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Questo fu il primo passo di Duny sulla via che avrebbe seguito per tutta la vita, la via della magia, la via che alla fine lo condusse in cerca di un’ombra sulla terra e sul mare, fino alle coste tenebrose del regno della morte. Ma mentre compiva quei primi passi, gli sembrava una via ampia e luminosa.

Quando scoprì che i falchi selvatici scendevano in picchiata dal vento se li invocava per nome, posandosi con un tuono d’ali sul suo polso, come i rapaci da caccia di un principe, arse dal desiderio di conoscere altri nomi e andò dalla zia, supplicandola d’insegnargli il nome dello sparviero e della procellaria e dell’aquila. Per guadagnarsi le parole del potere, fece tutto ciò che la strega gli chiedeva e imparò tutto ciò che gli insegnava, sebbene non tutto fosse piacevole da fare o da apprendere. A Gont c’è un detto, Debole come la magia di una do

All’inizio, il piacere di Duny per l’arte magica era causato, puerilmente, dal potere che gli conferiva sugli uccelli e sui mammiferi, e dalla conoscenza di questi. E per la verità, quel piacere l’accompagnò per tutta la vita. Vedendolo spesso nei pascoli alti con un rapace che gli volteggiava intorno, gli altri bambini lo chiamavano Sparviero: e così lui ebbe il nome che conservò più tardi, come nome d’uso, quando il suo nome vero non fu più noto a nessuno.

Poiché la strega continuava a parlargli della gloria e delle ricchezze e del grande potere sugli uomini che un incantatore poteva acquisire, Duny si accinse a imparare altre cognizioni utili. Era molto sveglio. La strega lo lodava e i bambini del villaggio incominciarono ad aver paura di lui, e lui stesso si sentì certo che ben presto sarebbe diventato un grande mago. E così procedette di parola in parola e d’incantesimo in incantesimo, insieme alla strega, fino a quando ebbe dodici a

A quei tempi, l’impero di Kargad era forte. È formato da quattro grandi terre che sta





Alcuni abitanti del villaggio fuggirono tra i burroni e si nascosero nella foresta, e alcuni si prepararono a combattere per la loro vita, e alcuni non fecero altro che lamentarsi. La strega fu tra coloro che fuggirono, nascondendosi tutta sola in una grotta della scarpata di Kapperding e sigillando l’imboccatura della caverna con incantesimi. Il padre di Duny, il fabbro, fu tra quelli che rimasero, perché non voleva lasciare la fornace e la forgia dove lavorava da cinquant’a

Allo spuntar del sole si levò una fitta nebbia bianca, come avviene in molte mattine d’autu

Con loro c’era Duny. Aveva lavorato per tutta la notte al mantice della forgia, spingendo e tirando le due lunghe maniche di pelle di capra che alimentavano il fuoco con un soffio d’aria. Adesso le braccia gli dolevano e tremavano per la fatica al punto che non riusciva a reggere la lancia che aveva scelto. Non sapeva come poteva combattere o rendersi utile a se stesso o agli abitanti del villaggio. Gli straziava il cuore l’idea di dover morire, infilzato su una lancia karg, quando era ancora un ragazzo: di dover discendere nella terra tenebrosa senza aver mai saputo il suo nome, il suo vero nome da uomo. Abbassò lo sguardo sulle braccia magre, madide della fredda rugiada della nebbia, e s’infuriò della propria debolezza, poiché conosceva la sua forza. C’era potere in lui, se avesse saputo usarlo; e cercò tra tutti gli incantesimi che conosceva qualcosa che potesse assicurare un vantaggio o almeno una possibilità a lui e ai suoi compagni. Ma la necessità non è sufficiente a liberare il potere: ci dev’essere anche la conoscenza.

La nebbia, ormai, si stava diradando sotto il calore del sole che brillava nudo sopra la vetta, nel cielo luminoso. Quando i vapori si separarono e si dispersero in grandi spire fumose, gli abitanti del villaggio videro una banda di guerrieri che saliva sulla montagna. Erano protetti da elmi di bronzo e gambali e corazze di cuoio pesante e scudi di legno e bronzo, e armati di spade e di lunghe lance karg. Salivano lungo il ripido argine dell’Ar, tortuosamente, in una fila sferragliante e piumata e irregolare, già abbastanza vicini perché si potessero vedere le loro facce bianche e si potessero udire le parole del loro dialetto mentre si scambiavano richiami. La banda, staccatasi dall’orda degli invasori, era formata da un centinaio di uomini, che non sono molti: ma nel villaggio erano soltanto in diciotto, tra uomini e ragazzi.