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«Be’, questa storia riguarda una cosa analoga alla metamorfosi, ma Ogion diceva che era qualcosa di molto superiore a tutte le arti della trasformazione a lui note, perché significava essere due cose — due creature — nello stesso tempo, e con la stessa forma, e diceva che nessun mago aveva il potere di farlo. Ma si imbatté in quella cosa sulla costa nordovest di Gont, in un posto chiamato Kemay. C’era una do

«Ogion rimase colpito sia dalle parole sia dalla musica, perché non conosceva né l’una né le altre; perciò chiese da dove venisse quel canto. E, da una risposta all’altra, arrivò a qualcuno che gli disse: ‘Sì, è una canzone della Do

«Ora, tu sai, perché abbiamo parlato dei nomi, che i bambini ha

«Dunque Ogion, che è un grande mago, attendeva sulla soglia della piccola casa vicino al molo, e la vecchia ve

«In quel primo momento — cosi mi disse — ciò che aveva visto sulla soglia non era una do

«Poi l’immagine sparì, e Ogion non vide più il drago, bensì una vecchia ferma sulla soglia, un po’ curva; una vecchia pescatrice, alta e con le mani grandi. La vecchia lo osservò come lui l’aveva osservata. E gli disse: ‘Entrate, Lord Ogion’.

«Così, lui entrò. La vecchia gli servì zuppa di pesce, e mangiarono e poi chiacchierarono accanto al fuoco. Ogion pensava che quella do





Therru aveva un sassolino nella scarpa. Si fermarono per toglierlo, e poi proseguirono, ma molto lentamente, perché la strada era ripida, e correva tra due argini scavati nella pietra, in mezzo a un bosco dove le cicale cantavano al calore dell’estate. Tenar incominciò a narrare.

«Questa è la ballata che la do

«Quando Segoy sollevò dal fondo del mare le isole del mondo, all’inizio del tempo, i draghi furono le prime creature che nacquero dalla terra e dal vento che soffiava su di essa. Così ci dice il Canto della Creazione. Ma la ballata della do

«Erano bellissimi, e forti, e saggi, e liberi.

«Ma col tempo niente può essere senza divenire. Perciò, tra il popolo dei draghi, alcuni si appassionarono sempre più al volo e alla vita selvaggia, e si occuparono sempre meno del lavoro di creare, o di studiare e apprendere, o di case e città. Volevano solo volare sempre più lontano, cacciare e divorare le loro prede, ignoranti e spensierati, alla ricerca di una libertà sempre maggiore.

«Altri draghi si disinteressarono del volo, e raccoglievano invece tesori, ricchezze, oggetti e conoscenze. Costruirono case, fortezze in cui chiudere i loro tesori, per poter passare ai figli tutto quel che possedevano, cercando sempre di aumentarlo. E cominciarono a temere i draghi selvaggi, che potevano arrivare in volo e distruggere tutto il loro amato tesoro, bruciandolo con un soffio di fiamma, per disinteresse e per ferocia.

«Quelli selvaggi, invece, non avevano paura di niente. Poiché erano ignoranti e troppo temerari, non riuscivano a salvarsi quando quelli che non volavano li intrappolavano come animali e li uccidevano. Allora, altri selvaggi arrivavano in volo per dare fuoco alle loro bellissime case, per distruggere e per uccidere. Così i più forti, sia dei selvaggi sia dei saggi, furono i primi a uccidersi fra loro.

«I più timorosi, invece, si sottrassero alla lotta, e quando non poterono più nascondersi, si allontanarono. Usarono le loro capacità di costruire per fabbricarsi delle barche, e fecero vela a est, lontano dalle Isole Occidentali dove i grandi draghi alati si facevano guerra tra le loro torri in rovina.

«Così, coloro che erano stati insieme draghi e uomini cambiarono, dive

«Ma tra noi ci sono coloro che sa

«Ecco dunque la storia cantata dalla do

«Allora Ogion le disse: ‘Quando ti ho visto, ho visto la tua vera essenza. La do

«Ma lei scosse la testa e rise, e non volle dire altro che: ‘Oh, se solo fosse così semplice!’

«Perciò, dopo qualche tempo, Ogion fece ritorno a Re Albi. E quando mi raccontò la storia, mi disse: ‘Da quel giorno mi sono sempre chiesto se qualcuno, uomo o drago, sia andato più a ponente del tramonto del sole, e chi siamo noi, e quale sia la nostra forma completa’… Hai fame, Therru? C’è un buon posto per sedersi, mi sembra, alla prossima curva. Forse da lassù potremo vedere Porto Gont, ai piedi del monte. È una grande città, perfino più grande di Valmouth. Arrivate alla curva ci siederemo, e riposeremo un poco.»