Добавить в цитаты Настройки чтения

Страница 3 из 88

Le rispose tranquillo: — Non sono entrato nella documentazione medica del signor Wayland. Ma perché il roboinfermiere doveva condurlo nell’area di alimentazione?

— Perché aveva l’Alzheimer, dottor Aranow. L’aveva da quindici a

La ragazza ansimava. Jackson sapeva che lo stava pungolando, sfidandolo a dire: "lei lo ha ucciso". A quel punto, probabilmente, gli avrebbe fatto causa.

Non si lasciò provocare. Dopo il matrimonio con Cazie Sanders, e il divorzio, Ellie Lester era soltanto una stupida dilettante. Le disse formalmente: — La causa della morte, ovviamente, verrà stabilita dal medico legale di New York City, dopo l’autopsia. Questo rapporto preliminare si ritiene concluso. Disattivare il collegamento.

Infilò il trasmettitore nella borsa. Ellie Lester si alzò: era più alta di Jackson di quasi tre centimetri. Lui immaginò che l’autopsia avrebbe rivelato uno degli inibitori cinesi o sudamericani che fa

Lei disse: — Forse i nostri sentieri si incrocera

Lui ebbe il buon senso di non rispondere. Dall’unità mobile inoltrò una chiamata ai poliziotti, poi lanciò un’ultima occhiata ad Harold Winthrop Wayland. Lo schermo sul muro si accese. Il sistema di casa doveva essere stato programmato in anticipo.

— …risultati elettorali definitivi! Il Presidente Stephen Stanley Garrison è stata rieletto con uno scarto minimo. L’aspetto più inquietante dei risultati, tuttavia, è il numero di americani che ha votato. Su novanta milioni di potenziali elettori, soltanto l’otto per cento ha votato. Questo rappresenta un crollo…

Ellie Lester scoppiò in una secca risata. — "Inquietante". Dio, che deficiente. Ma perché mai qualcuno dovrebbe preoccuparsi "ancora" di votare?

— Forse come atto di parodia di buon gusto — commentò Jackson e si rese conto che, così dicendo, aveva vinto lei dopo tutto. Non lo confortava sapere che la ragazza era troppo stupida per accorgersene.

Non lo accompagnò alla porta. Forse "Design" aveva stabilito che anche le buone maniere erano irrilevanti. Mentre lasciava la stanza del morto, tuttavia, Jackson guardò con attenzione per la prima volta le piccole foto incorniciate appese sulla parete. Tutte meno l’ultima erano copie predigitali, sbiadite e irregolari nel colore. Edward Je

— Sì, era un medico anche lui — disse con malizia Ellie Lester. — Ai tempi in cui la gente come voi era ancora necessaria. E questi sono i suoi eroi: quattro Vivi e una Inso

Jackson uscì. L’ologramma del negro era stato sostituito da quello di uno schiavo romano nudo, fortemente muscoloso, bello, ma chiaramente non modificato geneticamente. Un Vivo. Lo schiavo si inchinò mentre Jackson passava, abbassò gli occhi e aprì la bocca. Catene traslucide di oro olografico lo tenevano incatenato al pomolo della porta di Ellie Lester.

— Lei rappresenta l’estremità di una curva a campana, lo so — disse Jackson a sua sorella Theresa. — Quindi la cosa non dovrebbe preoccuparmi. In effetti, non mi preoccupa.

— Sì che ti preoccupa — commentò Theresa con la sua voce gentile. — Ed è giusto che sia così.

Erano seduti nell’atrio del loro appartamento e bevevano qualcosa prima di cena, che sarebbe stata composta di cibo per bocca, vecchio stile. La parete dell’atrio che dava sul parco era costituita da uno schermo trasparente a energia-Y. Quattro piani più giù, il Central Park turbinava di colori autu

Theresa indossava un abito ampio a fiori che le ricadeva in pieghe graziose fino alle caviglie: Jackson aveva la vaga impressione che fosse fuori moda. Il volto di lei, senza trucco, era un pallido ovale sotto i capelli biondo argentato. Aveva dodici a

Theresa era fragile. Non tanto nel corpo modificato geneticamente per essere slanciato, quanto nella mente. Jackson credeva in cuor suo che durante il procedimento di ingegneria embrionale qualcosa fosse andato storto, come succedeva a volte. La modificazione genetica era un processo complicato e, una volta che lo zigote si trasformava in blastomeri, non era più possibile alcun ulteriore intervento permanente. Non da parte di alcuno sulla Terra, quanto meno.

Da bambina, Theresa aveva odiato andare a scuola, aggrappandosi alla madre sconcertata e piangendo disperata. Non le piaceva giocare con gli altri bambini. Per giorni interi rimaneva chiusa nella sua stanza, disegnando o ascoltando musica. A volte diceva che avrebbe voluto avvolgersi nella musica e sciogliervisi finché non fosse esistita più alcuna Theresa. I test medici avevano mostrato una forte reattività nel suo sistema di risposta agli ormoni dello stress: alti livelli di cortisolo, ghiandole adrenaliniche ingrossate, battito cardiaco, motilità intestinale e morte di cellule nervose associati a depressione presuicida. La sua soglia di risposta limbico ipotalamica era bassissima: trovava intensamente minaccioso tutto ciò che era nuovo.

In un’epoca di ammine biogene tecnologicamente adattate, nessuno doveva essere fragile. Per tutta l’infanzia, Theresa era stata costretta a sottoporsi a trattamenti di neurofarmaci per riequilibrare la sua chimica cerebrale. Il Depuratore Cellulare avrebbe reso problematiche le cure, visto che distruggeva tutto quello che riteneva non appartenere direttamente al corpo, non adeguarsi agli schemi del DNA o alla serie approvata di molecole immagazzinate nei suoi minuscoli, inimmaginabili computer a base proteica piazzati nelle e fra le cellule umane. Quando però il Cambiamento aveva portato il Depuratore Cellulare, non aveva avuto più alcuna importanza. A tredici a

A quel punto, i suoi genitori erano morti in un incidente aereo e Jackson era divenuto il tutore di sua sorella. Jackson aveva discusso con lei, aveva cercato di ragionare, l’aveva implorata. Non era servito a nulla. Theresa non voleva essere aiutata. Non ribatté alle discussioni: il dibattito intellettuale la confondeva. Si rifiutò semplicemente di accettare una soluzione medica per i suoi problemi medici.

Quanto meno, comunque, non tentò il suicidio, la più grande paura di Jackson. Si fece sempre più appartata e più elusiva, una di quelle dolci e pallide do

Quando era avvenuto il Cambiamento, Theresa era stata l’unica persona che Jackson conoscesse ad aver rifiutato l’iniezione. Non poteva nutrirsi del terreno. Si infettava per virus e batteri. Poteva restare avvelenata dalle tossine. Poteva venirle il cancro.

A volte, quando era di cattivo umore, lui pensava che l’elusiva fragilità neurologica di sua sorella, così staccata dalla sua intelligente dolcezza, fosse il motivo per cui lui era diventato medico. Solo negli ultimi tempi si era reso conto che le fragilità di Theresa erano anche il motivo per cui aveva sposato una persona come Cazie.

Osservando sua sorella che si versava dell’altro succo di frutta, non beveva mai allucinogeni, alcolici o bevande a base di endorfine sintetiche come l’Endorbacio, Jackson pensò che fosse sbagliato lasciarsi condizionare la vita in quel modo da una sorella minore dolcemente, cocciutamente e scioccamente pazza. Pensò di essere un debole per aver permesso che ciò accadesse. E che sentirsi forte vicino a Theresa, probabilmente in confronto, era a sua volta un modo da debole di considerare la situazione.

— Le persone come Ellie Lester — disse Theresa — non sono complete.

— Che intendi dire? — Non voleva saperlo realmente, avrebbe potuto portare a un’altra arrancante e tortuosa discussione di Theresa sulla spiritualità, ma l’allucinogeno nel suo drink stava avendo su di lui un effetto gradevole. Le ossa si stavano rilassando, i muscoli si scioglievano, gli alberi sottostanti ronzavano formando uno sfondo armonioso senza pretese. Non voleva parlare. Certo non delle informazioni su Ellie Lester controllate appena tornato a casa, che includevano la scoperta che lei avrebbe ereditato l’immensa fortuna del bisno

Però tutto quello che disse Theresa fu: — Non so cosa voglio dire. So soltanto che non sono completi. Tutti quanti. Tutti noi.

— Ummmmm.

— Qualcosa non va in noi. Io ci credo Jackson. Ci credo davvero.

Non suonava proprio come se ci credesse. Appariva insicura come al solito, col suo modo di parlare esitante e delicato e il suo vestito a fiori. A Jackson ve

A quel punto però Theresa prese a parlare in modo impetuoso. — Ho letto qualcosa di malvagio oggi. Davvero "malvagio". Ho inviato Thomas nei database della biblioteca per il mio libro. Per qualcosa che Leisha Camden scrisse nel 2045.

Jackson si fece forza. Theresa inviava spesso il suo sistema personale, Thomas, a setacciare i database storici e spesso interpretava male quello che quello vi trovava, oppure si indignava, o altrimenti piangeva.

— Thomas mi ha riportato una frase di un medico famoso che conosceva Leisha. Hans Dietrich Lowering. Ha detto: "La mente non esiste. C’è soltanto un insieme di attività elettriche e fisiologiche che tutti chiamiamo cervello." Ha detto una cosa simile!