte con la stilografica, a volte con il pe