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Adesso soltanto due di quei binari erano ancora in funzione. Tra poche ore lo Stellisolano e la Sua scorta avrebbero risalito quell'enorme colo

Lo Stellisolano rovesciò gli occhi per ottenere la visione telescopica, e scrutò lentamente lo zenit. Sì, eccola lì, difficile da vedere di giorno, ma tutto diventava più semplice di notte, quando il chiarore solare che si alzava dietro l'ombra della Terra la illuminava ancora. Il nastro sottile che tagliava il cielo in due emisferi era un piccolo mondo, dove mezzo miliardo di esseri umani avevano scelto di restare e di vivere a gravità zero.

E più in alto, poco sopra la Città ad Anello, c'era l'astronave che aveva trasportato lo Stellisolano e gli altri Compagni dell'Alveare oltre gli abissi interstellari. Già ora la stavano preparando a ripartire, senza nessuna fretta, con diversi a

Ma adesso Lui si trovava sulla cima nevosa di Yakkagala, e scrutava il ponte per le stelle creato dall'Uomo. Chiamò i bambini al Suo fianco (capivano sempre quando Lui voleva che ubbidissero "sul serio") e indicò la montagna a sud.



— Sapete perfettamente bene — disse, con un'esagerazione solo in parte simulata — che il primo Capolinea Terrestre è stato costruito duemila a


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