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«Solo da quando ho lasciato la Terra. Non l’avevo mai visto, prima di salire a bordo dell’Ares.»

«E credete che questo breve tempo sia sufficiente per farsi un concetto esatto del carattere di un individuo?»

«A volte non basta una intera vita» fu la risposta di Gibson.

Hadfield sorrise, e per la prima volta alzò gli occhi.

«Non eludete la mia domanda» disse, ma senza irritazione. «Che cosa pensate esattamente di lui? Sareste disposto ad accettarlo come genero, voi?»

«Sì» rispose Gibson senza esitare. «Con entusiasmo.»

Forse fu un bene che Jimmy non fosse lì a sentire la conversazione che seguì nei dieci minuti successivi, d’altra parte, però, fu un peccato, perché avrebbe permesso al ragazzo di comprendere la vera natura di Gibson. Nel suo attento interrogatorio, infatti, Hadfield cercò non soltanto di sondare il carattere di Jimmy, ma anche quello di Gibson. Gibson avrebbe dovuto immaginarlo, e il fatto di non averci pensato, nella sua ansia di rendere un favore al suo protetto, tornò tutto a suo credito. Quando Hadfield mutò improvvisamente tattica, lo scrittore fu colto completamente alla sprovvista.

«Ditemi un po’, Gibson» disse a un tratto il Presidente, «per quale motivo vi interessate tanto a Spencer? Mi avete detto di conoscerlo soltanto da cinque mesi.»

«Ed è vero. Ma dopo poche settimane, parlando, scoprimmo che io ero stato molto amico dei suoi genitori, vecchi compagni di università.»

Ecco: la risposta gli era uscita di bocca prima che lui se ne rendesse conto. Hadfield inarcò le sopracciglia. Certo si stava chiedendo come mai Gibson non si fosse laureato, ma aveva troppo tatto per insistere sull’argomento. Si limitò quindi a qualche semplice domanda sui genitori di Jimmy.

Sembravano domande vaghe, quali ci si poteva aspettare dalla discrezione di Hadfield, e Gibson rispose senza sospetti. Si era dimenticato di avere a che fare con una tra le intelligenze più acute di tutto il sistema solare, o almeno una intelligenza capace quanto la sua di analizzare gli impulsi e i comportamenti umani. Quando si rese conto di quello che era successo, era ormai troppo tardi.

«Scusatemi» disse Hadfield con cortesia inga

La bomba era scoppiata, e adesso l’esplosione si era dissolta. Nel silenzio che seguì, l’unica sensazione di Gibson fu quella di un profondo sollievo.

«Sì, è mio figlio» rispose. «Come avete fatto a capirlo?»

Hadfield sorrise. Aveva l’aria di essere alquanto soddisfatto della sua perspicacia, come se avesse finalmente sistemata una questione che lo turbava da parecchio tempo.

«È incredibile come certi uomini siano ciechi di fronte ai risultati delle proprie azioni, e come siano propensi a credere che nessun altro all’infuori di loro sia dotato di capacità d’osservazione. Tra voi e Spencer esiste una somiglianza, lieve ma caratteristica. Quando vi ho visto per la prima volta insieme ho chiesto subito se eravate parenti e sono rimasto sorpreso sentendomi rispondere di no.»



«Molto strano» disse Gibson. «Siamo stati insieme per tre mesi sull’Ares, e nessuno se n’è accorto.»

«E lo trovate davvero tanto strano? I compagni d’equipaggio di Spencer lo conoscevano già. Per questo a loro non è mai venuto in mente di associarlo a voi. Intendo dire che il fatto di conoscere il ragazzo e di sapere chi era ha impedito loro di notare la rassomiglianza che io invece, non avendo idee preconcette in proposito, ho rilevato subito. Ma non ci ave vo più pensato, ritenendola una semplice coincidenza, sino al momento in cui mi avete raccontato la vostra storia. Allora ho sommato le due cose. Ditemi… Spencer lo sa?»

«Sono convinto che non lo sospetta neppure.»

«Come fate a esserne sicuro? E perché non gliel’avete detto?»

Era un interrogatorio in piena regola, da giudice istruttore, ma Gibson non se ne risentì. Hadfield aveva tutto il diritto di rivolgergli quelle domande. E Gibson aveva bisogno di qualcuno con cui confidarsi, esattamente come Jimmy aveva avuto bisogno di lui, quando a bordo dell’Ares aveva parlato per la prima volta del passato. E pensare che era stato proprio lui a riportarlo a galla! Non avrebbe mai immaginato le conseguenze di quel colloquio col ragazzo.

«Sarà meglio che ricominci dal principio» disse Gibson muovendosi a disagio sulla poltrona. «Quando ho lasciato l’università avevo un fortissimo esaurimento nervoso e sono rimasto in un ospedale per oltre un a

Tacque ripensando, dopo tutti quegli a

«Avevo saputo che c’era un figlio, ma questo non mi aveva detto niente. Eravamo sempre stati molto attenti… o per lo meno così avevamo creduto, e così ero convinto che il figlio fosse di Gerald. Non sapevo quando si erano sposati e quando fosse nato Jimmy, capite? Io volevo soltanto dimenticare tutto, quindi ho scacciato dalla mente qualsiasi ricordo di quel tempo. Non riesco neppure a ricordarmi se mi è mai passato per la mente che il ragazzo avrebbe potuto essere mio figlio. Forse a voi sembrerà strano, ma vi assicuro che è la pura verità.

«Poi ho conosciuto Jimmy, e tutto il passato mi è ricomparso davanti. A tutta prima ho provato solo una gran pena per il ragazzo, poi mi sono alfezionato a lui, ma ancora non avevo capito chi fosse. Anzi mi sembrava di vedere in lui una certa rassomiglianza con Gerald, per quanto i lineamenti di Gerald ora mi sfuggano completamente. Povero Gerald! Lui naturalmente sapeva tutta la verità, ma era i

«Quando avete scoperto la verità?» insistette Hadfield.

«Solo poche settimane fa, quando Jimmy mi ha chiesto di fargli da testimonio per un certo documento ufficiale che doveva sottoscrivere in seguito alla sua richiesta di lavorare qui a Porto Lowell. È stato allora che ho saputo la sua esatta data di nascita.»

«Capisco» disse Hadfield pensoso. «Questo però non costituisce una prova assoluta.»

«Ma io ne sono sicurissimo» replicò Gibson con tanta foga che Hadfield non poté trattenere un sorriso. «E anche ammesso che avessi ancora qualche dubbio, le vostre parole di poco fa l’ha

«E Spencer?» chiese Hadfield, tornando alla sua domanda iniziale. «Non mi avete ancora detto perché siete sicuro che non sospetta niente. Non potrebbe avere confrontato a sua volta qualche data? Il giorno del matrimonio dei suoi genitori, per esempio? E sicuramente quanto gli avete detto deve avere svegliato in lui qualche dubbio!»

«Non credo» disse Gibson scegliendo ogni parola con cura, con la delicata precisione di un gatto che cammina su un cornicione. «Vedete, lui ha, come dire, idealizzato sua madre, e per quanto possa sospettare che io non gli abbia detto proprio tutto, questo non significa che ne abbia tratte le conclusioni che voi immaginate. Non è il tipo che sarebbe rimasto zitto se avesse indovinato la verità. D’altronde non ha alcuna prova materiale, anche ammesso che conosca la data esatta del matrimonio dei suoi genitori. No, sono convinto che Jimmy non sa niente, e temo che ne avrebbe un trauma se venisse a saperlo.»