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— Lo ucciderò — ripeté Alec. — Per tutto quello che ti ha fatto, mamma. Lo troverò e lo ucciderò.

8

Era nato in un fosso lungo la strada che serpeggiava attraverso le colline boscose fra Knoxville, distrutta dai bombardamenti, e Oak Ridge, abbandonata dagli abitanti. Sua madre lo aveva abbandonato in una pozza d'acqua piovana sul fondo melmoso del fosso. L'unico gesto misericordioso che aveva compiuto per lui era stato di strappare con un morso il cordone ombelicale e legarlo. Lui non la vide mai.

Sarebbe morto se una coppia di razziatori non fosse passata di lì poche ore dopo. Sarebbe morto se la do

Ma lei cominciò a piangere, e l'uomo cedette.

I due stavano seguendo una banda di razziatori, una dozzina fra uomini e do

— Sua mamma dev'essere una di loro — disse la ragazza.

— Forse il suo uomo non voleva avere il peso di un neonato, e l'ha costretta ad abbandonarlo.

L'uomo a

Un giorno si allontanò — era passato poco più di un a

Lei smise di vagabondare e costruì una rozza capa

Quando il bambino raggiunse i sei a

Dopo avere vissuto per alcuni mesi in completa solitudine, catturando piccoli animali selvatici ed evitando ogni contatto umano, fu catturato da una banda di ragazzi che si era staccata dall'altra, più numerosa, di adulti, e andava in giro a caccia di cibo, divertimento e do

Una volta resisi conto della sua esperienza nel cacciare e sopravvivere nei boschi, lo accolsero nella banda. Fu battezzato "Furetto", in parte per l'aspetto e in parte perché si muoveva furtivamente, ma soprattutto perché uccideva la selvaggina azza

E Furetto rimase. A vent'a



La stazione spaziale ruotava in modo da mantenere la gravità a un regolare g. Negli ultimi cinque a

Ma qui sulla stazione spaziale, dopo quasi un mese di gravità sei volte superiore a quella della Luna, cominciò a preoccuparsi. La mattina si svegliava stanco e indolenzito. Gli doleva la schiena, il sangue gli rombava nelle orecchie dopo la minima fatica come salire le scale che dal ponte-dormitorio portavano all'osservatorio.

Fortunatamente l'osservatorio si trovava nel mozzo della grande ruota, dove la gravità era zero. Alec si faceva un punto d'onore di restarci il meno possibile: sarebbe stato fin troppo facile consentire al corpo indolenzito di prevalere sulla volontà.

Kobol era già nell'osservatorio quando Alec vi entrò attraverso il portello del pavimento. Stava seduto davanti a un oblò, con la cintura di sicurezza affibbiata in vita, e guardava attraverso un telescopio inserito nella paratia.

L'osservatorio aveva forma circolare ed era dotato di quattro oblò disposti a distanza regolare intorno al perimetro. Il pavimento era quasi interamente occupato da una serie di schermi e di quadri-comando disposti a ferro di cavallo, dove tre tecnici prestavano servizio a turno alle apparecchiature che sorvegliavano la Terra.

Alec risalì fluttuando senza peso e con una spinta del piede richiuse il portello. La spinta lo mandò verso una consolle. Alec ne afferrò il bordo, si diede un'altra spinta e fluttuò verso un oblò.

La vista della Terra così vicina lo lasciò senza fiato. Un'enorme immensità curva, azzurra, striata di bianco abbagliante, in continuo mutamento gli scorreva davanti attraverso gli oblò dell'osservatorio, coi colori che si avvicendavano, e nuove diverse composizioni si offrivano ai suoi occhi attoniti. È così grande!, pensò Alec. E così…viva.

— Quella è la costa orientale del Nordamerica — disse Kobol. La sua voce, simile al suono acuto di un flauto, troppo raffinata per essere sgarbata, aveva però il timbro a

— Lo so — ribatté brusco Alec. — È la nostra prima meta.

— Guarda al telescopio, l'ho collegato col mio.

Alec si mise a sedere sul seggiolino girevole e si chinò per guardare dal telescopio alla sua destra.

— Nuvole… — borbottò Kobol.

Attraverso uno squarcio nel biancore, Alec scorse alcune ondulazioni brune e verdi simili a un torrente di lava rappresa sul bordo di una catena montuosa. Ma qui non c'erano crateri. Quelle ondulazioni erano creste impervie alte centinaia di metri. Così almeno gli avevano detto.

— Là… nella spianata…

Alec scorse una specie di X obliqua, grigia.

— Quello è l'aeroporto — disse Kobol mentre le nuvole tornavano a coprire il panorama. Alec si staccò dal telescopio, e si voltò verso di lui. — Il complesso di Oak Ridge — stava spiegando Kobol — dista pochi chilometri dall'aeroporto. Se è ancora intatto troveremo materiali fissili grezzi e raffinati sufficienti per almeno cinquant'a

Alec a