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Solo allora capii quant'ero esausto. Il Crepuscolo ama che lo si penetri, ma ancora di più ama che ci si agiti nel farlo.

Scelsi un posto poco frequentato e con uno scatto uscii dalla mia ombra.

Come al solito gli sguardi dei passanti piegarono di lato. Quante volte al giorno ci incontrate, uomini… Forze della Luce e delle Tenebre, maghi e mutantropi, streghe e guaritrici. Ci guardate, ma non ci potete vedere. Così sia anche per l'avvenire.

Noi possiamo vivere centinaia, persino migliaia di a

Ma ogni cosa ha un rovescio. Io mi scambierei con voi, uomini. Prendetevi l'abilità di vedere l'ombra e di entrare nel Crepuscolo. Prendetevi la difesa della Guardia e la capacità di mutare la coscienza di chi vi circonda.

Datemi quella tranquillità di cui sono stato privato per sempre!

Qualcuno mi spinse. Un ragazzo robusto, dalla testa rasata, con un cellulare alla cintura e una catena d'oro al collo mi squadrò da capo a piedi con aria di disprezzo, mormorò qualcosa a denti stretti e si allontanò lungo la via con passo dondolante. L'amichetta, aggrappata alla sua mano, ne imitò senza troppo successo lo sguardo, del tipo che i teppistelli riservano ai "coglioni mosci".

Scoppiai a ridere di cuore.

Sì, dovevo proprio avere un bell'aspetto!

Impalato in mezzo alla strada, oltretutto, e apparentemente intento a fissare una bancarella di squallide statuette di bronzo, matriosche con le facce dei politici e oggetti d'artigianato contraffatti.

Ora avevo il diritto di scuotere l'intera via. Una rimoralizzazione globale, e la testa rasata sarebbe finita a lavorare come inserviente in un ospedale psichiatrico, la sua ragazza si sarebbe precipitata alla stazione e si sarebbe ricongiunta con la vecchia madre, felicemente abbandonata a vegetare chissà dove in provincia.

Che voglia di compiere il Bene, mi prudevano persino le mani!

Non potevo.

Che il cuore sia puro e le mani ardenti… ma la testa deve assolutamente mantenersi fredda.

Io ero un semplice, comunissimo Altro. Non avevo né avrei avuto la forza data a Geser o a Zavulon. Forse era questo il motivo per cui avevo un'opinione particolare su ciò che stava accadendo. E non potevo nemmeno usare quel regalo inaspettato, il diritto a una magia della Luce. Sarebbe stato comunque parte del gioco che si conduceva sopra la mia testa.

La mia possibilità stava nell'uscire dal gioco.

E sottrargli Svetlana.

Sì, rovinare con questo il piano a lungo preparato dalla Guardia della Notte! Sì, smettere di fare l'agente operativo! Trasformarmi in un mago della Luce ordinario, ridotto a usare le briciole della propria forza. E tutto questo nel migliore dei casi. Nel peggiore, mi aspettava il Crepuscolo eterno.

Oggi, oggi a mezzanotte.

Dove? Chi? Quale Libro del Destino avrebbe aperto la maga? Come aveva detto Ol'ga, dodici a

Mi sarei messo a strillare per tutto l'Arbat, tanto ero stupido. Tuttavia il mio viso era lo stesso abbastanza eloquente.

Ma a che pro dar voce a ciò che già si esprimeva nella fisionomia?

I maghi superiori possono muovere in avanti in svariati modi. Nei loro giochi non esistono casualità. Ci sono le regine e ci sono i pedoni. Mancano solo le figure inutili!



Egor!

Il ragazzino scampato a una caccia illecita. Entrato nel Crepuscolo proprio per sottrarvisi, in uno stato d'animo tale da spingerlo verso la parte delle Tenebre. Il ragazzino il cui destino non era determinato, la cui aura ancora conservava la radiosità multicolore di un fanciullo. Sì: caso unico nel suo genere, ero rimasto stupito vedendolo per la prima volta.

Mi ero stupito e poi avevo dimenticato. Non appena avevo scoperto che le potenzialità del ragazzo erano state artificialmente maggiorate dal Capo: sia per sviare gli agenti delle Tenebre, sia perché Egor potesse tener testa ai vampiri.

Così per me Egor era rimasto un fallimento personale, poiché io per primo avevo riconosciuto in lui un Altro; una brava persona, quantunque per il momento solo umana. Nonché un futuro avversario nell'eterna lotta tra il Bene e il Male. Il ricordo del suo destino indeterminato era finito in un angolo remoto della mia memoria.

Egor poteva ancora diventare chiunque volesse. Il suo potenziale futuro era indefinito. Un libro aperto. Un Libro del Destino.

Ecco chi si sarebbe trovato di fronte a Svetlana, nel momento in cui lei avrebbe stretto in mano il gessetto. E vi si sarebbe messo volentieri, non appena Geser gli avesse spiegato in tono serio e ragionevole ciò che stava accadendo. Sapeva dare spiegazioni convincenti, il Capo della Guardia della Notte, il comandante delle Forze della Luce di Mosca, il Grande Mago antico. Geser avrebbe parlato di correzione degli errori. E sarebbe stata la verità. Avrebbe parlato del radioso futuro che si apriva di fronte a Egor. E anche questa — ecco qual era la questione — sarebbe stata verità! Le Forze delle Tenebre potevano avanzare centinaia di proteste: l'Inquisizione senza dubbio avrebbe tenuto in considerazione il fatto che, all'inizio, il ragazzo era rimasto vittima delle loro azioni.

A Svetlana sarebbe certamente stato detto che un insuccesso, nel caso di Egor, mi avrebbe distrutto. Che il ragazzo aveva sofferto molte cose, per il fatto che la Guardia era stata occupata nel salvataggio di lei.

Svetlana non avrebbe tente

Avrebbe ascoltato tutto ciò che doveva fare.

Avrebbe toccato il pezzetto di gesso, un comunissimo gessetto, con cui si poteva disegnare sull'asfalto o scrivere 2+2=4 sulla lavagna.

E avrebbe cominciato a riempire lo spazio vuoto di un destino rimasto fino a quel momento indefinito.

Cosa si preparavano a fare di lui?

Chi sarebbe diventato?

Un leader? Il capo di nuovi partiti e nuove rivoluzioni? Il profeta di una religione non ancora creata?

Il pensatore che avrebbe fondato una nuova dottrina sociale? Un musicista, un poeta, uno scrittore la cui opera avrebbe cambiato la coscienza di milioni di persone?

Per quanti a

Sì, un Altro non può cambiare l'essenza che ha ricevuto dalla natura. Egor sarebbe stato un mago debolissimo. E tuttavia, grazie all'interferenza della Guardia, pur sempre un mago della Luce.

Ma per cambiare i destini dell'umanità, non era obbligatorio essere un Altro. Anzi, sarebbe addirittura stato d'impiccio. Molto meglio utilizzare il sostegno della Guardia e condurre, trascinare dietro di sé le masse umane, che tanto ha

E lui le avrebbe trascinate. Non sapevo come, non sapevo dove, ma le avrebbe trascinate. Solo che anche le Forze delle Tenebre avrebbero fatto le proprie mosse. Ogni presidente ha il proprio killer. Ogni profeta ha mille interpreti pronti a pervertire l'essenza della religione, a sostituire il sacro fuoco con i roghi dell'Inquisizione. Ogni libro sarebbe prima o poi volato tra le fiamme, dalle sinfonie avrebbero tratto canzonette da bettola. Avrebbero trovato una salda base filosofica a qualsiasi turpitudine.

Sì, non avevamo imparato nulla. Probabilmente non ne avevamo voglia.

Ma almeno mi restava un po' di tempo. E il diritto di fare la mia mossa. L'unica.

Se solo avessi saputo quale.

Esortare Svetlana a non ascoltare Geser, a non lasciarsi coinvolgere nella magia superiore, a non dirigere il destino altrui?

E perché, poi? Non era forse giusto così? Si sarebbero corretti gli errori commessi, sarebbe cominciato un futuro di felicità per ogni uomo preso singolarmente e per l'umanità nella sua interezza. Io mi sarei liberato dal peso degli errori commessi, Svetlana dalla consapevolezza che il suo successo era costato l'altrui disgrazia. Sarebbe entrata nei ranghi delle Grandi Maghe. Qual era il prezzo dei miei dubbi confusi? E cosa nascondevano: una preoccupazione sincera o il vile interesse personale? Cos'era la Luce, cosa le Tenebre?