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— Non potete impiccarci, — disse in fretta Haira che era impallidito. — La Grande Rupe Potente, che posa un piede nel cielo, vi punirebbe.

— Gli sputo sopra alla tua Rupe, — disse Saul, fumando la pipa. Gli tremavano le dita. — Beh, l’interrogate o no?

Anton scosse il capo. In vita sua non si era mai sentito tanto nauseato. Vadim si avvicinò ad Haira e gli strappò dalle tempie i cristalli mnemonici.

— Che cosa facciamo? — chiese.

— Ecco l’uomo, — disse pensosamente Saul. — Prima di arrivare a ciò che siamo noi deve passare per queste cose e per molte altre ancora. Per quanto tempo rimane una bestia, anche dopo aver imparato a camminare con due sole zampe e ad usare gli arnesi da lavoro! E questi qui possiamo ancora scusarli, in fin dei conti non ha

— Però che impresa! — esclamò. — Vogliono impadronirsi delle macchine e non ha

— Perché la vede così nera, Saul? Non è necessario che ci siano camere a gas o roba simile. Siamo arrivati noi.

— Noi! — Saul si mise a ridere. — Cosa possiamo fare noi? Eccoci qui in tre, e tutti e tre vogliamo fare del bene attivamente. E che cosa possiamo fare noi? Certo possiamo andare dalla Grande Rupe a fare i parlamentari della ragione e a chieder loro di rinunciare allo schiavismo e di dare al popolo la libertà. Ci prendono per il fondo dei pantaloni e buttano pure noi nella conca. Oppure possiamo indossare delle tuniche bianche e recarci in mezzo al popolo. Lei, Anton, farà la parte di Cristo. Vadim farà l’apostolo Paolo ed io, naturalmente, farò San Tommaso. E ci mettiamo a predicare il socialismo e, magari, riusciamo pure a fare qualche miracolo. Qualcosa del genere del trasporto-zero. I farisei locali ci fara

Si alzò e si mise a girare intorno al tavolo. — È vero, abbiamo lo skorcer. Possiamo, per esempio, toglier di mezzo i guardiani, mettere tutta quella gente nuda in colo

Si rimise a sedere. Anton e Vadim sorridevano.

— Noi non siamo tre, disse Anton. — Noi, caro Saul, siamo venti miliardi. Probabilmente siamo venti volte più numerosi degli abitanti di questo pianeta.

— Beh, e allora? — disse Saul. — Vi rendete conto di quello che volete fare? Volete infrangere le regole dello sviluppo storico! Volete cambiare il corso naturale della storia! Ma lo sapete che cos’è la storia? È l’umanità stessa! E se si spezza la spina dorsale della storia, la si spezza all’umanità.

— Nessuno ha intenzione di spezzare schiene, — protestò Vadim. — C’è stato un periodo in cui intere popolazioni e paesi ha



— Cinque! — disse Saul, alzando le braccia. — E perché non centocinquantacinque! Evviva gli illuministi! I populisti! I populisti in trasferta! Ma questo è un pianeta, ve ne rendete conto? Non è un gruppo, un popolo, nemmeno un paese. È un pianeta! È un pantano di ignoranza e copre un pianeta intero! Artisti, scienziati! E che farete, quando vi toccherà sparare? E toccherà a lei sparare, Vadim, quando qualche lercio monaco porterà sul rogo la sua ragazza perché fa la maestra… E toccherà a lei, Anton, sparare quando dei giovinastri dal casco arrugginito bastonera

— Il pessimismo — disse Vadim — è una triste sensazione di sfiducia nell’avvenire e nel successo.

Saul lo fissò feroce per qualche secondo.

— C’è poco da scherzare, — disse alla fine. — È una cosa seria. Il comunismo è prima di tutto un’idea! E un’idea non semplice. Che è stata conquistata col sangue. E che non si insegna in cinque a

Saul sollevò con un gesto violento il coperchio dello scarico delle immondizie, e si mise a vuotare rabbiosamente la pipa.

— No, cari miei, per il comunismo bisogna soffrire, bisogna combattere con lui, — indicò Haira con la pipa, — con i sempliciotti come lui. Bisogna sopraffare prima le loro picche, poi i loro moschetti, poi ancora le loro Schmeisser.[34] E non è ancora tutto. Quando finalmente avra

Saul tacque e si lasciò andare contro la spalliera della poltrona.

Vadim si grattava pensosamente la nuca.

Anton disse:

— Lei capisce meglio la situazione, Saul, dato che è uno storico. Vadim, come sempre, ha detto la prima sciocchezza che gli è passata per la mente. In due o in tre non risolveremo mai questo problema, neppure teoricamente. Ma noi sappiamo tutti una cosa: non è mai avvenuto che l’umanità si ponesse un obiettivo e non riuscisse a raggiungerlo.

Saul borbottò qualcosa di incomprensibile.

— Come andra

Saul alzò in fretta gli occhi e li riabbassò subito.

— No, — disse. — Questo no. Un vero uomo non vorrà andarsene. Quanto agli altri… — alzò di nuovo gli occhi e guardò in faccia Anton. — La Terra non ha bisogno di loro. A chi serve un disertore?

34

Il mitra Schmeisser, nella versione MP38 ed MP40, nasce nel 1938 ad opera di Heinrich Vollmer, su idea originale di Hugo Schmeisser. La 38 e la 40 furono le pistole automatiche tedesche più conosciute della Seconda Guerra Mondiale. (N.d.R.)