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— Per la fionda, occorre saperla usare, e io so farlo — spiegò Valiha. — Fa’ come dice la Maga, non c’è bisogno di prendere la mira. Spara, e basta.

Quando sollevò la testa, Chris vide che Cirocco lo guardava sorridendo.

— Ti senti un eroe? — gli chiese.

— No, mi sento un bambino che gioca a farlo.

— Cambierai idea, se vedrai un fantasma.

30

Romba il tuono

— Non ho detto che la cosa funzioni sempre. — Cirocco si portò le mani ai fianchi e scrutò di nuovo il cielo, senza grandi risultati. Gaby la osservò, e, per la prima volta dopo molti a

— Aveva promesso di proteggerci con una cappa di nuvole — fece notare Gaby.

— Aveva promesso che avrebbe cercato di farlo — puntualizzò Cirocco. — Sai bene che Gea non riesce a controllare tutti i dettagli della sua meteorologia. È troppo complessa.

— È quello che dice lei. — Vedendo che Cirocco aggrottava la fronte, Gaby si te

— Non abbiamo ancora visto nessun fantasma — disse Robin. — Può darsi che le nubi li abbiano spaventati.

— Probabilmente sono sotto la sabbia — disse Oboe.

Gaby non fece commenti. Infilò la mano nella sacca di Cornamusa e prese una vescica grossa come un’arancia.

Il gruppo era alla fine delle collinette con cui terminava a est il Nastro. Poco più a est c’era il cavo centrale di Teti e, scarsamente visibile, poco più in là, c’era il sottile filo della Circum-Gea. Un ultimo affioramento di roccia nuda formava una specie di scodella piena di sabbia, davanti a loro; anche il bordo della "scodella" era coperto di sabbia in vari punti.

Tenendosi alla spalla di Cirocco, Gaby lanciò in aria la vescica, che terminò la sua parabola in centro all’affioramento di rocce.

L’effetto fu sorprendente. Dal punto dell’impatto si staccarono nove monticelli di sabbia in movimento. Dietro ciascuno dei monticelli c’era una piccola depressione, che subito si riempiva. I monticelli erano velocissimi: come le talpe di certi cartoni animati, quando passano sotto un prato. In pochi secondi non rimase alcuna traccia della loro presenza.

Cirocco, quando la vescica aveva toccato la sabbia, si era alzata a guardare. Adesso tornò a sedere.

— Cosa vuoi fare? — chiese. — Torniamo indietro?

— No — disse Gaby. — Ricorda chi delle due voleva partire, e chi voleva rimanere a casa.

— A bere — commentò Cirocco.

Gaby finse di non udire. — Sarei sciocca a dirti di saltare Teti, dopo tutto il tempo impiegato per farti venire qui. Vediamo cosa si può fare.





Cirocco sospirò. — Come vuoi tu. Ma state attenti, tutti. Voglio che gli umani sorveglino l’aria. Voi titanidi, invece, guardate la sabbia. Di solito riuscite a vedere senza difficoltà il monticello che fa

A nove a

Le pareva strano che il libro non le fosse venuto in mente quando avevano attraversato Nox o Crepuscolo. E le pareva ancor più strano che le fosse venuto in mente allora, alla luce del giorno, mentre attraversavano un deserto arido. Eppure, quella sabbia era come un mare. Si stendeva sotto forma di grandi onde. Lontano, qualche effetto atmosferico la faceva scintillare come vetro. E sotto la sua superficie c’erano mostri più terribili dei pesci della vecchia pescatrice.

— Pensavo a una cosa — disse Cirocco. Cavalcava da sola su Cornamusa, seguita da Robin su Oboe e da Chris e Gaby su Valiha. — Era meglio dirigerci a nord per raggiungere la strada, e da lì ritornare indietro fino al cavo. Così facendo, avremmo dovuto attraversare meno sabbia.

Robin ripensò alla cartina. — Ma saremmo stati molto più a lungo su terreno aperto — disse.

— Certo. Ma, non so perché, i fantasmi mi preoccupano più delle bombe volanti.

Robin non disse niente, ma aveva la stessa convinzione. Anche se aveva il compito di osservare il cielo, continuava a lanciare occhiate agli zoccoli di Oboe e alla sabbia da essi sollevata. Non capiva come riuscisse, la titanide, a sopportare quella tensione. Al pensiero, sentiva irrigidirsi le dita dei piedi. Da un momento all’altro, le pareva che potesse spuntare una bocca orrenda, che delle gambe della titanide avrebbe fatto un solo boccone. A parte il fatto che Cirocco aveva detto che i fantasmi non avevano la bocca, e che ingerivano le sostanze direttamente nel loro carapace cristallino. Non avevano neppure la faccia…

— Vuoi tornare indietro per fare quella strada? — chiese Gaby.

— Penso di no. Ormai siamo a metà percorso.

— Sì, ma non abbiamo fantasmi dietro di noi…

Non appena Gaby s’interruppe, Robin capì che non era affatto così. Aveva una buona idea di quel che Gaby doveva avere visto, e le bastò osservare per pochi istanti la duna dietro di loro, alta cinque metri, per scorgere ai suoi piedi i monticelli rivelatori, che si allontanavano a raggiera come la coda di una cometa. Ne contò una decina, e poi si accorse che quello era solo uno di cinque o sei gruppi.

Non ci fu neppure bisogno di lanciare l’allarme. Cirocco si era già rizzata in piedi sulla schiena di Cornamusa, ed era voltata all’indietro. Valiha aveva accelerato il passo e si era portata vicino a Oboe e Robin. Gaby passava a Chris e Valiha le vesciche piene d’acqua.

— Dammene una — disse Oboe, e Robin gliela consegnò. Sentì che la titanide accelerava il passo. Per la prima volta, sperimentò i sobbalzi ben noti a chi stava in sella a un cavallo della Terra.

— Per ora, trattenete il fuoco — disse Gaby. — Più in fretta di così, non possono andare, e noi riusciamo a distanziarli facilmente.

— Questo, lascialo dire a noi… — commentò Valiha. La sua pelle maculata era coperta di schiuma.

— È ora di cambiare cavalcatura — disse Oboe. — Valiha, passa Gaby a me. Robin, tu passa davanti. — Robin fece come le diceva Oboe, e capì che sarebbe finita a fare da cuscinetto tra Oboe e Gaby: posizione che, anche se era doloroso ammetterlo, non le dava alcun fastidio. Quegli invisibili "fantasmi" la spaventavano più di ogni altra cosa da lei vista fino a quel momento su Gea.

— Un attimo — disse Gaby. Trasgredendo ai suoi stessi ordini, si voltò per scagliare una vescica in direzione di un gruppo di fantasmi in avvicinamento. Gli esseri la sentirono quando era ancora a una distanza di dieci metri. Alcuni fecero un giro largo, per evitare l’area avvelenata, altri sparirono del tutto.

— Questo li terrà a distanza — disse Gaby, tutta soddisfatta, saltando sulla schiena di Oboe. Si accomodò dietro Robin. — Quelli che sono scomparsi si sono immersi più profondamente nella sabbia, ma la profondità li rallenta. Raggiungono la velocità massima soltanto quando sono vicini alla superficie, dove la sabbia è meno compatta. — Robin si guardò alle spalle, e vide che quelli che avevano aggirato la zona umida riprendevano soltanto ora l’inseguimento, assai distanziati rispetto all’avanguardia.

— Cosa ne dite, amici? — chiese Cirocco, rivolta ai titanidi. — Riuscirete a mantenere questo passo finché non raggiungeremo il cavo?

— Non dovrebbero esserci problemi — le assicurò Cornamusa.

— Allora, siamo a posto — disse Gaby. — Rocky, faresti meglio a gettare una piccola vescica davanti a noi, di tanto in tanto. Servirà a evitare le imboscate.