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"Quindi, in primo luogo, permetti che ti metta in guardia contro questa persona, il Thon Taddeo. Trattalo con la tua abituale carità, ma non fidarti di lui. È uno studioso geniale, ma uno studioso secolare, e un prigioniero politico dello Stato. Qui, lo Stato è Ha

Il monaco levò gli occhi dalla lettura. L'abate stava ancora osservando le poiane sull'Ultima Speranza.

— Avete sentito parlare della sua infanzia, fratello? — chiese Don Paulo.

Il monaco a

— Continuate a leggere.

La lettura continuò, ma l'abate smise di ascoltare. Conosceva quasi a memoria la lettera, ma aveva l'impressione che Marcus Apollo avesse tentato di dirgli qualcosa fra le righe, qualcosa di lui, Don Paulo, non era ancora riuscito a comprendere. Marcus stava cercando di avvertirlo… ma di che? Il tono della lettera era blandamente ironico, ma sembrava carico di incongruenze malauguranti che potevano essere designate soltanto a sommarsi ad alcune buie congruenze, se soltanto gli fosse stato possibile sommarle. Che pericolo poteva esservi, nel permettere a uno studioso secolare di studiare nell'abbazia?

Il Thon Taddeo, secondo il corriere che aveva portato la lettera, era stato educato nel monastero Benedettino, dove era stato portato da bambino, per evitare imbarazzo alla moglie di suo padre. Il padre del thon era lo zio di Ha

Ma il giovane Taddeo degli Ha

Poi, il Principe Ha

Forse pensa al nostro chiostro come a un luogo abietto, si disse l'abate. Forse per lui vi sarebbero amari ricordi, mezzi-ricordi e forse qualche ricordo immaginario.

— …semi di controversia nel letto della Nuova Sapienza — continuò il lettore. — Perciò stai in guardia, e bada ai sintomi.

"Ma d'altra parte, non soltanto Sua Supremazia ma anche le leggi della carità e della giustizia esigono che io te lo raccomandi come un uomo bene intenzionato, o almeno come un bambino privo di malizia, come quasi tutti questi pagani istruiti ed educati (e nonostante tutto diventano pagani). Si comporterà bene se tu ti comporterai con fermezza, ma sii prudente, amico mio. Ha una mente simile a un moschetto carico, e può sparare in qualsiasi direzione. Io confido, tuttavia, che andare d'accordo con lui per qualche tempo non sarà un problema grave per la tua ingegnosità e per la tua ospitalità.

"Quidam mihi calix nuper expletur, Paule. Precamini ergo Deum facere me fortiorem. Metuo ut hic peream. Spero te et fratres saepius oraturos esse pro tremescente Marco Apolline. Valete in Christo, amici.





"Texarkanae missum est Octava Ss Petri et Pauli, A

— Vediamo ancora il sigillo — disse l'abate.

Il monaco gli porse il rotolo. Don Paulo lo accostò al viso per guardare la scritta confusa impressa in fondo alla pergamena, con un timbro di legno male inchiostrato:

APPROVATO DA HANNEGAN II, PER GRAZIA DI DIO PODESTÀ

DOMINATORE DI TEXARKANA, DIFENSORE DELLA FEDE,

E VAQUERO SUPREMO DELLE PIANURE.

QUI SEGNO: X

— Mi chiedo se Sua Supremazia si è fatto leggere la lettera da qualcuno, più tardi — si preoccupò l'abate.

— E se così fosse, Monsignore, credete che la lettera sarebbe stata mandata?

— Credo di no. Ma questa frivolezza sotto il naso di Ha

Erano passate parecchie settimane dall'arrivo della lettera: durante quelle settimane Don Paulo aveva dormito male, aveva sofferto per il riacutizzarsi del vecchio disturbo gastrico, aveva riflettuto moltissimo sul passato, come per scongiurare il futuro. Quale fututo? si chiedeva. Non pareva vi fosse alcuna ragione logica per aspettarsi guai. La controversia tra i monaci e gli abitanti del villaggio si era quietata. Nessun segno di turbolenza veniva dalle tribù del Nord e dell'Est. L'imperiale Denver non insisteva nei suoi tentativi di esigere tasse dalle congregazioni monastiche. Non c'erano truppe nelle vicinanze. L'oasi forniva ancora acqua. Non pareva esservi alcuna minaccia di epidemia tra gli animali e gli uomini. Il grano cresceva bene, quell'a

Eppure, aveva qualche presentimento. Qualche minaccia i

Era un demonio, quello che cercava di affrontare, decise l'abate, ma era un demonio molto evasivo. Il diavolo dell'abate era piuttosto piccolo: alto quanto il ginocchio di un uomo, ma pesava dieci to