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— Ma gli animali ascoltano?

— Entro certi limiti. Anche questo viene fatto senza parole. Alcune persone ha

— Sì, ed è per questo che li chiamano stregoni. Ma allora io sarei come un ha

— Sì. E mi hai parlato… una volta, nella mia casa… A volte questo succede tra due persone: non ci sono barriere, non ci sono difese. — Terminò la tazza e alzò gli occhi, meditabondo, verso il disegno di soli e di mondi ingioiellati e orbitanti, sulla lunga parete in fondo alla stanza. — Quando ciò succede — egli disse, — è necessario che si amino. Necessario… Non posso trasmettere la mia paura e il mio odio contro i Gaal. Non mi ascolterebbero. Ma se lo voltassi contro di te, potrei ucciderti. E tu potresti uccidere me, Rolery…

Poi giunsero a chiamarlo nella Piazza, ed egli dovette lasciarla. Rolery discese nei sotterranei per assistere i tevarani dell'ospedale, il lavoro che le era stato assegnato, e anche per assistere il ragazzo Nato Lontano ferito, che stava per morire: un'agonia tristissima, che durò tutta la giornata. Il vecchio conciaossa lasciò che si occupasse del ragazzo. Wattock era amareggiato e incollerito, vedendo che tutta la sua abilità non serviva a nulla. — Noi umani non moriamo delle vostre sporche morti! — gridò una volta. — Il ragazzo dev'essere nato con qualche difetto nel sangue! — Rolery non badò alle sue parole. E neppure il ragazzo, che morì tra atroci sofferenze, stringendole la mano.

Nuovi feriti venivano trasportati nella stanza grande e silenziosa, uno o due alla volta. Solo in questo modo si veniva a sapere che la battaglia doveva essere assai cruenta, lassù sulla neve, alla luce del sole. Umaksuman ve

I morti non venivano portati laggiù, ma lasciati in una baracca aperta della Piazza, in attesa di poterli bruciare. Se Agat fosse stato ucciso, ella non l'avrebbe saputo. Quando arrivavano i portantini con un nuovo ferito, ella alzava lo sguardo con un moto di speranza: se il ferito era Agat, allora non era morto. Ma non si trattava mai di Agat. Ella si chiese se, nel caso che lo uccidessero, egli le avrebbe gridato nella mente prima di morire; e se quel grido l'avrebbe uccisa.

Verso la fine di quel giorno interminabile, la vecchia Alla Pasfal ve

La gola bendata gorgogliò, le labbra si torsero.

Abbattere le proprie difese…

— Ti ascolto! — disse Rolery a voce alta, nella frase rituale della sua gente, con la voce che tremava.

Se ne andra



— Glielo dirò — disse Rolery, e scoppiò in lacrime. Immobile, senza parola, la do

Rolery ritornò al suo lavoro, poiché i feriti richiedevano di essere curati e Wattock non aveva altri assistenti. A che sarebbe giovato andare a cercare Agat lassù nella neve insanguinata, in mezzo al rumore e alla concitazione, per dirgli, prima ch'egli venisse ucciso, che una vecchia pazza in punto di morte aveva detto che sarebbero sopravvissuti?

Si dedicò al proprio lavoro, mentre ancora le lacrime le scorrevano lungo le guance. Uno dei Nati Lontano, seriamente ferito, ma tranquillizzato dalla meravigliosa medicina usata da Wattock (una piccola pallina che, trangugiata, diminuiva il dolore oppure lo faceva cessare), le chiese: — Perché piangi? — Lo chiese in modo so

Non c'era modo di saperlo, là sotto, ma il giorno doveva volgere alla fine, poiché giunse Seiko Esmit con del cibo caldo su un vassoio, per lei e Wattock e i feriti che potevano mangiare. Seiko attese di poter riportare indietro i piatti, e Rolery le disse: — La vecchia, l'Alterra Pasfal, è morta.

Seiko si limitò a rivolgerle un ce

Rolery mangiò il cibo senza commentare. La minestra di bhan calda era insaporita con succo di carne ed erbe tritate. I Nati Lontano, anche sotto assedio, erano cuochi migliori che non il suo popolo nel pieno dell'abbondanza d'Autu

Nessun altro discese, per lungo tempo. Gli uomini dormivano, e nel so

— Gli hai dato l'analgesico — bisbigliò Wattock, ed ella rispose con un'alzata di spalle, sì, drizzandosi dal fianco di uno degli uomini. Il vecchio conciaossa pareva mezzo A