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Alfred Bester

L’uomo disintegrato

PARTE PRIMA

1

Nella inconcepibile finitezza dell’universo non vi è nulla di nuovo, nulla di differente. È una questione di statistica e ciò che appare eccezionale alla mente ristretta dell’uomo appare invece inevitabile all’infinito Occhio Cosmico. Quel che sembra un fatto unico può essere un luogo comune. Questo strano momento che coglie tutti nella vita, questo avvenimento inconsueto, queste impressionanti coincidenze di luogo, di possibilità, di corsi e ricorsi, tutto questo si può ripetere con esattezza e precisione straordinarie, più e più volte sul pianeta di un sistema solare della Galassia che compie un solo movimento di rotazione ogni duecento milioni di a

Nel ge

Eccovi il quadro: un giovane serio, grasso, pallido, incredibilmente noioso. Un magnete è il suo amore; le radiazioni di un Duplexor x-27 sono i suoi amplessi coniugali. A mezzanotte il nostro giovane si diverte e prova la sublimazione di tutti i suoi guai nell’eccitante incertezza dell’esperimento. Riuscirà? E lui potrà davvero sfruttarlo commercialmente, guadagnare milioni di dollari, conquistare tutte le do

Turnbul apre l’involto dei panini imbottiti, ne addenta uno, poi fa passare la corrente. L’esperimento è riuscito. Trentadue libbre di macchinari e un litro di etere dimetilmetilico volano dal banco al soffitto con improvviso fragore. Turnbul ha scoperto qualcosa che gli scienziati di un secolo prima avevano, guarda caso, ignorato: l’antigravità. Fatto unico? No, inevitabile. La statistica dichiarava inevitabili tali avvenimenti.

Dimenticate Turnbul. Non è il protagonista di questa storia. Se vi identificate in lui vi perderete nel corso di questa vicenda come Turnbul si è sperduto nell’instabile trama che produrrà l’Uomo Disintegrato. Turnbul prese il suo brevetto, poi fu citato in giudizio. Si batté per quindici a

Nel settembre del 2110 la moglie di Galen Gart morì. Era una do

— Pensiamo sempre allo stesso modo — era solito dire Gart. — Normalmente le rispondo prima di rendermi conto che non ha avuto il tempo di esprimermi il suo pensiero. — E dopo la sua morte disse: — Che senso c’è a continuare così? Eravamo un corpo e un’anima sola. Non avevamo bisogno di tante parole. Con chi altro potrei giungere a tale intimità? — Ma a cinquant’a

Non sei poi così vecchio al buio.

— Whow, Duffi — esclamò Gart. — Che cose piacevoli dici!

— Ma non ho parlato. — Ed era vero.





Ci volle un a

Così questo è il famoso Galen Gart. Sa leggere il pensiero, eh? Impossibile. Tutti trucchi. A me non la fa. A leggere i miei pensieri non ci riesce.

— Ma sì che ci riesco, cara signora.

— Io non ho detto niente. Ho soltanto…

— Ehi, sentite! Gart c’è riuscito ancora una volta.

— Guardate come arrossisce lei.

— Che cosa sta pensando, Gart?

— La signora — sorrise Gart — sta pensando che io rido di lei. Arrossisce perché le sto dicendo che l’ammiro. Ha una delle più belle menti in cui mi sia imbattuto.

Risate generali.

Risate generali accoglievano il rivelarsi della strana facoltà di Gart, quando lui, gentile, educato, cortese si esibiva nel suo giochetto di società. Ma tale caratteristica era una qualità recessiva, che si rivelò appieno in suo figlio.

Nessuno rise quando quella piccola bestia amorale di Galen junior (tutti i bambini lo sono un po’) scoprì di aver ereditato la facoltà di percezione extrasensoriale e cominciò a usarla brutalmente. Il giovane Galen mutò le risate in lacrime, e si scrissero parecchi libri intorno alla sua triste carriera criminale che si concluse con la sua morte violenta. E Galen Gart junior, ricattatore, consigliere fraudolento e ladro, aiutò a produrre l’Uomo Disintegrato.

Il lotto di terreno in vendita nei pressi di Sheridan Place trovò un acquirente, e il Club dello Spazio fu costretto a trasferire la sede della lotteria, con relativi premi, a Brooklyn. Il barometro costituito da un razzo in miniatura inserito a metà di una colo

Il negozio centrale, accanto all’ingresso della Stazione Pneumatica, ve

Platon Quin, giovane e brillante produttore di un nuovo genere di spettacolo noto con il nome di Panty, attribuisce il suo straordinario successo all’estrema attenzione con cui cura ogni minimo particolare. In un’intervista esclusiva con il nostro inviato ha detto: "La gente dimentica che Panty è solo una contrazione che significa Pantografo delle Emozioni. Quando cinquemila persone si riuniscono in un teatro per assistere a un Panty non si può farle fremere di odio, di amore, di orrore, non si possono raffigurare al vero questi sentimenti se non si curano i minimi particolari dell’elemento passione. Troppi produttori pensano che il Panty sia un fatto tridimensionale: vista, suono e sensazione. Per me i Panty sono quadrimensionali e la mia quarta dimensione è il realismo. Ogni scena, ogni costume, ogni brandello di stoffa, ogni pezzo di metallo, di porcellana, di materia plastica, e così via, nelle mie produzioni è autentico. E il pubblico lo sente. Guardate per esempio questo".