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Lois McMaster Bujold

Il gioco dei Vor

A mia madre.

E a Charles Marshall, che desidero ringraziare per i suoi resoconti di prima mano sull'ingegneria artica, ed a William Megaard per i commenti sulla strategia bellica.

PRESENTAZIONE

Nelle sue opere, Lois McMaster Bujold ci parla dei dilemmi etici dell'umanità, mascherandoli sotto le vestigia dell'epica spaziale. È una propensione che ci permette di inserirla nella terza generazione di scrittori che discende dagli autorevoli fondatori della space opera, fra cui spiccano E. E. «Doc» Smith, Jack Williamson, John W. Campbell e Isaac Asimov. E infatti la Bujold, insieme ad altri autori emergenti, riesce assai bene a rinverdire i fasti di questo tipico scenario della fantascienza.

Le scrittrici con una spiccata predilezione per l'avventura spaziale non sono un fenomeno recente: la carriera di Leigh Brackett, una delle prime importanti autrici di space opera, copre un arco di tempo molto ampio, dagli a

Ed è questo anche il caso della Bujold. L'epica spaziale si costruisce su quello che Williamson definisce "il mito centrale della fantascienza": nello stesso modo in cui la guerra di Troia fornì ai Greci lo sfondo per raccontare le proprie origini e i propri valori culturali, così i racconti e i romanzi sulla conquista dello spazio narrano ai lettori di fantascienza le aspirazioni e le possibilità della razza umana. La forma epica di questi racconti celebra le eroiche imprese dell'umanità, rivolte a sottomettere quell'universo ostile che circonda un'accogliente oasi chiamata Terra.

Ogni opera si i

Questa è la fase in cui la Bujold ha scelto di ambientare i suoi romanzi. Gli esseri umani ha

In un articolo intitolato "Allegorie del mutamento", la Bujold ha osservato che nella fantascienza «le vicende che raccontiamo parlano di noi stessi». Ma i barrayarani non cercano soltanto di ripristinare una forma di governo stabile (in questo caso, una monarchia costituzionale) nonostante la sottomissione a un potere esterno, e a dispetto della guerriglia strisciante, di conflitti feudali e intrighi di palazzo. C'è tutto questo, certamente, ma sullo sfondo di un progresso tecnologico avanzato, con astronavi e armi sofisticate, ma soprattutto con la memoria del passato, piena di successi e di fallimenti.

Inoltre, non ha

È precisamente in questa situazione che si ritrova ad agire Miles Vorkosigan, il fragile e minuto figlio dell'ex reggente di Barrayar, ora diventato primo ministro, e nipote di colui che liberò il pianeta dall'occupazione cetagandana. Miles era già l'eroe del secondo romanzo della Bujold, The Warrior's Apprentice, pubblicato nel 1986, appena un a

Sono pochi gli eroi come Miles nella letteratura di fantascienza; forse si possono ricordare, per gli handicap fisici, Waldo F. Jones in "Waldo" di Heinlein e, in termini di irrilevanza fisica, il "Mulo" di Asimov, anche se questi possiede la singolare abilità di controllare le emozioni altrui. Miles invece deve combattere contro l'atteggiamento degli altri nei suoi confronti. In questo senso, si trova nella posizione di chi sa come risolvere i problemi, ma è troppo giovane o non ha voce in capitolo per guadagnarsi il rispetto del sistema. Questo fatto permette ai romanzi di Miles Vorkosigan (tra cui Brothers in Arms e le tre novelle pubblicate in Borders of Infinity) di funzionare perfettamente anche come romanzi per ragazzi.