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Mentre vado al lavoro lascio che la musica mi accompagni attraverso gli incroci, i semafori, gli ingorghi. Infilo i cancelli del campus, come lo chiamano. Il nostro edificio è a destra: mostro la mia tessera al guardiano del parcheggio e mi fermo nel mio spazio preferito. Ho sentito persone che lavorano in altri edifici lamentarsi perché non riescono a parcheggiare nei posti che preferiscono, ma qui da noi questo non succede mai: nessuno prenderebbe mai il mio posto, né io prenderei mai quello degli altri. Dale è alla mia destra e Linda alla mia sinistra; di fronte ho Cameron.
Sono ancora irritato con la dottoressa Fornum come succede ogni quadrimestre, perciò non vado subito a lavorare ma mi dirigo alla nostra palestra. Rimbalzare mi farà bene, mi fa sempre bene. Non c'è nessuno, perciò appendo il cartello alla porta e metto su la musica adatta.
Nessuno viene a interrompermi mentre rimbalzo. La spinta energica del trampolino seguita da una sospensione senza peso mi fa sentire leggero, mi rilassa e mi rasserena. Quando sento ritornarmi la concentrazione rallento i rimbalzi e infine scendo dal trampolino.
Nessuno m'interrompe nemmeno mentre mi dirigo verso la mia scrivania. Credo che ci siano anche Linda e Bailey, ma non ci faccio caso. Più tardi possiamo andare insieme a mangiare, ma non adesso. Adesso sono pronto a lavorare.
I simboli sui quali lavoro appaiono confusi e privi di significato a molta gente. È difficile spiegare ciò che faccio, però io so che si tratta di un lavoro importante perché mi pagano abbastanza da potermi permettere un appartamento e un'automobile, mentre la ditta mi fornisce la palestra e le visite quadrimestrali della dottoressa Fornum. Fondamentalmente io identifico schemi, andamenti: alcuni ha
Indosso gli auricolari e scelgo una musica. Per questo particolare lavoro Schubert è troppo fiorito; Bach invece è perfetto, i suoi schemi limpidi e complessi rispecchiano quelli di cui ho bisogno. Lascio che la parte della mia mente che genera e identifica gli schemi si concentri su questa particolare ricerca, e allora è come vedere cristalli di ghiaccio formarsi sulla superficie di un'acqua immota: una dopo l'altra le strutture di ghiaccio crescono, si ramificano, s'intrecciano… e a me non resta che fare attenzione e badare che lo schema rimanga simmetrico o asimmetrico a seconda delle esigenze di ogni singola ricerca.
Quando la vista comincia ad a
Quasi subito però sento Bailey che dal vestibolo chiama: — Chi vuole una pizza? — Ho immediatamente una gran fame. Spengo il ventilatore, do un ultimo sguardo ai bagliori multicolori che si va
Entriamo nella pizzeria alle nove circa: io, Linda, Bailey, Eric, Dale e Cameron. Anche Chuy voleva venire, ma qui i tavoli ha
La gente che lavora qui ci conosce. Anche quando altri clienti ci fissano troppo a lungo a causa del modo in cui ci muoviamo o parliamo (o non parliamo), non ci rivolgono mai quelle occhiate ostili che mi sono visto lanciare in altri ristoranti. Linda si limita a indicare sul menù quello che desidera, oppure talvolta scrive l'ordinazione su un foglietto, così non la seccano mai con domande.
Stasera il nostro tavolo preferito non è stato ancora sparecchiato. Aspettiamo, cercando di avere pazienza, mentre Ciao-Sono-Sylvia (così è stampato su una targhetta che lei porta sul petto) fa ce
Questa sera però ci sono solo Ciao-Sono-Sylvia e Tyree, che sta raccogliendo le stoviglie e le posate sudicie come se la cosa non lo disturbasse. Tyree non porta targhetta perché è addetto solo alle pulizie.
— Mi sbrigo subito — dice. — State tutti bene?
— Benissimo — risponde Cameron. Sta dondolandosi appena tra la punta e il calcagno dei piedi. Lo fa sempre un poco, ma osservo che stavolta si dondola a un ritmo leggermente più affrettato del solito.
Guardo una scritta pubblicitaria della birra che occhieggia contro la vetrina. S'illumina in tre segmenti separati, rosso e verde alle estremità e poi blu nel mezzo; quindi si spegne e ricomincia. Acceso il rosso, acceso il verde, acceso il blu, poi accesi tutti e tre, poi spenti, poi di nuovo acceso il rosso eccetera. Lo schema è ridicolmente semplice e i colori non sono molto gradevoli (il rosso per esempio è troppo arancione), però è sempre uno schema da considerare.
— Il loro tavolo è pronto — dice Ciao-Sono-Sylvia, e io cerco di non sobbalzare mentre distolgo gli occhi dalla scritta della birra.
Prendiamo posto intorno al tavolo nel solito modo e sediamo. Ordiniamo le stesse cose che mangiamo sempre ogni volta che veniamo qui, perciò ci vuol poco a fare le ordinazioni. Aspettiamo l'arrivo del cibo senza parlare, perché ognuno di noi, a modo suo, si sta adeguando alla situazione. Siccome sono reduce dalla visita alla dottoressa Fornum, osservo più acutamente del solito i dettagli del procedimento. Linda sta picchiettando le dita sulla parte convessa del suo cucchiaio secondo uno schema complesso che renderebbe un matematico beato quanto sta rendendo beata lei. Io continuo a guardare la scritta della birra con la coda dell'occhio, e così fa anche Dale. Cameron sta agitando il minuscolo dado di plastica che tiene in tasca, abbastanza discretamente da non farsi notare da chi non lo conosca, ma io vedo il movimento ritmico della sua manica. Anche Bailey guarda la scritta della birra. Eric si è tolto di tasca la sua pe
Questa volta le bevande arrivano quando lui è al giallo, e le pizze quando è all'arancione. Il viso di Eric si rilassa.
A noi è vietato parlare fuori del campus dei lavori che svolgiamo; ma Cameron sta ancora dondolandosi sulla sedia con aria impaziente quando abbiamo quasi finito di mangiare: è evidente che vuole informarci del problema che ha risolto. Mi guardo intorno. Nessun tavolo accanto al nostro è occupato. — Procedi — dico.