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– Non aver paura. Io t’aiuterò.
Difatti tutti i giorni mandava alla prigioniera della torre i cibi migliori della mensa di Corte.
Da tre a
– Uccello, uccello, – diceva tutti i giorni la prigioniera, – come m’hai portato via da casa, portami via di qui.
Vicino alla torre, c’era il palazzo delle tre figlie maggiori del Re. E un giorno, stando alla finestra, sentirono questo discorso della ragazza e l’andarono a riferire al Re.
– Cacciate quell’uccello dalla torre, – ordinò il Re. Le guardie, con le loro lance, buttarono giù il nido, i dieci uccellini caddero a terra e restarono morti.
La sera, la prigioniera vide il grande uccello scendere sugli uccellini morti con nel becco un ciuffo d’una certa erba, strusciarli con quell’erba e gli uccellini risuscitarono.
– Uccello, uccello, – disse la prigioniera, – portami quest’erba miracolosa!
L’uccello rivolò via e ritornò con un fascio d’erbe nelle zampe.
La ragazza prese l’erba e corse a strofinarla sul cadavere del figlio del Re. A poco a poco, il figlio del Re risuscitò.
Non so dire chi dei due fu più felice: s’abbracciarono, si baciarono, si fecero tante feste.
La notizia la te
Adesso i due i
Insistettero tanto col Re, che lui diede ordine che la prigioniera fosse cambiata di prigione. Andarono le guardie a prenderla, ed ecco che la si vide uscire di prigione a braccetto del figlio del Re, vivo e sano[55] come un pesce.
Tutta la famiglia reale, che era alla finestra a veder passare la prigioniera, restò a bocca aperta.
– Babbo, mamma, sorelle, – disse il figlio del Re, – vi presento la mia sposa.
La sorella più piccina batté le mani.
Ma alle tre sorelle maggiori, d’avere una cognata lattaia, non andava giù,[56] e la studiarono tutteper umiliarla e canzonarla.
– Prima delle nozze, – disse la sposa, – devo andare a casa mia a salutare i miei genitori. Ditemi che regalo vi devo portare.
– Uh! Un fiasco di latte! – disse la prima cognata.
– Ih! Io voglio una ricotta! – disse la seconda cognata.
– Eh! A me portami una cesta d’aglio! – disse la terza cognata.
La lattaia partì ma non andò dal contadino, andò da suo padre quello vero, il Re che l’aveva tenuta tanto tempo nel palazzo sottoterra. E dopo una settimana tornò dallo sposo con una bella pariglia tirata da cavalli bianchi.
– Come? La lattaia in pariglia? – si chiesero le cognate vedendola arrivare.
Scese la lattaia e portò i regali: alla prima cognata diede il fiasco di latte, fiasco d’argento con la veste d’oro;[57] alla seconda cognata diede la ricotta, ricotta d’argento in un paniere d’oro; alla terza cognata diede la cesta d’aglio, spicchi di brillanti e foglie di smeraldo.
– E a me che t’ho sempre voluto bene non mi hai portato niente? – chiese la più piccina.
La lattaia aperse lo sportello della carrozza e scese un bel giovane.
– Questo è il mio fratellino che è nato mentre io ero via dalla Corte. Sarà il tuo sposo.
Le domande da rispondere
1. Perché il Re e la Regina misero la sua figlia in un bellissimo palazzo sottoterra?
2. Come sucesse che la ragazza capitò alla famiglia dei contadini?
3. Come la lattaia ha ucciso il giovane che l’ha baciata?
4. Quali conda
5. Come era risuscitato il figlio del Re?
6. Cosa facevano gli i
7. Quali regali portò loro la lattaia dopo esser tornata dai genitori? 8. Quale regalo ha portato la lattaia alla figlia minore del Re e perché lo ha fatto?
Gallo cristallo
C’era una volta un gallo che andava girando per il mondo.
Trovò una lettera per strada, la raccolse col becco, la lesse; diceva: «Gallo cristallo, gallina cristallina, oca contessa, anatra badessa, uccellino cardellino, andiamo alle nozze di Pollicino[58].»
Il gallo si mette in cammino per andarci, e dopo pochi passi incontra la gallina:
– Dove vai, compare gallo?
– Vado alle nozze di Pollicino.
– Ci vengo anch’io?
– Se ci sei nella lettera. – E ci guarda; legge: – «Gallo cristallo, gallina cristallina…» Ci sei, ci sei: allora, andiamo.
E si mettonoin viaggio tutti e due[59]. Dopo un altro po’[60] incontrano l’oca.
– Oh, comare gallina e compare gallo, dove andate?
– Andiamo alle nozze di Pollicino.
– Ci vengo anch’io?
– Se ci sei nella lettera, – e il gallo riapre la lettera e legge:
“Gallo cristallo, gallina cristallina, oca contessa…” Ci sei; e andiamo!
Cammina cammina tutti e tre, ed incontrano l’anatra. – Dove andate, comare oca, comare gallina e compare gallo?
– Andiamo alle nozze di Pollicino.
– Ci vengo anch’io?
– E sì, se ci sei. – Legge: «Gallo cristallo, gallina cristallina, oca contessa, anatra badessa…» Ci sei: e be’, vieni anche tu!
Dopo un altro po’ incontrarono l’uccellino cardellino.
– Dove andate, comare anatra, comare oca, comare gallina e compare gallo?
– Andiamo alle nozze di Pollicino.
– Ci vengo anch’io?
– E sì, se ci sei! – Riapre la lettera: – «Gallo cristallo, gallina cristallina, oca contessa, anatra badessa, uccellino cardellino…» Ci sei anche tu. – E si misero in cammino tutti e cinque.
Ecco che incontrarono il lupo, e anche il lupo chiese dove andavano.
– Andiamo alle nozze di Pollicino, – rispose il gallo.
– Ci vengo anch’io?
– Sì, se ci sei! – e il gallo rilesse la lettera, ma il lupo non c’era.
– Ma io ci voglio venire! – disse il lupo.
E quelli, per paura, risposero:
– …E andiamo.
Fatti un altro po’ di passi[61], il lupo disse tutt’a un tratto:
– Ho fame.
Il gallo gli rispose:
– Io da darti non ho niente…
– Allora mi mangio te! – e il lupo spalancò la bocca e se lo inghiottì sano sano[62].
Dopo un altro po’ di strada, ripetè:
– Ho fame.
La gallina gli rispose come aveva risposto il gallo, e il lupo s’ingollò anche lei.
E così fece con l’oca e così con l’anatra.
Rimasero soli il lupo e l’uccellino.
Il lupo disse:
– Uccellino, ho fame!
– E che vuoi che io ti dia?[63]
– Allora mi mangio te! – Spalancò la bocca… e l’uccellino gli si posò sulla testa.
53
fece finta di cascare dalle nuvole – притворилась, будто с неба свалилась, ничего не знает
54
tornarono con un pugno di mosche – вернулись ни с чем
55
vivo e sano – живехонький
56
non andava giù – не устраивало
57
con la veste d’oro – с золотой отделкой
58
Pollicino – Мальчик-с-пальчик
59
tutti e due – оба
60
Dopo un altro po’ – спустя еще немного
61
Fatti un altro po’ di passi. – Прошли еще немного.
62
sano sano – как ни в чем не бывало
63
E che vuoi che io ti dia? – И что ты хочешь, чтобы я тебе дал?