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— Accidenti — esclamò, ma senza troppa convinzione. Si alzò, si spazzolò l’abito e, borbottando, issò a fatica sulla spalla il corpo inerte della bambina.

Alta sulle montagne, nell’aria cristallina del tramonto, l’aquila-Esk salì ancora più su, ebbra della pura vitalità del volo.

Sulla strada di casa la No

Giunta al cottage, la No

Si assicurò che tutte le finestre fossero aperte e, quando cominciò a fare buio, accese una lanterna e la poggiò sul davanzale.

Di regola, No

Quando si risvegliò di nuovo all’alba, la candela si era spenta da un pezzo ed Esk dormiva ancora del so

Quando la vecchia portò fuori le capre nel loro recinto, scrutò con attenzione il cielo.

Ve

Scese il crepuscolo.

Nel mondo-Disco la luce era antica e lenta e greve. La No

Tamburellando con le dita sullo stipite della porta, la vecchia canticchiava un motivetto triste.

Ve

Mentre la luce dorata scorreva lenta sul mondo-Disco, simile alla prima onda di marea sulla sabbia, l’aquila volava più alta nel cielo, battendo l’aria con il ritmo lento e possente delle sue ali.

Il mondo intero si dispiegava sotto Esk… tutti i continenti, tutte le isole, tutti i fiumi e specialmente il grande anello dell’Oceano Circolare.

A quelle altezze niente altro esisteva, nemmeno il suono.

Inebriata da quella sensazione, Esk voleva costringere i muscoli stanchi a uno sforzo ancora maggiore. Ma qualcosa non andava. Le sembrava che i suoi pensieri divagassero e sparissero, senza che lei riuscisse a controllarli. Dolore euforia stanchezza le fluivano nella mente eppure, al tempo stesso, altre sensazioni ne sfuggivano. I ricordi si disperdevano nell’aria. Non appena le riusciva di afferrare un pensiero, questo evaporava e lasciava il vuoto dietro a sé.

Stava perdendo grossi brandelli di se stessa e le era impossibile ricordare che cosa stava perdendo. Fu presa dal panico e si mise a pensare alle cose di cui era sicura…

"Io sono Esk, e mi sono impadronita del corpo di un’aquila e della sensazione del vento tra le pe

Provò di nuovo. "Io sono Esk e sto cercando la corrente del vento, il dolore dei muscoli, la sferza dell’aria, il suo gelo…"

"Io sono Esk in alto sull’aria-umida-bagnata-bianca, al di sopra di tutto, il cielo è sottile…"

"Io sono Io sono."

La No





Ma dagli alveari si levò un forte ronzio e a un tratto l’aria si fece densa per il fitto sciame delle grosse api, che presero a svolazzarle intorno alla testa e unirono il loro basso ronzio al suo canto.

Poi se ne andarono volando nella luce che si alzava sopra la radura e sciamarono sopra gli alberi.

È risaputo (o almeno lo è per le streghe) che tutte le colonie di api sono, per così dire, solo parte della creatura chiamata lo Sciame. Allo stesso modo che le singole api compongono le cellule dell’alveare. La No

Sapeva che le sue creature sì sarebbero presto unite alle colonie delle api selvatiche nel folto della foresta e che, tra poche ore, ogni angolo delle praterie montane sarebbe stato attentamente sorvegliato. Non le restava che attendere.

A mezzodì le api tornarono e la No

Rientrò nella frescura del cottage e sedette nella poltrona a dondolo, lo sguardo fisso alla porta.

Sapeva qual era il prossimo passo da farsi. Ma la sola idea la rivoltava. Tuttavia, andò a cercare una scala, si arrampicò a fatica sul tetto e tirò fuori la verga dal suo nascondiglio nella paglia.

Era fredda gelata ed emanava vapore.

— Al di sopra del limite delle nevi pere

Ridiscese e piantò la verga in una aiola di fiori. La fulminò con gli occhi e provò la sgradevole sensazione di essere ricambiata.

— Non credere di avere vinto, perché non è vero — scattò. — È solo che non ho il tempo di mettermi a fare i trucchetti. Tu devi sapere dove si trova. Ti ordino di portarmi da lei!

La verga la guardò ottusamente.

— Per… — la No

Attività, movimento, vivacità… tali parole sarebbero una descrizione del tutto inesatta della reazione della verga.

La No

— Per piacere! — si corresse.

La verga tremò, si alzò alquanto dal terreno e si girò in aria fino a restare sospesa con aria invitante all’altezza della cintola.

La vecchia aveva sentito dire che le scope erano tornate molto di moda tra le streghe più giovani, ma a lei la cosa non garbava. Come poteva un corpo presentare un aspetto rispettabile mentre tagliava l’aria sospeso su un arnese domestico? Un simile procedimento, inoltre ti esponeva a un sacco di correnti d’aria.

Ma non era quello il momento di pensare alla rispettabilità. Si fermò soltanto per afferrare il cappello dal gancio dietro la porta, si arrampicò sulla verga e si sistemò come meglio poté, naturalmente all’amazzone e con le go

— Bene — disse. — E adesso, viaaaa…

Nella foresta gli animali scapparono e si dispersero sotto l’ombra che gli passava sopra, urlante e imprecante. La No

Uscita dalla foresta e arrivata sulle praterie montane, la vecchia era riuscita ormai in qualche modo a farsene una ragione. Il che voleva dire che si teneva stretta con le ginocchia e con le mani, purché non le importasse di essere a testa in giù. Meno male che il suo cappello, essendo di forma aerodinamica, si rivelava utile.