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«Allora, che cosa ha detto?» chiese Tenar.

«’Una do

«Ma volevano sapere chi dovesse essere il prossimo Arcimago.»

«E non ha

«Infinita è la sottigliezza dei maghi», citò Tenar, in tono un po’ asciutto.

Ged tagliò con i denti il filo e si avvolse sul dito il pezzo avanzato.

«Ho imparato a cavillare, a Roke», dovette ammettere. «Ma questi non sono cavilli. ‘Una do

«Ah!» esclamò Tenar e, con astuzia, osservò: «Non sono esistite anche delle regine? Anch’esse avevano il Potere».

«Una regina è solo un re in go

Lei sbuffò.

«Voglio dire che il Potere glielo da

Tenar a

«Non credo di conoscerlo.»

«Quand’è che una do

«Nella propria casa, forse.»

Lei si guardò attorno, osservò le pareti di pietra della cucina. «Ma le porte sono chiuse a chiave», osservò.

«Perché siete importanti.»

«Oh, sì. Siamo preziose. Purché si resti prive di Potere… Ricordo ancora il giorno in cui l’ho capito per la prima volta! Kossil mi aveva minacciato… minacciato me, la Sacerdotessa delle Tombe. E capii di non poter fare niente. Io avevo gli onori, ma lei aveva il potere, che le veniva dal Diore, l’uomo. Oh, come me la sono presa! E come mi sono spaventata… Io e Lodola abbiamo parlato di queste cose, una volta, e lei ha chiesto: ‘Perché gli uomini ha

«Se la propria forza consiste solo nella debolezza altrui, si vive nella paura», le fece notare Ged.

«Sì, ma le do

«Vi ha

«No», disse la do





«Come i bambini si fidano dei genitori», commentò Ged.

Tutt’e due rimasero in silenzio.

«In realtà», riprese poi Ged, «anche la fiducia corrompe. I maghi di Roke si fidano di se stessi e dei compagni. Il loro Potere è puro, niente lo macchia, e perciò credono che quella purezza sia anche saggezza. Non riescono a concepire la possibilità di commettere qualcosa di sbagliato.»

Tenar lo fissò con stupore. Ged non aveva mai parlato di Roke in quel modo, come se ne fosse del tutto all’esterno, come se ne fosse libero del tutto.

«Forse avrebbero bisogno di qualche do

Tenar rimise in movimento l’arcolaio. «Ancora non mi è chiaro: che cosa impedisce a una do

Therru li stava ascoltando.

«Sì, come la neve bollente e l’aria asciutta», disse Ged, ricordando un proverbio di Gont. «I re ricevono il Potere da altri uomini. Il Potere di un mago è solamente suo.»

«Ed è un Potere maschile. Perché non conosciamo quale sia il Potere delle do

Ged studiò per qualche istante l’orlo sbrindellato dei calzoni. «Be’», disse infine, «se il Maestro degli Schemi non ha risposto alla loro domanda, è perché rispondeva a una domanda che non gli era stata fatta. Forse dovrebbero chiedergli che domanda era.»

«È un indovinello?» chiese Therru.

«Sì», disse Tenar, «ma non conosciamo la domanda. Conosciamo solo la risposta, ed è: ‘Una do

«Ce ne sono tante», concluse Therru, dopo averci pensato per qualche momento. Poi, evidentemente soddisfatta, uscì per andare a prendere un altro carico di legna.

Ged la guardò allontanarsi. «’Tutto è cambiato’», disse. «A volte mi chiedo, Tenar, se il regno di Leba

«È così giovane», disse Tenar, con tenerezza.

«Giovane come Morred quando combatté contro le Navi Nere. Giovane come me quando…» S’interruppe e guardò fuori della finestra, i rami senza foglie e i campi grigi e gelidi. «O come te, Tenar, in quel luogo buio. Che cosa significano la gioventù o la vecchiaia? Non lo so. A volte mi sembra di avere mille a

«Niente!» esclamò Tenar. «Mai!»

«No, invece», disse Ged. «Ogni grandezza degli uomini si basa sulla vergogna, è fatta di quella. E così Falco il pastore ha pianto per Ged l’Arcimago. E si è preso cura delle capre, anche, come poteva prendersene cura uno della sua età.»

Dopo qualche istante, Tenar sorrise. Disse, timidamente: «Muschio sosteneva che eri un quindice

«Non aveva torto. Ogion mi aveva dato il nome vero in autu

«Chi è Therru, Ged?»

Lui non rispose, e alla fine Tenar pensò che non le avrebbe più risposto. Poi Ged disse: «Nelle sue condizioni… che libertà può esserci per lei?»

«Ciascuno di noi è la propria libertà, quindi?»

«Credo di sì.»

«Quando avevi il Potere, tu mi sembravi l’uomo più libero che esistesse. Ma a quale costo? Che cosa ti dava quella libertà? E io… io ero stata creata, plasmata come creta, dalla volontà delle do

«E lei», disse Ged, dopo un lungo silenzio, «se dovesse mai danzare…»

«Finira